venerdì, giugno 10, 2011

so long and thanks for all the fish

"Qualunque cosa accadde, accadde."
"Qualunque cosa che, accadendo, ne fa accadere un'altra, ne fa accadere un'altra."
"Qualunque cosa che, accadendo, induce se stessa a riaccadere, riaccade."
"Però non è detto che lo faccia in ordine cronologico."

(parole di Douglas Adams)

Da un po' volevo scrivere questo post, ma non trovavo la citazione giusta nè il titolo più corretto: alla fine ieri sera un film buffo tratto da una serie di libri geniale mi ha illuminato.

Tutto qui: chiudo questo blog. Non ho più niente da dire e (se mai lo avessi avuto) da dirvi. Addio e grazie per tutto il pesce.

martedì, giugno 07, 2011

CEIIINOSSSTTVV

"Il motivo fisico microscopico per il quale la molla accumula energia potenziale è lo stiramento dei legami intermolecolari, mentre il suo comportamento macroscopico è definito per molti materiali dalla legge di Hooke, che afferma che l'allungamento di un corpo elastico è direttamente proporzionale alla forza di trazione applicata. Allo stesso modo la contrazione è proporzionale alla forza di compressione." (tratto da Wikipedia)

C'è sempre un motivo microscopico e un comportamente macroscopico, in fisica come nella vita. Nella fisica però, spesso si possono fare tante cose solo partendo dal comportamento macroscopico: uno degli esempi è proprio la legge di Hooke. Ricordo vagamente quando l'ho studiata all'università e se non sbaglio la studiai sia nel corso di Sperimentazioni di Fisica I che in quello di Meccanica Razionale: generalizzando, questo tipo di fenomeni si affrontano nell'approssimazione della teoria dei piccoli spostamenti, che con parole semplici afferma che ogni spostamento da un punto di equilibrio stabile o da un vincolo genera una forza che è direttamente proporzionale allo spostamento effettuato, ammesso che esso sia piccolo appunto. Quindi, se siamo in un posto "comodo" o se siamo legati a qualcosa e ci spostiamo di poco da esso, dopo un po' ci ritorneremo, richiamati da una forza che è tanto maggiore quanto maggiore è lo spostamento che abbiamo fatto. E se ci spostiamo di tanto?

"Questo vale entro il limite di deformazione elastica, definito come il limite di forza massima applicata entro il quale il corpo elastico, rilasciato, ritorna alle sue dimensioni precedenti all'applicazione della forza; oltre questo limite i legami atomici si rompono e riarrangiano, e la molla si deforma permanentemente. In diversi materiali questo limite non è definito con precisione e si hanno fenomeni di deformazione con l'uso ripetuto: in questi casi la legge di Hooke non è rispettata" (tratto da Wikipedia)

E' incredibile pensare a quante verità contiene la legge di Hooke e anche la sua inapplicabilità: sembra essere la descrizione della vita stessa di ognuno di noi. O forse ce la vedo solo io che sono un po' pazzo tutta questa saggezza... Oltre il limite, i legami si spezzano, si riarrangiano e la molla (la vita?) si deforma permanentemente. Il limite qual è? Purtroppo non è definito, ma in generale esiste per qualsiasi materiale. Ed è anche chiaro un altro punto, fondamentale: una volta che il punto di deformazione, il limite di elasticità, è superato, allora la legge di Hooke non vale più... e cosa si fa allora? Beh, se si tratta di una molla, la si cambia... ma nel caso di una vita, cosa si fa?

"ut tensio sic vis" (parole di Robert Hooke)

Ma nel mio caso forse è meglio quello che dice il buon Isacco: hypotheses non fingo.

lunedì, giugno 06, 2011

L'anima è piena di stelle cadenti

La poesia è il salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l'aria
riesce a passare.

(parole di Kahlil Gibran)

mercoledì, giugno 01, 2011

un’anima al cospetto di se stessa

Senza di te tornavo, come ebbro,
non più capace d'esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c'è solo l'ombra.
E mi sarai lontano mille volte,
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest'angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.

(parole di Pier Paolo Pasolini)

Le ferite sono esperienza o forse le esperienze portano sempre ferite... non so. Quello che so è che piano piano, a forza di farsi male, per caso, per ragione o per torto, la pelle, le ossa e i muscoli cambiano e con essi cambia la nostra essenza, il nostro modo di vedere il mondo e di starci dentro.
A forza di subire incidenti, a forza di riprendersi dalle ferite, a forza di resistere a tutto quello che ho intorno, le cicatrici hanno preso il sopravvento: ormai coprono gran parte del corpo. Ed è difficile guardarsi dentro e vedersi per quello che si era o si era immaginato di essere: così pieno di tagli, ancora freschi e altri vecchi, non vedo più chi io fossi e vedo invece quel che sono ora.
Il desiderio è sempre uno: fuggire con poche cose. Camminare lontano e non guardarsi più indietro. Dimenticare la vita e guardare solo ai passi. Per coraggio non ci sono mai riuscito: forse per disperazione potrei farcela.

domenica, maggio 29, 2011

lunedì, maggio 16, 2011

in retromarcia entrando nella vita

"Avrei potuto gridare per strada qualsiasi cosa senza che nessuno mi sentisse, senza che nessuno alzasse un dito. non si può dire che avrebbero dovuto. non chiedevo amore. ma c'era qualcosa di molto strano. i libri non ne avevano mai parlato. i genitori non ne avevano mai parlato. i ragni sì. vaffanculo" (parole di Charles Bukowski)

Come citazione da lunedì mattina ci sta tutta. Quando imparerò a essere quello che aspetta che la carne venga cotta mentre si gode la festa, piuttosto che quello che passa il tempo a cucinare la carne per gli altri? Non che mi dia fastidio essere un cuoco, ma a volte anche chi cucina ha piacere se qualcuno arriva con un piatto caldo per lui, no?

"A volte le cose sono proprio come sembrano, ecco tutto" (parole di Charles Bukowski)

giovedì, maggio 12, 2011

il dolore è una vela

Il dolore è una vela così incredibilmente lieve che nemmeno lo senti, comincia con la cadenza dolce della neve, ed è lì che ti perdi. Ha la faccia di un bambino e gli occhi di un lupo triste che ti lecca la mano, conosce ogni parola che non esiste e te le insegna una per una piano piano Ed improvvisamente ecco che hai dimenticato com’era bello l’amore, e te ne vai in giro come un vecchio cane sfiancato che non sente più nessun odore, torni a casa con la divisa di un soldato che non crede più nell’onore 

Non lasciarmi andare, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare via, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare via

Il bambino rincorreva la sua barca di carta, che ci vedeva la vita, ma il tempo non ha tempo, l’orologio s’incarta, la bussola è impazzita cammini dentro una nebbia di persone e di cose che ti facevano sognare, e hai voglia di andar via senza accampare scuse per non aver saputo amare, quando hai finito tutte le più inutili scuse per potere restare 

Non lasciarmi andare, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare via, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare via

Non ne ho la forza né la voglia di provarci e neanche le ragioni, altro che balle, sentimenti, tuffi al cuore e piagnistei per scrivere canzoni; vorrei guardare più lontano, ma lontano adesso è un tempo spaventosamente breve, vorrei sparire, cancellarmi, non amarmi, risvegliarmi che non so nemmeno dove non lasciarmi andare, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare via, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare, non lasciarmi andare via...

(parole e musica di Roberto Vecchioni)

Non esiste compassione per quel che è totalmente distrutto.

Lei: E come definiresti la sensazione che hai?
Lui: Non saprei... è una specie di dolore... di fitta leggera e costante... proprio sopra lo stomaco...
Lei: Un dolore, quindi... sei sicuro che sia un dolore? Provi un malessere fisico?
Lui: Sì... provo un senso di malessere, esatto. Una specie di nausea, misto a qualcosa che non saprei spiegare bene...
Lei: Non ci credo che non lo sai spiegare... riesci a parlare di qualsiasi cosa, facendo capire i concetti più complessi... rifletti su questo malessere... dimmi le cose che ti vengono in mente.
Lui: A volte vertigine... nausea... malessere, l'ho già detto... non saprei: è più come quando si ha tanta fame e tanta sete... no, più quando si ha fame, lo stomaco brontola perchè è vuoto...
Lei: Che c'è? Cosa pensi?
Lui: Vuoto, ecco cosa sento: un'opprimente sensazione di vuoto che nasce poco sopra la pancia e sotto il diaframma, qui, proprio qui. E' un vuoto, un'assenza che opprime, un senso di solitudine misto a desiderio... un vortice che si genera dentro e che cerca qualcosa...
Lei: Vedi che sei bravo a spiegare le cose...
Lui: Già, valesse qualcosa questa mia bravura... non vale nulla, come tutto il resto.
Lei: Perchè dici così? Molti direbbero che la tua vita è interessante... tu non sei d'accordo?
Lui: No. Non sono d'accordo. La mia vita è vuota. E' assenza.

"Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio... Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte" (parole di Alessandro Baricco)

lunedì, maggio 09, 2011

g0

Se puoi vedere distrutto il lavoro di tuttta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
se puoi essere un amante perfetto
senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.
Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza essere uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore,
se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
se tu sai essere buono e saggio
senza diventare nè moralista, nè pedante.
Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono.
Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,
Tu sarai un uomo.

(parole di Rudyard Kipling)
Dedicato a tutti quanti noi, che camminiamo a volte vicini, a volte lontani, che parliamo di frivolezze nascondendo le lacrime, che pensiamo di aver fallito, che pensiamo di essere tranquilli. Dedicato a tutte le persone che incontro nella mia vita e con le quali condivido solo un piccolo frammento di quello che sono. Dedicato a tutte le persone che incontro nella mia e che condividono con me solo un piccolo frammento di quello che sono. Ogni giorno il sole è sempre lo stesso eppure è sempre diverso. Ogni giorno ricominciamo sempre da zero.

martedì, maggio 03, 2011

pur continuando a mangiare e a bere...

"Se la melanconia è uno stato di trasognamento diffuso che non giunge mai a una grande profondità né ad un'intensa concentrazione, la tristezza presenta, al contrario, una serietà ripiegata su se stessa e un'interiorizzazione dolorosa. Si può essere tristi da qualsiasi parte; ma mentre gli spazi aperti acuiscono la melanconia, quelli chiusi fanno aumentare la tristezza. Nella tristezza la concentrazione deriva dal fatto che essa ha quasi sempre una ragione precisa, mentre per la melanconia la coscienza non saprebbe individuare nessuna causa esterna. So perché sono triste, ma non saprei dire perché sono melanconico. Prolungandosi nel tempo senza mai raggiungere un'intensità particolare, gli stati melanconici cancellano dalla coscienza ogni motivo iniziale, presente invece nella tristezza" (parole di Emil Cioran)

unbroken light

"Vorrei stancarmi nel contemplare e nel pensare: vorrei chiudere gli occhi a poco a poco, e aprire l'anima ai sogni e sentire una musica che blandisce, ed odorare un profumo. Strana cosa è il sonno! Sento una calma, un riposo, una vicina oscurità" (parole di Ambrogio Bazzero)

C'è luce nella stanza. Si rigira nel letto, troppo pigro per alzarsi, troppo stanco per muoversi, con l'unico desiderio nel corpo e nell'anima di dormire. Eppure, non ci riesce: il letto è caldo, fastidiosio, appiccicoso per il troppo movimento. Le coperte sembrano bagnate, tanto lo avvolgono e lo stringono: lo soffocano, gli pare di affogare, di non avere spazio, di essere intrappolato. C'è troppa luce, pensa. Tutto tace, ma quella luce maledetta che entra dalla serranda rotta lo infastidisce, come una piccola scheggia di legno che non si vede e che ogni tanto si fa sentire. Maledetta luce, bofonchia. Il sonno non vuole arrivare, ogni posizione diventa scomoda: gli occhi sono pesanti, le braccia e le gambe intorpidite dalla stanchezza, il corpo sulla soglia dell'incoscienza... tutto il suo corpo insomma era pronto al sonno, ma non la sua testa, infastidita da quella dannata luce. Facendosi forza, quasi violenza, si alza, barcolla, si appoggia al muro e va verso la serranda, con gli occhi semi aperti, quel tanto che basta per non cadere. Arrivato lì, si stropiccia il viso e guarda: cerca la fonte di luce, ma non la trova. Si gira e la cerca: è nel buio della sua casa. Non c'è nessuna luce.

Oh damn be thine unbroken light!

lunedì, maggio 02, 2011

My spirit is too weak - mortality

Da quando mi sono svegliato oggi ho sentito un rumore costante. Era come quel rumore che accompagna i terremoti: l'avete mai sentito? E' ovunque, vi circonda, vi avvolge e, se vi fermate ad ascoltarlo, vi terrorizza, ghiacciando il sangue nelle vene. Ho lavorato, ho scritto, ho pulito casa e fatto le lavatrici: il rumore era sempre lì, mai coperto, mai sopito. Ho preso la macchina e sono andato al mare: c'era un vento alto ma non fastidioso, il sole riscaldava appena, le onde erano alte e l'acqua gelida. Intorno a me ogni tipo di rumore che al mare la natura concede: ma quel cupo rimbombare costante non smetteva di esserci, non voleva cessare. E più l'ascoltavo, più ne avevo paura, più in me qualcosa cresceva, nel petto, dietro le costole, più o meno dove abbiamo il cuore. E' il posto dell'anima e mi faceva male. Quando gli occhi sono diventati umudi, ho sfidado il freddo, le onde e i surfisti e mi sono buttato a mare: ho nuotato finchè i polmoni non bruciavano, finchè la milza non ce la faceva più, fino a quando le lacrime che erano iniziate a scendere dal primo piede in acqua non si erano del tutto perse nel mare, freddo, un po' violento, torbido. Lì, perso fra il cielo e la terra, mi sono lasciato sbattare dalla corrente: il rumore, quel rumore, lo stesso della mattina, continuava a esserci. Nulla lo copriva.
Sono uscito fuori: tremavo, ogni parte di me tremava. Mi sono messo sulla sabbia a prendere il caldo del sole e quello restituito dalla terra: purtroppo le lacrime c'erano ancora, ma più fastidioso di loro c'era quel dannato rumore.
Poi, improvviso, un dolore al petto, forte, profondo, intenso: non era fisico, no, purtroppo non lo era. Il dolore originava da dove partiva quel rumore che tutto il giorno aveva sentito: per un lasso di tempo che non saprei dire, i due coesistiterro, sembravano una cosa sola. Poi il rumore è cessato, così anche il dolore, e allora ho capito: qualcosa dentro mi si era rotto. La sofferenza era stata troppa, davvero troppa: non l'avevo riconosciuta, perchè non potevo immaginare nulla di così intenso e forte che potesse nascermi dentro. Nulla è stato mai così intenso come il dolore che per tutto il giorno mi ha accompagnato: alla fine qualcosa si è rotto, spezzato, è andato in frantumi. Innumerevoli volte quel rumore aveva fatto capolino, generato sempre nel medesimo modo, sempre da dove mai mi sarei aspettato che potesse provenire la sofferenza. E innumerevoli volte ero riuscito a placarlo, a rigettarlo indietro, a ingoiarlo di nuovo, sempre più amaro, sempre più pesante, sempre più in fondo.
Oggi non l'ho controllato: per la prima volta non ho lottato contro il dolore e lui ha vinto.  
Mi ha spezzato.

"Sai quando le persone diventano forti? Quando imparano ad accettare il dolore" (parole di Romano Battaglia)

venerdì, aprile 29, 2011

Denn Wort ist Waffe!

"Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono. Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi quando lo dicevate. Questa è la cosa peggiore, secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare" (parole di Stephen King)

E stamattina guardarsi allo specchio e non riconoscersi è stata la sorpresa minore.

giovedì, aprile 28, 2011

marchio

...col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità...

(parole e musica di Fabrizio De André)

mercoledì, aprile 27, 2011

il bisbiglio

Give sorrow words: the grief that does not speak
whispers the o’er-fraught heart and bids it break

(parole di Shakespeare, tratto da Macbeth, Atto IV scena III)

Dove non v'è pietà, non può star felicità.

"Le uniche persone che conoscono la pietà sono quelle che ne hanno bisogno" (parole di Charles Bukowski)

Non dimentico nulla, non perdono nulla. Tengo tutto dentro e lì la rabbia e la delusione si mescolano, si alimentano l'una con l'altra e mi lacerano in continuazione... e non vi è pace per questo meccanismo infernale... non vi è possibilità di fuga da tutto questo...

Lei: Lo sai che sei tu l'ago della bilancia, vero?
Lui: Perchè devo essere sempre io l'ago della bilancia?
Lei: Perchè sei tu che permetti al mondo di comportarsi così...

Perchè non c'è pietà verso di me? Ora lo so... perchè sono io che non ho pietà verso me stesso, per primo... Non riesco a formulare una frase del tipo "io voglio che..." senza che i sensi di colpa mi assalgano... faccio sempre finta che vada tutto bene, incapace di desiderare, con la paura addosso, con le parole che pesano come macigni e che mi schiacciano l'anima... Non vale scusarsi con me, perchè non perdono nulla... perchè prima di perdonare gli altri, dovrei essere in grado di perdonare per primo me stesso... e non ci riesco... sono sempre e sempre sarò manchevole verso quel piccolo bambino... cazzo!

"It is not because angels are holier than men or devils that makes them angels, but because they do not expect holiness from one another, but from God alone" (parole di William Blake)

martedì, aprile 26, 2011

ma che razza di buio c'è nel cielo

L'infinito silenzio sopra un campo di battaglia quando il vento ha la pietà di accarezzare;
l'inspiegabile curva della moto di un figlio che a vent'anni te lo devi scordare...
Sentire d'essere noi le sole stelle sbagliate in questa immensa perfezione serale;
e non capirci più niente nel viavai di messia discesi in terra per semplificare.
Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
Ma che razza di Dio c'è nel cielo?Ma che razza di guitto mascherato da Signore sta giocando col nostro dolore?
Ma che razza di disperato, disperato amore,
lo potrà mai consolare?

Aprire gli occhi e morire in un fruscio di farfalla
neanche il tempo di una ninna nanna;
l'idiozia della luna, la follia di sognare,
la sterminata noia che prova il mare;
e a questa assurda preghiera di parole, musica, colori,
che Gli continuiamo a mandare,
non c'è nessuna risposta,
salvo che è colpa nostra e che ci dovevamo pensare.

Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
Ma che razza di Dio c'è nel cielo?Ma che razza di disperato, disperato amore,
può tagliare la notte e il dolore?
Ma che razza di disperato, disperato amore più di questo
respirare, più di tutto lo strisciare?
più di questo insensato dolore?

Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
Ma che razza di buio c'è nel cielo?
Ma che razza di disperato, disperato amore
più di questo insensato dolore?
Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
Ma che razza di buio c'è nel cielo?
Ma che razza di disperato, disperato amore più
di questo non capire, non sapere sbagliare e lasciarsi perdonare?
Ma chi è l'altro Dio che ho nel cuore?
Ma che razza d'altro Dio c'è nel mio cuore,
che lo sento quando viene,
che lo aspetto non so come
che non mi lascia mai,
non mi perde mai e non lo perdo mai.

 (parole e musica di Roberto Vecchioni)

scarpe impolverate e usate

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: (silenzio)

Non ho dato ancora risposta a questa domanda...

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: (silenzio)

Non lo so... non ne ho idea...

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: (silenzio)

Il silenzio nasconde la risposta, l'imbarazzo generato da occhi che sanno la risposta e ti fissano aspettando solo che tu lo dica... ma tu non lo dici, perchè non vuoi sentire il suono di quella parola, la verità della tua intera vita, fatta di cose da fare, di rimorsi, di sacrifici, di rinunce e di rinvii...

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: (silenzio)

Il rumore dei sogni che vanno in continuazione in frantumi è assordante, quanto il silenzio che urla dentro e fuori di te... e pensi a quel piccolo bambino, lo vedi accanto a te ogni giorno, che risponde lui al posto tuo... è vero: quelle persone non esistono più, sono diventati dei vecchi, pieni di rimorsi, di paura e di solitudine. Ora sembrano brave persone, bisognose di parole di affetto, di gesti e di cure... ma il bambino dagli occhi tristi è sempre accanto a te, che ti guarda, che vorrebbe giocare con qualcuno che non c'è, vorrebbe fare cose che non ha mai fatto e che mai farà... è accanto a te e non vale ignorarlo, non conta non guardarlo, perchè lui parla sempre al posto tuo e fa tutto quello che tu non vorresti fare o dire.

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: nessuno.

Già. Ecco il suono che non volevo sentire. L'unica parola che non volevo usare ed eccolo quel bambino, gonfio di rabbia, pieno di paure, che vive nell'insicurezza. Eccolo lì. Fra me e lui solo un paio di scarpe vecchie e impolverate... pensavo fossero le scarpette rosse di Dorothy... lo speravo con tutto il cuore... con tutta l'anima...

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?

giovedì, aprile 21, 2011

il dolore che uno ha

Quando tutte le parole sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che
che nessuno se lo spiega perché sia successo a te
quando tira un po' di vento che ci si rialza un po'
e la vita è un po' più forte del tuo dirle "grazie no"
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha.
Tu tu tu tu tu tu...

Quando indietro non si torna quando l'hai capito che
che la vita non è giusta come la vorresti te

quando farsi una ragione vora dire vivere
te l'han detto tutti quanti che per loro è facile
quando batte un po' di sole dove ci contavi un po'
e la vita è un po' più forte del tuo dirle "ancora no"
quando la ferita brucia la tua pelle si farà.

Sopra il giorno di dolore che uno ha.

Quando il cuore senza un pezzo il suo ritmo prenderà
quando l'aria che fa il giro i tuoi polmoni beccherà
quando questa merda intorno sempre merda resterà
riconoscerai l'odore perché questa è la realtà
quando la tua sveglia suona e tu ti chiederai che or'è

che la vita è sempre forte molto più che facile
quando sposti appena il piede lì il tuo tempo crescerà

Sopra il giorno di dolore che uno ha
 

Tu tu tu tu tu tu tu tu tu...

(parole e musica di Ligabue) 

Dedicato a te, perchè non ho più parole mie da regalarti e il cuore fa male e la testa rischia di impazzire...

lunedì, aprile 18, 2011

limoni in bocca

Kid A, Kid A
Everything in its right place
(In its right place)
Yesterday I woke up sucking a lemon
Everything in its right place
(In its right place, in its right place)
There are two colours in my head
What, what is that you tried to say?
What, what was that you tried to say?

Everything in its right place...

(musica ipnotica dei Radiohead)

Ci sono parole e pensieri che continuano a morirmi in gola e cadono pesanti fin dentro il petto... in quel luogo oscuro dove tengo tutto dentro, custodito e protetto chissà da chi e chissà da che cosa... ogni tanto qualcosa esce, fa danno e poi rientra, con la sua preda, con il suo cibo preferito, lasciandomi senza forze e senza volontà... e intanto la mente vaga e sogna, ma la realtà che mi circonda fa presto a distruggere tutto, a soffiare via quel poco di polverina magica che potrebbe portarmi per un po' chissà dove... giusto tre minuti buoni mi salvano in questi giorni... giusto tre minuti buoni, per non sentire il sapore di limone in bocca... vabbè scusate... il lunedì è sempre duro, lo dico sempre...

Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior...
(parole di Fabrizio De Andrè)

venerdì, aprile 15, 2011

...fuoco di rabbia...

Dicevi ca
L’amuri miu è galera
Ora si ‘ncatinatu ‘nta sti ranni vaji
Non fu pi dinaru
Ne’ pi dispettu
Focu di raggia a lu pettu
Raggia

Rit.

Allura dimmi tu
Dimmi dimmi com’è?
Fossi fossi pirchì
Avi la vesti stritta
Ca ci avvampa , maliritta!

Allura dimmi tu

Dimmi dimmi com’è
Fossi fossi pirchì
‘nte minni ventu furria
e ‘ntra li cosci mavaria

Pinsannu a tia

Passu li me jurnati
Sula dintra stu lettu abbruciu ju
Lu cori to’ è marturiatu
È ‘ntrubbulatu
Idda ti ferma lu ciatu
Raggia

Rit.

Allura dimmi tu
Dimmi dimmi com’è?
Fossi fossi pirchì
Avi la vesti stritta
Ca ci avvampa , maliritta!

Allura dimmi tu

Dimmi dimmi com’è
Fossi fossi pirchì
‘nte minni ventu furria
e ‘ntra li cosci mavaria


(parole di Carmen Consoli, musica di Goran Bregovic)

martedì, aprile 12, 2011

squarciare il cielo


E’ piovuto il caldo
Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore

Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi

Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai

Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento
Che mi porti dritta
Dritta a te

Che freddo sentirai
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…

Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di tempo
E spazio non ne ho
Dato mai
 (parole di Giuliano Sangiorgi, voce di Malika Ayane)

lunedì, aprile 11, 2011

sostanziale prevedibile incoerenza

"La vita è sostanzialmente incoerente e la prevedibilità dei fatti un'illusoria consolazione" (parole di Alessandro Baricco)

Sono tornato in un posto che tanto tempo fa sembrava essere il più bello che avessi mai visto. Non ero già più piccolo allora, forse, anzi no, sicuramente, ero meno severo con me stesso, più sognatore e certamente non ero ancora stato deluso dall'aria stantia della vita.
Ho visto qualcosa in cui sinceramente credevo, forse l'ultima cosa in cui ho mai creduto: era lì, acciaio e plastica, rame e fibre ottiche, riempito da quel liquido ribollente e trasparente che ben conoscevo. Sotto 1400 metri di pura roccia calcarea, c'era l'ultimo oggetto in cui avevo creduto, il simbolo della vita che non fu mai.
Avevo paura di vederlo, devo essere sincero: pensavo che la strada non percorsa sarebbe potuta sembrare più bella della strada effettivamente percorsa. Non è stato così brutto, anzi: quel luogo non aveva più nessun significato per me. Un altro velo staccato dai miei occhi o un'altra pagina veramente girata della mia vita. E' stato soprendentemente liberatorio.

L'unica cosa che ho invidiato di quel posto? La piccola piazza sotto il grande monte, piena di odori e di fumo... il panino con la salsiccia e il pecorino... l'aria fresca e pungente... insomma, ciò che si invidia di ogni altro posto un po' lontano dall'amata Città Eterna...

mercoledì, aprile 06, 2011

Il tuffatore e la perla

Si dice che se il tuffatore pensasse sempre allo squalo, non metterebbe mai le mani sulla perla. L'essenza della vita è custodita in un'ostrica, nel mare della Paura che ci circonda. E lo squalo si chiama morte, o meglio, Paura della Morte, ovvero Paura della Paura. Non abbiamo molta scelta in questo caso: o rischiamo e cerchiamo di impossessarci della perla oppure viviamo nel rimpianto di non averci provato. La vita è una sola, un solo tuffo, un solo tentativo, una sola perla, un solo squalo... e la cosa peggiore non è tanto rassegnarsi a non provarci nemmemo, ma vivere in modo tale da giustificare costantemente questo rimpianto.

Temer si dee di sole quelle cose
c'hanno potenza di fare altrui male;
de l'altre no, ché non son paurose.
(parole di Dante Alighieri)

lunedì, aprile 04, 2011

Vivere non è difficile

Vivere non è difficile potendo poi rinascere
cambierei molte cose un po' di leggerezza e di stupidità.

Fingere tu riesci a fingere quando ti trovi accanto a me
mi dai sempre ragione e avrei voglia di dirti
ch' è meglio se sto solo...
Ma l' animale che mi porto dentro
non mi fa vivere felice mai
si prende tutto anche il caffè
mi rende schiavo delle mie passioni
e non si arrende mai e non sa attendere

e l' animale che mi porto dentro vuole te.
Dentro me segni di fuoco è l'acqua che li spegne
se vuoi farli bruciare tu lasciali nell' aria
oppure sulla terra.

(parole di Franco Battiato, cover di Carmen Consoli)

Continuo a respirare. Sul pelo dell'acqua. A volte bevo, a volte no. Nessuna boa. Leggerezza... occorre solo pensare alla leggerezza... respira... respira... e se bevi un poco, pazienza: sputa l'acqua e continua a resistere.

venerdì, aprile 01, 2011

punteggio 21?

"Meglio sapere chi siamo realmente, conoscere le tenebre che ci abitano, accettarle e affrontarle, piuttosto che pretendere che non esistano e organizzare la vita in modo tale che le tenebre restino nascoste. In questo modo non faranno altro che aggravarsi e governeranno la nostra vita a livello inconscio fino a quando, forse, riappariranno sotto un'altra forma. Quando tocchiamo le nostre tenebre – così profonde, così terribili – ci vergogniamo talmente da voler fuggire." (parole di Jean Vanier)

mercoledì, marzo 30, 2011

B.E.D.

"Quando tu riesci a non aver più un ideale, perché osservando la vita sembra un enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai; quando tu non hai più un sentimento, perché sei riuscito a non stimare, a non curare più gli uomini e le cose, e ti manca perciò l'abitudine, che non trovi, e l'occupazione, che sdegni – quando tu, in una parola, vivrai senza la vita, penserai senza un pensiero, sentirai senza cuore – allora tu non saprai che fare: sarai un viandante senza casa, un uccello senza nido. Io sono così" (parole di Luigi Pirandello)

Lo dico sempre che il buon Pirandello è un genio fottuto: siamo tutti un po' dei Vitangelo Moscarda... chi più... chi meno... e chi ancora non lo sa...

martedì, marzo 15, 2011

la giusta mistura

"La bellezza è mescolare in giuste proporzioni il finito e l'infinito" (parole di Platone)

martedì, marzo 08, 2011

uomini magici

"L’uomo magico è esposto al rischio della labilità nelle sue solitarie peregrinazioni, allorché la solitudine, la stanchezza connessa al lungo peregrinare, la fame e la sete, l’apparizione improvvisa di animali pericolosi, il prodursi di eventi inaspettati ecc., possono mettere a dura prova la resistenza del ‘ci sono’. L’anima andrebbe facilmente ‘perduta’ se attraverso una creazione culturale e utilizzando una tradizione accreditata non fosse possibile risalire la china che si inabissa nell’annientamento della presenza" (parole di Ernesto De Martino)

mercoledì, marzo 02, 2011

alessitimia

"L'unico modo per esprimere emozioni nella forma d'arte è per mezzo di un correlativo oggettivo; in altre parole, una serie di oggetti, una situazione, che potrebbero essere la formula di quella particolare emozione" (parole di Thomas S. Eliot)

Se ti chiedessero quali sono le emozioni primarie dell'uomo, tu cosa risponderesti? Io ne ho beccata solo una, la paura. Delle altre non ho saputo dire molto.
Mi sento strano, più distaccato del solito, se è possibile, gettato da una semplice domanda in una riflessione labirintica che non sembra aver fine... possibile che non sappia dire nulla di più delle emozioni? e che faccia così tanta fatica a riconoscerle? Che persona è uno che non sa cosa sia un'emozione?

"Un uomo che teme di soffrire soffre già quello che teme" (parole di Michel de Montaigne)

E alla fine rimane solo paura della paura...

venerdì, febbraio 25, 2011

freddo respiro di primavera

Bella è questa margherita di luce,
E il bacio lodatore di comete
A covare piccole uova e quiete,
Tenero fumo di marzo che cuce

Rumori e sogni, qui, dove traluce
Il primo scintillio di alte segrete
Contrade che, occhi e cuore, formerete
Entro le pieghe del sonno: conduce

Un suo fragile gioco quella nube
Rosata che sospende come un nulla
Beatamente libero e leggero

Al soffitto celeste – vedi, ruba
Nastri e api per festeggiare una culla
Ora il respiro della primavera.


(parole di Roberto Rossi Precerutti)

martedì, febbraio 22, 2011

piccola soddisfazione

Cito:
"Ricordandomi delle tue lezioni sulla fisica, mi sono chiesto se era possibile introdurre un capitolo anche su questo argomento. Mi spiego: posto che la fisica
classica si basa, come tu mi insegni, su alcuni assiomi, e tra questi il nesso di causalità, mi domandavo se, una volta confutato il determinismo (che della volontà e del libero arbitrio è evidentemente carnefice) fosse possibile, secondo te, arrivare ad ipotizzare il concorso della volontà individuale nella determinazione della realtà. Se a livello particellare la materia e l'energia si comportano secondo probabilità e
casualità e non più secondo necessità, esiste secondo te la possibilità teorica di un intervento, addirittura, attivo ed intenzionale sul mondo?
"

Una piccola inaspettata soddisfazione. Grazie!

martedì, febbraio 15, 2011

come piccole bilance

La vostra gioia
è il vostro dolore senza maschera.
Tanto più in fondo vi scava il dolore
tanta più gioia voi potrete contenere.
Il legno del liuto
che accarezza il vostro spirito
non è forse scavato col coltello?
Quando siete contenti
guardate in fondo al cuore
e troverete che soltanto
ciò che vi ha dato dolore vi dona la gioia.
Alcuni dicono:
“la gioia è più grande del dolore”,
e altri: “il dolore è più grande”,
in realtà sono inseparabili.
Essi giungono insieme
e quando una siede con voi
alla vostra mensa,
l’altro è disteso sopra il vostro letto.
Voi siete come bilance
sospese tra il dolore e la gioia.
(parole di K. Gibran)

giovedì, febbraio 10, 2011

la vida es corta y hay que bailarla

"Il Tango si trova tra un passo e l'altro" (parole di Carlos Gavito)

E la vita dove si trova?  Tra una paura e l'altra? Tra un dubbio e l'altro? Tra un dolore e un altro? E allora cerchiamola, con il coraggio e la freschezza di piccoli bambini che giocano a fare i cavalieri.

Quante volte la realtà in cui vivete
mi ha ridestato e richiamato a sé!
Io stavo in lei deluso ed atterrito
e di nuovo mi sono dileguato.
(parole di Hermann Hesse)

giovedì, febbraio 03, 2011

martedì, febbraio 01, 2011

Il lavoro mi perseguita, ma io sono più veloce

"Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro" (parole di Bertrand Russell)

Ci sono eventi che non si vorrebbero mai nella propria vita o in quella altrui, anche se inevitabili, anche se in qualche modo temuti e naturali come può esserlo una tempesta. Questi eventi quando arrivano hanno una grande potenza, nel male ma, a volte, anche nel bene: ridefiniscono ogni cosa, riscalano ogni priorità, risolvono ciò che sembrava irrisolvibile. Sono un filtro che viene messo davanti agli occhi e che sostituisce la "normale" visione: tutto appare diverso, tutto appare con contorni che prima non si notavano.

Ogni cosa viene riscalata e viene vista nelle giuste dimensioni: non so quanto durerà, ma spero di ricordare il più possibile qual è la vera dimensione del mondo e dei suoi fatti.

Ih comme ‘a faje longa cu ‘sta morte,
ma che se nasce sulo pe’ campà?
Io, quanno vene ‘aspetto sott”a porta
‘a guardo ‘nfaccia e dico: - Stongo ccà,
 
portame addò vuò tu, jammo fa amprèssa.-
E ‘na chitarra nun m’hadda mancà’
pecché alleramente ‘nzieme a essa
me voglio fa ‘o viaggio a ll’aldilà.
 
E po’ si chesta è ll’urdema avventura,
ne vale ‘a pena certo ‘e l’affruntà’
serenamente e senza avé’ paura.
Nun serve a niente ca tu vuò tremmà’.
 
Si po’ ce miette ‘o ppoco ‘e fantasia,
chistu viaggio t”o puo’ ‘mmaggina’
comme a ‘nu fiasco ‘e vino malvasia
ca si t”o bive te puo’ cunzula’.
 
Ecco comme ‘a vech’j’ ‘sta mia signora
e so’ sicuro proprio ‘e nun sbaglià.
Pirciò s’appresentasse a qualunc’ora
ca nun ce sta bisogno ‘e m’avvisa’.
(parole di Sergio Bruni)

venerdì, gennaio 28, 2011

rilassati

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte

e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.

Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.

I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.


Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!


Non essere crudele col cuore degli altri.

Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.


Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.

La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.

Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,

butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!


Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.

Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.


Sii gentile con le tue ginocchia,

quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.

Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.


Goditi il tuo corpo,

usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla!

Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.

Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,

non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.

Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,

ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.

Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.


Sii cauto nell'accettare consigli,

ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta.


(tratto dal film Big Kahuna)

lunedì, gennaio 24, 2011

melanzane bianche

Ho un turbine di pensieri, di emozioni e di immagini, che popolano la mente e il cuore. Ma non ho parole che posso dire: vorrei urlare tante cose e non solo asciugare quelle lacrime ma cancellarle proprio. Vorrei che veramente tutto questo non le fosse accaduto e vorrei assorbire quel dolore, perchè se c'è un viso che non posso vedere coperto di lacrime è proprio il suo. Ma posso fare ben poco per trasformare questa volontà in un atto. Così, mi dedico al ben poco.

"È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato" (parole di Arundhati Roy)

Ed è questo che non deve accadere. Per questo il mio ricordo sarà sempre e solo fatto di belle, grandi e succose melanzane bianche.

mercoledì, gennaio 19, 2011

Non c'è niente di più comico dell'infelicità

"Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio" (parole di Samuel Beckett)

lunedì, gennaio 17, 2011

Birds fly Over the Rainbow... Why then... oh, why can't I?

Perchè io non posso?
Circondato da cuori di cartone e da teste vuote, mi chiedo solo perchè io non posso avere la normalità che tutti sembrano avere.

Somewhere Over the Rainbow
Skies are blue
And the dreams that you dare to dream
Really do come true ...
(parole di Dorothy)

lunedì, gennaio 10, 2011

un passo sui bordi del tempo

eden, la danza di un mondo perfetto
eden si il tuo sguardo dice ti aspetto
oggi che ogni gesto ritrova il suo senso
poi eden un passo sui bordi del tempo
eden il riscatto il sogno protetto
eden la luce di un giorno perfetto
e se alla fine riusciremo a credere
nelle nostre promesse
avremo pace le risposte incognite
da sempre le stesse
per diventare adulti come nuovi dei
di un vecchio universo

per imparare ad affrontare il tempo noi
in un mondo diverso
e dare un domicilio alle distanze e poi
in un giorno perfetto
eden sala danze domenica aperto
eden il tuo passo che non è più incerto
eden un rifugio alla fine di tutto
eden la certezza che piega il sospetto
quando alla fine riusciremo a credere
nelle nostre promesse
avremo pace
, le risposte incognite
per sempre le stesse
per dare un domicilio alle distanze e a noi
e un giorno perfetto
avremo spiagge disegnate e morbide
tra un soffio di tempo
tramonti ed albe da aspettare in soffici
mattine d’argento
tra le foreste giocheremo a perderci
senza più orientamento
tra le tempeste insieme poi proteggerci
cullati dal vento
quando alla fine riusciremo a credere
nelle nostre promesse

quando alla fine riusciremo a credere
nelle nostre promesse
quando alla fine riusciremo a credere
nelle nostre promesse

quando alla fine riusciremo a credere
nelle nostre promesse

(parole e musica dei Subsonica)

tieni asciutta la tua polvere da sparo

"Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare" (parole di Oscar Wilde)

Non credo più alle parole e non ho un posto dove riporre nuova fiducia: c'è poco altro da dire e molto da fare. Il mondo vuole la guerra? E la guerra avrà, fino alle fine, fino allo sfinimento, fino a che qualcuno non dirà basta. E a questo giro non sarò io a farlo, ve lo assicuro. E' ora di lasciare la certezza dove si muore lentamente e bruciare del tutto inseguendo i sogni e le proprie aspirazioni: il coraggio è arrivato tardi, ma forse è arrivato... ed era ora!

"Felice colui che ha trovato il suo lavoro; non chieda altra felicità" (parole di Thomas Carlyle)

Staremo a vedere: come si dice, rimpongo quel poco di fiducia in Dio e asciugo la polvere da sparo.

mercoledì, gennaio 05, 2011

Vivo perché le montagne non sanno ridere né i vermi cantare.

"Che cosa succederebbe se il volto umano esprimesse fedelmente tutta la sofferenza di dentro, se l'espressione traducesse tutto il tormento interiore? Riusciremmo ancora a conversare? Non dovremmo parlare nascondendoci il volto con le mani? La vita diventerebbe decisamente impossibile se i nostri tratti palesassero l'intensità dei nostri sentimenti. Nessuno avrebbe più il coraggio di guardarsi allo specchio, perché un'immagine insieme grottesca e tragica mescolerebbe ai contorni della fisionomia macchie di sangue, piaghe sempre aperte e rivoli di lacrime irrefrenabili" (parole di Emil Cioran)

E di nuovo ti svegli la mattina e non ricordi più per quale motivo devi alzarti e uscire: l'hai semplicemente dimenticato. Poi rimani lì, immobile qualche istante, la testa a cavallo ancora fra due mondi, capace di ragionamenti e collegamenti che di lì a pochi minuti perderai totalmente: in questo stato di superiore sensibilità, decidi di non alzarti ma di riflettere sul motivo nascosto. E allora, come un fulmine improvviso, qualcosa ti illumina la mente: è un'idea, no, meglio, è una certezza. L'unica certezza che potrai mai avere. Non c'è motivo per alzarti, è presto detto. Non c'è più nessun cazzo di motivo per alzarti. Anzi, non c'è mai stato. Buongiorno Assurdità.

"Vorrei perdere la ragione a un unico patto: essere sicuro di diventare un pazzo allegro, brioso ed eternamente di buon umore, senza problemi né ossessioni, che ride senza motivo dalla mattina alla sera" (parole di Emil Cioran)

E la sera ti addormenterai sperando solo questo: di svegliarti pazzo il giorno dopo, ma di quei pazzi allegri, insolitamente allegri, costantemente allegri. Un Joker simpatico, con il sorriso dipinto sul volto: un sorriso che nasconde una ferita, ma pur sempre un sorriso che può bastare a sé ma soprattutto agli altri, così da non farsi e da non farti troppe domande. Così che le frasi di circostanza possano bastare, così che le frasi su un telefonino possano sostituirsi alla solitudine della realtà, così che vite che non si sono mai incrociate sembrino intrecciate. Così da farti superare la notte solitaria, superare l'insonnia e farti riposare un poco, solo un poco... quel tanto che basta per guardare la mattina dopo l'assurdità del mondo e sorriderle, solo a lei, oltre il trucco, oltre la ferita. Un sorriso genuino solo per lei, dolce signora Assurdità. E tanto dovrà bastarti.

"Tutto ha l'aria di esistere, e non c'è niente che esista" (parole di Emil Cioran)

lunedì, gennaio 03, 2011

freddo

"Ciò che muore per primo in noi, è l'entusiasmo, la possibilità di inebriare se stesso, di perdere la ragione, la fredda saggezza" (parole di Maxence Van der Meersch)