mercoledì, ottobre 31, 2007

...frammenti...

"L'infinito è immortale… e indistruttibile." (Frammento 3 di Anassimandro)

martedì, ottobre 30, 2007

Essere e tempo

Ci sono delle domande che meritano di esistere non tanto per trovare una risposta, ma per il solo significato e per il solo valore che concedono all'uomo nel momento stesso in cui se le pone. Non altro.

"È chiaro infatti che voi da tempo siete familiari con ciò che intendete quando usate l'espressione essente; anche noi credemmo un giorno di comprenderlo senz'altro, ma ora siamo caduti nella perplessità.» (Platone, Sofista, 244a) Abbiamo noi oggi una risposta alla domanda intorno a ciò che propriamente intendiamo con la parola 'essente'? Per nulla. È dunque necessario riproporre il problema del senso dell'essere. Ma siamo almeno in uno stato di perplessità per il fatto di non comprendere l'espressione 'essere'? Per nulla. È dunque necessario incominciare col ridestare la comprensione del senso di questo problema. Lo scopo del presente lavoro è quello della elaborazione del problema del senso dell''essere'. Il suo traguardo provvisorio è l'interpretazione del tempo come orizzonte possibile di ogni comprensione dell'essere in generale" (Essere e Tempo di Martin Heidegger)

L'incipit di quest'opera è già importante e mi fa piacere che in me ci sia ancora il desiderio di cimentarmi in queste opere: come ci ricoda il padre dell'ontologia infatti

"Orbene io ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca che sole sono da pensare: l'una che 'è' e che non è possibile che non sia, e questo è il sentiero della Persuasione (infatti segue la Verità), l'altra che 'non è' e che è necessario che non sia, e io ti dico che questo è un sentiero del tutto inaccessibile: infatti non potresti avere cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo... infatti lo stesso è pensare ed essere." (Della natura di Parmenide di Elea)

domenica, ottobre 28, 2007

Sperimentare!

Esperire, dal latino experior, ovvero "venire in cognizione provando e riprovando", sinonimo da usarsi raramente di sperimentare.
Certo che il mio Maestro è davvero un genio: risolve dubbi che neanche gli sollevo direttamente. Parla e tutto diventa più chiaro: prerogativa questa delle grandi menti ma soprattutto delle grandi anime.
La strada si fa sempre più chiara, mostrando tutte le sue difficoltà e tutte le sue gioie: posso farcela, lo sento, lo voglio, devo. E anche le parole di Heidegger diventano più chiare. illuminate da lui lungo la strada: "Siamo troppo in ritardo per gli dei, troppo in anticipo per comprendere l'Essere."
La salita è iniziata: tocca pedalare.

mercoledì, ottobre 24, 2007

Cui prodest? Cui bono?

Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto una risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure toccati. (Tractatus logico-philosophicus di
Wittgenstein)


Mi continuo a chiedere perchè riflettere e arrovellare la propria esistenza con pensieri che non si srà mai in grado di esprimere agli altri? Perchè domandarsi e rispondersi, se poi la realtà non è affatto comprensibile nel momento in cui diventa parola? A cui giova tutto questo? A se stessi, mi potrei rispondere, ma non è vero: la realtà vale nel momento dell'esperienza e lì si esaurisce, senza più valore, senza possibilità di espressione. Il mondo è sempre e comunque solo tutto ciò che accade, non quello che diciamo: solo il presente esiste. Solo il presente. Il pensiero, la riflessione e le proposizione su di loro sono solo mangime per uccelli morti.

lunedì, ottobre 22, 2007

Alla conoscenza come alla guerra!

Ieri sera il viaggio che normalmente compio solo e in silenzio è stato piacevolmente occupato dalle chiacchiere con una vecchia amica, che ha svelato cose di lei che non sapevo... e che sincronicamente mi riguardavano molto da vicino. All'inizio dell'interessante discussione, si è definita "donna lisergica" e poi mi ha inondato con le sue esperienze, in numero maggiori delle mie, e le sue riflessioni nate da a seguito dei trip. Catturato dai suoi racconti, ai quali poi ho aggiunto i miei (pochi per la verità) mi sono però dimenticato di chiederle cosa intendesse con quel termine che da questa mattina continua a rimbalzarmi in testa: "donna lisergica", cosa sta a significare? Non so dare una risposta o, meglio, in testa se ne affollano fin troppe e di nuovo ho la sensazione che la mia vita sia a metà fra due realtà, uno alla quale sfuggo e una che inseguo con tutte le energie e che forse ho raggiunto dopo molti sforzi: ma a questo punto il mio problema diventa (o diventerebbe) un altro. Si può vivere a metà?

"Un uomo va alla conoscenza come va alla guerra, con gli occhi aperti, paura, rispetto e assoluta fiducia. Andare alla conoscenza o andare alla guerra in ogni altro modo è un errore, e chiunque faccia questo tornerà sui suoi passi." (Gli insegnamenti di Don Juan di Carlos Castaneda)

giovedì, ottobre 18, 2007

L'itinerario della mente verso Dio

"Nessuno può giungere alla beatitudine se non trascende sé stesso, non con il corpo, ma con lo spirito. Ma non possiamo elevarci da noi se non attraverso una virtù superiore. Qualunque siano le disposizioni interiori, queste non hanno alcun potere senza l'aiuto della Grazia divina. Ma questa è concessa solo a coloro che la chiedono con fervida preghiera. È la preghiera il principio e la sorgente della nostra elevazione. Cosí pregando, siamo illuminati nel conoscere i gradi dell'ascesa a Dio." (Itinerarium mentis in Deum, San Bonaventura da Bagnoregio)

domenica, ottobre 14, 2007

Ancestrale timore degli dei

Ora capisco come in passato gli uomini dovevano sentirsi, privi di ogni difesa razionale concessa dalla ragione e costruita dalla scienza: indifesi di fronte al potere incontrollato e incontrollabile degli dei, che tutto potevano su noi piccoli uomini.
Ancestrale timore degli dei, non saprei spiegare meglio la sensazione che ho provato qualche ora fa e dalla quale non mi sono ancora ripreso e, spero, di non riprendermi mai, perchè per la prima volta mi sono sentito uomo in questo universo, percependo, anche se solo per una piccola frazione di secondo, la complessità del creato e la potenza dei suoi creatori e la piccolezza dell'uomo.
Ma possiamo arrivare a loro e dobbiamo farlo con ogni mezzo, con tutte le forze, perchè solo questo nella nostra breve vita ha davvero significato, nient'altro. Nulla esiste a confronto degli dei.
Ancestrale timore. Ed estasi nel sentirsi pervaso da un potere realmente superiore, incomprensibile e antico, più del tempo e dello spazio. Le parole non bastano, per la prima volta. La gnosi supera il logos. E' giusto così: la strada percorsa è quella giusta. L'unica che valga la pena di percorrere fino alla morte.
Tuttavia occorre ricordarsi che gli dei vanno rispettati e non ingannati: in mano loro siamo nulla.

Grande Spirito Blu della montagna,
nella casa di nubi blu,
presso la croce di miraggio azzurro,
sei nato, un giorno.
Là c'è solo bontà,
e di tanta bontà io sono grato.

Grande Spirito Giallo
che vivi a Sud, sulle montagne,
di gialle nubi è il Tuo corpo immenso.
Sovrano degli spiriti dei monti,
Sacra Divinità,
anche Tu di bontà Ti nutri e vivi.

Grande Spirito Bianco d' Occidente,
il Tuo corpo è di candido miraggio.
Sovrano degli spiriti dei monti,
Sacra Divinità,
ch' io sia felice delle Tue parole,
e che Tu possa godere delle mie.

Grande Spirito Nero a Settentrione,
di nere nubi è il Tuo corpo immenso.
Ed è per questo, Grande Spirito Nero,
che la Tua voce mi fa felice.
Possa farTi felice anche la mia.
E tutto ora è bontà.

(preghiera della tribù Apache)

mercoledì, ottobre 10, 2007

Autocoscienza fra "noi" e "altro"

"Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas." (Sant'Agostino)

E' interessante riflettere su come definiamo il concetto di "noi", su come cioè creiamo il concetto culturale (e non la cultura) alla quale appartieniamo: è un atto violento, quasi sempre, perchè nasce da un definire ciò che è/siamo/dovremmo/vorremo essere da ciò che non è/siamo/dovremmo/vorremmo. E' una separazione e di coseguenza violenta come deve essere ogni eliminazione e ogni selezione, anche se culturale. Ma rimaniamo comunque incompleti, anche dopo aver definito la "nostra" cultura e allora definiamo "altro" da noi, gli scarti, che non buttiamo ma inseriamo in un'apposita cultura distaccata da noi ma che vive in contatto, in simbiosi con noi.
Interessante concetto che l'antropologia culturale sviluppa a dovere: simbiosi fra "altro" e "noi" per definire il nostro sé. Autocoscienza che nasce dalla paura e dalla diversità, dalla negazione e dalla necessità. Interessante. Suggestivo.

"Solo quando pensiamo intensamente a cosa è già stato pensato comprenderemo il senso corretto di quello che è già stato pensato." (Martin Heidegger)

lunedì, ottobre 08, 2007

Intransigenza!

Think for Yourself, Question Authority. (T.Leary)

Sinonimi
: fermezza, severità, durezza, rigore
Vedi anche: fiscalità, inflessibilità, puntigliosità, inclemenza, inesorabilità, intolleranza, rigidezza, rigorosità

You're only as young as the last time you changed your mind. (T.Leary)

Contrari: bontà, comprensione, condiscendenza
Vedi anche: apertura, disponibilità, elasticità, indulgenza, tolleranza, generosità, umanità, benevolenza, bonarietà

Caro il mio Brain, non hai capito nulla degli uomini: "non costringerai a esistere ciò che non esiste" diceva il buon Parmenide e penso proprio che avesse ragione...