mercoledì, giugno 30, 2010

castello di sabbia

"L'anarchico è quell'individuo che esprime un'insofferenza esistenziale contro ogni forma di autorità, che lotta contro il potere prima di tutto perché esso lo opprime direttamente" (parole di Emil Armand)

C'è una spinta distruttiva dentro di me, non c'è niente da fare: un desiderio, un'esigenza, una passione vera e bruciante, per distruggere tutto dopo che ho costruito qualcosa... E' come quando da piccoli facevamo i castelli di sabbia: i bambini, le persone, si dividono in due categorie. Quelli che si mettono seduti a guardare, a contemplare e a gioire dei castelli appena fatti, aspettando che il vento, il mare o il primo stronzetto di passaggio (o chissà un pallone volato da chissà dove) li distrugga. E quelli invece, come me, che avevano un unico scopo nel fare il castello di sabbia: poterlo distruggere subito dopo, con immenso piacere e godimento. Saltare con frenesia, rabbia e gioia su quello che si era costruito, incuranti della fatica fatta, incurante del vuoto che ne seguirà, presi da un'estasi quasi dionisiaca derivante dalla distruzione intesa come spinta al cambiamento... mi sento così... sono al limite... intorno a me ci sono castelli di sabbia quasi finiti, costruiti con fatica e sudore, impastati con sofferenza e gioia. Alcuni meravigliosi, altri funzionali, forse alcuni usciti pure male: li sto finendo e già sento l'istinto che nasce da dentro. L'istinto a distruggerli perchè alla fine ho paura a vederli erosi dal tempo, dall'aria, dai vandali e dalle onde impietose. Perchè alla fine, per quanto mi sia impegnato, per quanto vi siate impegnati, è tutto solo e semplicemente un castello di sabbia.

"Distruggete tutto ciò in cui avete creduto finora, buttate a mare tutto ciò che fino ad ieri rappresentava il basamento della vostra vita: vi sembrava granito e non era che pietra pomice, vi sembrava eterno ed è invece friabile e inutile" (parole di Herbert Marcuse)

mercoledì, giugno 23, 2010

quale sarà la mano

Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera


Mi sento così a volte... no, non che mastico e sputo... mi sento proprio la cera che viene masticata da una bocca serrata e famelica, che senza pietà mi sputa e poi mi riprende...

mastica e sputa
prima che venga neve
luce luce lontana
più bassa delle stelle

quale sarà la mano
che ti accende e ti spegne
ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena


Capita che una carezza non sperata e non cercata, arrivi quando meno te l'aspetti e ti dia un fremito che non ti aspettavi... una mano nella propria... una abbraccio cieco... un calore che viene da fuori ed entra fin dentro... fin dentro cosa? Dove va a finire questo calore? Cosa riscalda? E dove scompare?

un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
e se lo sa mio padre
dovrò cambiar paese
se mio padre lo sa
mi imbarcherò sul mare


Il desiderio latente, anche se urla forte... il desiderio che esplode di imbarcarsi, lasciare una terra nota e andare chissà dove, senza un motivo e senza fretta... con la testa spensierata, il cuore leggero... leggerezza è la sensazione cercata, leggerezza è la parola santa, leggerezza è uno stato globale, di spirito e corpo, di fuoco e di terra...

Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera

mastica e sputa
prima che faccia neve
stanotte è venuta l'ombra
l'ombra che mi fa il verso


Viviamo con l'idea che ci sia qualcuno accanto a noi e allora come pazzi lo cerchiamo: siamo completamente presi dalla ricerca spasmodica di un completamento che ci pare lontano, impossibile, ideale e fantasioso... e invece l'unica compagna con la quale dobbiamo ricongiungerci è la nostra ombra, solo lei... una metà perduta che ci segue paziente: perchè tanto da lei non si può scappare e prima o poi ci sarà un giorno in cui allo specchio vedremo solo la nostra ombra e non più quel falso viso che mostriamo al mondo...

le ho mostrato il coltello
e la mia maschera di gelso
e se lo sa mio padre
mi metterò in cammino
se mio padre lo sa
mi imbarcherò lontano


Certe volte vorrei strapparmela di dosso questa maschera, fatta di sorrisi stupidi, di battute simpatiche, di frasi mai dette e di desideri ormai spenti... vorrei buttarla via e mostrare la follia dell'assurdo, il grido sordo del muto, lo sguardo sanguinante del cieco... vorrei...

Mastica e sputa
da una parte il miele
mastica e sputa
dall'altra la cera

mastica e sputa
prima che metta neve
ho visto Nina volare
tra le corde dell'altalena

un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
luce luce lontana
che si accende e si spegne


Ma alla fine è questo l'effetto di svegliarsi stanchi, con De Andrè nella testa e un'idea antica che rimbalza, aiutata da sensazioni passate che tornano, dalla mente che non è lucida e dal cuore che ha paura...

quale sarà la mano
che illumina le stelle
mastica e sputa
prima che venga neve


Alla fine è solo sonno, popolato di sogni, circondato da incubo... è solo sonno, che non passa e rimane lì e si sedimenta, si stratifica, si accumula... e non va via, se non portandosi dietro tutto quello a cui è attaccato...

(parole e musica grazie a De Andrè)

lunedì, giugno 21, 2010

Da un lato vorrei essere solo

Ormai è 3 il mio limite. Oltre quel numero scatta un meccanismo di protezione e alienazione: più di 3 persone intorno a me, sono già folla e allora vorrei già essere altrove, vorrei già essere invisibile, vorrei scappare, nascondermi, scavare, fuggire, correre, saltare via. Vorrei scomparire.

"È la folla come fallo, è l'errore di massa. Non l'erranza. È finita quell'erranza, il nomadismo, il pensiero. Dove c'è qualità si muore. Si tocca il filo rosso. Crepi. È cortocircuito" (parole di Carmelo Bene)

Chissà quale cortocircuito scatta in me al superamento di quel numero di anime intorno... vorrei tanto saperlo, perchè il meccanismo so che non è sano, so che non è un bene... ma non ne capisco l'origine, il quando e il come, e ancora meno ne colgo il perchè...

"All'albatro gli è venuta pena, pena e rabbia per questa nostra eterna condizione di condannati a non capirci mai al momento giusto. Condannati a darci sempre appuntamenti mancati" (parole di Jack Folla)

Ne ho mancati tanti, per noia e per paura. Ne ho mancati davvero troppi forse di appuntamenti: mi sento come il pazzo delle fermate... non lo conoscete? a Roma non c'è? E' quell'uomo apparentemente normale, che sta alle fermate degli autobus, aspetta e aspetta, ma non sale mai su nessun autobus... la sua è un'eterna attesa di solitudine...

martedì, giugno 15, 2010

Due cose belle ha il mondo: amore e morte.

"Fui pervaso fin nel più profondo del cuore dal sentimento dell'impermanenza di tutte le cose che mi era stato trasmesso da mia madre. La vita umana era effimera come i petali avvizziti, spazzati via dal vento. La nozione buddhista dell'impermanenza (mujo) faceva parte del mio essere più intimo. Niente nell'universo intero può resistere al tempo. Tutto ne viene travolto, tutto è condannato a scomparire o a mutare. Anche lo spirito, come la materia, è chiamato a trasformarsi, senza mai poter raggiungere la permanenza. Per questo l'uomo è costretto ad avanzare in solitudine, senza alcun appoggio stabile. Come è detto nello Shodoka, neppure la morte, che lascia ciascuno solo nella sua bara, è definitiva. Soltanto l'impermanenza è reale" (parole di Taïsen Deshimaru)

Da alcuni giorni vengo pervaso da un senso di vuoto spinto, che mi torce lo stomaco e mi stringe il cuore, quando penso al concetto di morte: nessun istinto suicida, ovviamente, ma una riflessione emotiva e razionale al tempo stesso, che mi porta a confrontarmi con il gioco della vita, con la sua utilità o, meglio, con la sua inutilità. Sento profondo in me per la prima volta il peso concreto del non senso, dell'inutilità e dell'assurdo. Un peso difficile da sostenere che mi riporta alla mente la mia solitaria esperienza estatica, quando mi sono forse affacciato dall'altro lato, forse ho guardato attraverso una finestra opaca ma non nera, forse ho superato l'impermanenza data dal Velo e ho visto qualcosa di diverso. Non riesco a dire cosa, ovviamente, perchè come dice Dante l'Alta Fantasia non serve di fronte alla Divine Geometrie. E ora capisco il bisogno, la fame che il Maestro solitario mostra ogni volta che lo sento: il desiderio ancestrale di tornare lì per un poco e di affrontare poi il mondo con maggiore e immotivabile serenità.

"È necessario che l'anima continui ad amare a vuoto, o per lo meno a voler amare, anche soltanto con una parte infinitamente piccola di se stessa. Allora un giorno Dio stesso viene a rivelarsi a lei e a mostrarle la bellezza del mondo, come avvenne per Giobbe. Ma se l'anima cessa di amare precipita già qui sulla terra in uno stato quasi equivalente all'inferno" (parole di Simene Weil)

giovedì, giugno 10, 2010

Artefice della tua Anima

"Sfuggire al contagio della follia e della vertigine collettiva tornando a stringere per conto proprio, al di sopra dell'idolo sociale, il patto originario dello spirito con l'universo" (parole di Simone Weil)

E' questo che vedo intorno a me... follia. E per questo mi sto ricavando una nicchia "ecologica", un antro, un rifugio e un po', lo ammetto, anche una prigione. Ma è meglio così, è meglio una limitata solitudine, fatta di rari incontri con poche persone, che immergersi, sprofondare, affogare nella merda di questa prigione di tempo e spazio che ci circonda. Ogni tanto, prendendo fiato, tento una piccola traversata, ma è stancante e, soprattutto, doloroso. Ricerco il patto originale del mio spirito con l'Universo, la forma contenuta nel mio albero, perchè solo questo mi può dare la tranquillità.

"Troverete la pace dello spirito quando prenderete le vostre decisioni e agirete secondo i dettami della vostra natura e dei vostri obiettivi" (parole di Ari Kiev)

Quando agiremo secondo natura, gli obiettivi non esisteranno più.

venerdì, giugno 04, 2010

la ricerca

"Il desiderio trasformato, elaborato, è illuminazione. Alla radice del desiderio c'è la ricerca della felicità. Tutti siamo motivati dalla ricerca della felicità, qualunque azione compiamo" (parole di Sabina Guzzanti)

Ricerca... immagino come posso essere felice e alla mente mi vengono diversi ricordi... un albero curvo in mezzo al prato e due teste sulle mie gambe... uno squarcio di montagna che ti sfida... il rumore di un piccolo motorino bianco e peloso... il sorriso nei suoi occhi... immagino la felicità e arrivano ricordi... sorrido di questo: non vuol dire forse che allora, in fondo, oltre ogni cosa, io sono felice?

"La mancanza di desideri è il segno della fine della gioventù e il primo e lontanissimo avvertimento della vera fine della vita" (parole di Goffredo Parise)

E allora brindo alla vita che ancora mi è dentro visto che brucio dai mille desideri e sogni... quanto realizzerò lo sanno solo gli dei... certo è che continuerò a bruciare!