mercoledì, dicembre 31, 2008

Inno

Deve sempre tornare il mattino?
Non finirà mai la violenza terrena?
La funesta operosità distrugge
Il barlume celeste della notte.
(da Inni alla Notte di Novalis)

La strada è dritta, scura, sicura, tranquilla anche se in parte sconosciuta. La percorro senza pensare a dove mi porta, da dove parto e come viaggio: osservo e vivo ogni centimetro di asfalto, con un pensiero nel cuore che so mi farà compagnia e mi cullerà quando mi addormenterò... lo stesso pensiero che mi si affaccia nella testa la mattina quando l'ultima sveglia dell'anno mi porta a lavoro... un dolce pensiero, dal gusto di freddo mare, di giardini impensati, di gradini di una piazza magica e di un caldo thè al gusto di limone e miele... la magia è nei piccoli istanti del battitto del nostro cuore...

lunedì, dicembre 29, 2008

Ogni re, ogni schiavo

"Ogni re deriva da una stirpe di schiavi ed ogni schiavo ha dei re tra i suoi antenati." (parole di Platone)

domenica, dicembre 28, 2008

Pensiero di (post)natale

"L'infelicità rende Dio assente agli occhi degli uomini per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una prigione oscura. Una specie di orrore sommerge tutta l'anima. Durante questa assenza non trova nulla che possa amare. E se in queste tenebre, in cui non vi è nulla da amare, l'anima smette di amare, l'assenza di Dio diventa definitiva: è terribile solo a pensarci." (parole di Simone Weil)

sabato, dicembre 27, 2008

Come topi nel labirinto

«So che questa è una domanda indiscreta, ma lei, per caso, è clinicamente pazzo?»
«Possibile, ma assai improbabile. Perché?»
«Bè» ribatté Richard «Uno di noi deve esserlo per forza!»
(da Nessundove di N.Gaiman)

Avete mai l'impressione di essere in un enorme labirinto, come dei topi da laboratorio: mentre ognuno di noi cerca di discricarsi fra false strade e vie senza uscite, qualcuno ci osserva, in silenzio, annotando ogni cosa, ogni nostra mossa. Oggi ho avuto quest'immagine nella mia testa, di essere osservato mentre vago per uscire dal labirinto della mia vita: ma osservato da chi? Oggi ho visto anche questo: chi segue i miei spostamenti e li annota con attenzione su un consunto taccuino, altro non è che un topo esattamente identico a me... beh, non proprio uguale: lui indossa un completo elegante sotto un camice bianco... ma è pur sempre un topo come me. Squit!

giovedì, dicembre 25, 2008

Parenti stranieri

Non sai che ognuno ha la pretesa di soffrire molto più degli altri? (parole di Honoré de Balzac)

Non mi è concessa la semplicità, forse perchè non la cerco o forse perchè karmicamente non la merito ancora. Eppure non mi lamento ma, al contrario, gioisco per quello che non è accaduto e per quello che invece si è rivelato: intanto, come al solito, rifletto e mi perdo nel mio stesso pensiero... i parenti diventano stranieri, in questi giorni come e non più che in altri, ma ora me ne rendo conto di più e, cosa peggiore, non sono il solo a rendersene conto: voci tristi e interdette che al telefono accampano scusa non richieste vanno di pari passo con voci vicine ma sconosciute, che riportano discorsi sentiti mille volte e da mille anni per me vuoti di significato. Voci che mi costringono in entrambi i casi a mentire o forse mento loro per ingannare un po' tutti e trasformare l'aria opprimente e pesante delle feste in una brezza un po' più leggera... intanto le voci di parenti stranieri rimangono per ore nella stanza e vorresti non sentirle più, vorresti solo dormire e dormire ancora, riposarti perchè un po' pensi di meritarlo... e ancora vorresti solo il dolce abbraccio delle tue camelie lontane: per fortuna che il loro calore supera le distanze e senza affievolirsi arriva fino a qui... la loro voce, l'unica che vuoi sentire, l'unica che vorresti nell'aria, l'unica vera voce che ti parla. E in fondo a quello che potrebbe essere qualcosa di triste, ancora una volta vedi la ruota girare e la gioia nascosta dalla paura spunta trionfante: il vero Natale, quello delle mie dolci Camelie.

mercoledì, dicembre 24, 2008

Sol Invictus

"La mia giustizia sorgerà come un sole e i suoi raggi porteranno la guarigione...il giorno in cui io manifesterò la mia potenza, voi schiaccerete i malvagi" (dal Libro di Malachia)

Mai come ora vorrei che la Giustizia si alzasse come un Sole che tutto illumina.

lunedì, dicembre 22, 2008

Consiglio

"Tante e tante volte si ripete nella Bibbia questo invito: non temete. Tante volte quante le spire di paura che ci stringono e ci fanno vivere tristi e delusi. Dio desidera che non abbiamo paura, paura di vivere, d'essere noi stessi, paura di donarci agli altri, paura di essere perseguitati perché andiamo contro corrente verso la luce. Dio non vuole che abbiamo paura, mai." (parole di Paolo Spoladore)

Buon primo giorno di Inverno, ormai concluso.

domenica, dicembre 21, 2008

E' quasi magia, Haag!

"È facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende sempre qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città. E quando questi due esseri s'incontrano e i loro sguardi s'incrociano tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel momento e quella straordinaria certezza che tutte le cose, sotto il sole, sono state scritte dalla stessa mano, la mano che risveglia l'Amore e che ha creato un'anima gemella per chiunque lavori, si riposi e cerchi i proprio tesori sotto il sole, perché se tutto ciò non esistesse non avrebbero più alcun senso i sogni dell'umanità." (parole di Paulo Coelho)

E' vero: sono un romantico. Ma si muore di questa malattia?

sabato, dicembre 20, 2008

Occasioni

"Definizione di pompelmo: un limone cui si è presentata un'occasione e ha saputo approfittarne." (parole di Oscar Wilde)

La sensazione è proprio questa... il Compadre ha visto l'occasione, l'ha presa al volo e ne ha approfittato, al meglio direi. Ora è un bel pompelmo, tornato per un poco nella terra dei limoni... mi chiedo: come guarda il mondo giallo dei suoi ex fratelli limoni, un bel pompelo rosa? Non lo so... non so se devo sperare che invidi il nostro simpatico colore o lo ritenga semplicemente... troppo giallo... Non so e mi tengo il dubbio. Per ora l'unico consiglio è riposarsi.

venerdì, dicembre 19, 2008

Quando non occorre dire

"Quello che conta tra amici non è ciò che si dice, ma quello che non occorre dire." (parole di Albert Camus)

Alla fine la vita è davvero per il 90% solo e dannata manutenzione. Occorre solo aspettare e non disperarsi più del dovuto. Bentornato Compadre, anche se per poco.

giovedì, dicembre 18, 2008

Meteoropatia...

La meteoropatia, dal greco μετέωρον (meteoron,cosa che è, che avviene in alto) e πάθος (pathos, passione, malattia), è un termine che sta ad indicare un insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni meteorologiche...

C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole
anzi d'antico: io vivo altrove e sento
che sono intorno nate le viole
Sono nate nella selva del convento
dei cappuccini tra le morte foglie
che al ceppo delle querce agita il vento.
(parole di Giovanni Pascoli)

Attendo e respiro. Mi basta.

martedì, dicembre 16, 2008

Di nuovo pioggia

E spero che questa volta lavi via tutto me stesso, senza lasciare traccia di quello che sono, di quello che voglio essere e di quello che sono per altri. Voglio essere lavato via: sciolto nella pioggia, senza più identità, voglio solo scorrere via, lento e inesorabile, senza meta, ma con una fine.

lunedì, dicembre 15, 2008

Solo un mammifero

Oggi rubo il fiato alle mie ansie, perciò
Se guido in fretta sotto il sole, giusto perché
Necessito contatto fisico più che intimo e subito.

No complicazioni, zero o poca teoria, non più
Discorsi oziosi e gente in posa, ma solo
Voci amiche, caldi sguardi e voglia di disconnettermi…confondermi.

Quando il mammifero è ciò che ti resta di me
A corpo libero, in tutto l’istinto che c’è.
Solo un mammifero è ciò che ora cerco da te.
Vivo compulsivo e senza più gravità.

Oggi non mi voglio critico. Neanche necessariamente lucido.
Solo muovermi sudando disarticolato, confondermi distinguermi.
Voglia di ballare, però forse non so non dirmi cosa fare, perché non lo farò.
Su onde cerebrali a corpo libero tutto il tempo che tempo non è…

(Mammifero dei Subsonica)

quello che faccio sono

"Il lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi. La propria realtà – per se stesso, non per gli altri – ciò che nessun altro potrà mai conoscere." (parole di Joseph Conrad)

Se è vero quello che dice Joseph, allora è semplice la causa della mia nausea a lavoro: quello che sono non mi piace. Ma non mi trovo d'accordo con lui, non la vedo in questo modo, non posso vederla così... e allora cerco parole più antiche che un po' mi illudono che questo lavoro abbia qualche senso...

"Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero." (parole di Aristotele)

Ma anche loro sono solo un'illusione, rispetto alla semplice verità: sono quel che faccio e se non faccio niente, allora semplicemente non sono niente. Amen.

venerdì, dicembre 12, 2008

giovedì, dicembre 11, 2008

siamo solo pazzi

αλλ ουδ ωσ εταρουσ ερρυσατο, ιεμενοσ περ αυτων γαρ σϕετερησιν ατασθαλιησιν ολοντο, νηπιοι
Ma non potè salvarli, anche se tanto lo voleva, perché si perdettero per la loro follia, pazzi

Provo... a scomparire...

Provo a difendermi
Difendermi da me
Senza nascondermi
Difendermi da me
Non so se riusciro' ma sono tutto quel che ho
Provo a difendermi
Ma il vento e' troppo forte
Provo a difendermi
Rinforzo le mie porte
Al coperto e tra le mura
Preparo un'altra serratura

Difendermi...
Difendermi...

Provo a difendermi
Difendermi da solo
Io non possiedo armi
Pero' in compenso volo
Un'ultima stazione
E la tua benedizione...

Io volo sopra I campanili e sopra le citta'
Invento nuove forme in cielo
E all'improvviso contro il sole io andro'
Piano...piano...piano
Io scompariro'
Davvero

Provo a difendermi
Difendermi da chi
Inutile suonare
Non abito piu' qui
Nessun indizio...
Niente
Sto diventando trasparente

Difendermi...
Difendermi...

Io volo sopra I campi in fiore e sopra le citta'
Invento nuove forme in cielo
E all'improvviso contro il sole io andro'
Piano...piano...piano
Io scompariro'
Davvero
(Provo a difendermi dei Negrita)


Scomparire... difendersi... ancora paura: non sono io ad averla, ma è lo stesso... la sento addosso, la sento mentre respiro, la sento sulla pelle... ma come faccio a fare mia la paura degli altri quando io stesso voglio diventare trasparente, scomparire, stanco di alzare muri e di difendermi... forse la paura non va più via, mentre concedo le mie chiavi a qualcuno che ha ancora più paura di me è questo il pensiero che mi viene in mente... sono confuso, non controllo le parole... non c'è scampo, nessuna pietà: la paura lascia posto solo alla rabbia, amica mia... come un animale, che messo all'angolo dal suo predatore, disperato trasforma paura in rabbia, così ognuno di noi quando la vita ci si stringe addosso trasformiamo la paura di sentirci vivi nella rabbia per il sentirci vivi... intanto il telefono di tutti squilla e si agita, ma nessuno vuole rispondere... respiriamo, controlliamo la paura, lasciamo che la rabbia passi via come questa fottuta pioggia sull'Urbe... laviamoci, togliamoci di dosso i vestiti vecchi, stiamo nudi per un po', senza marche, senza stile, senza pretese... stiamo nudi, con la pioggia che ci lava e ci sporca al tempo stesso... vediamo che accade a stare così, come gli Dei ci hanno fatto... nudi, ma umani.

martedì, dicembre 09, 2008

L'ingranaggio

Vorrei poter aprirmi la testa e vedere il meccanismo che non funziona nel mio cervello: sono convinto che manchi qualcosa... che un piccolo ingranaggio, piccolo piccolo, si sia rotto... non funziona più niente, eppure non ho paura di questo. Ma so che non funziona niente e non mi importa.

"Posso misurare il moto dei corpi, non l'umana follia." (parole di Isaac Newton)

lunedì, dicembre 08, 2008

Il ramo d'oro

"Nascosto entro un albero ombroso c'è un ramo, d'oro le foglie e la verga flessibile, sacro all'inferna Giunone: e tutto il bosco lo copre, entro le oscure convalli protetto lo tengono l'ombre. Ma non prima è concesso scendere sotto la terra che si sia colto dall'albero l'auricomo ramo. Strappalo via, con la mano: da solo verrà, sarà facile se i fati ti chiamano; se no, né con forza nessuna, né con il duro ferro piegarlo o stroncano potrai." (dal Eneide di Virgilio)

Magia. Non ho altre parole per questi giorni appena trascorsi. Magia.

venerdì, dicembre 05, 2008

Cielo d'acciaio

"Amo questo tempo; Amo questo cielo d'acciaio; Amo la tranquillità della terra indurita dal gelo." (parole di Charlotte Brontë)

Bell'immagine di un cielo fatto d'acciaio: è quello che c'è oggi sull'Urbe, che mi incanta con i suoi riflessi, così metallici, e i suoi colori, così taglienti. Vento forte e freddo, che ti consuma il viso, ma ti fa sentire vivo mentre tutto il tuo corpo si concentra per portare calore laddove se ne perde. E stormi d'uccelli in volo: ogni mattina, da una settimana, vedo stormi di uccelli mentre passo sul raccordo e volano sempre da destra verso sinistra. Oggi però ho notato un piccolo gruppo di uccelli che si staccava dallo stormo e andava nell'altra verso... mi sono tornate alla mente le parole di un libro che rivelano che quegli stormi sull'Urbe si formano perchè gli uccelli sono inseguiti da piccoli falchetti piuttosto comuni... a noi uomini quegli uccelli sembrano tutto fuorché impauriti: le loro forme scatenano chissà cosa nella nostra testa... vediamo tutto in quello che in realtà è nulla.
Amo questo cielo d'acciaio: indurisce gli animi.

mercoledì, dicembre 03, 2008

Canzone Quasi D'amore

Non starò più a cercare parole che non trovo
per dirti cose vecchie con il vestito nuovo,
per raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro
e partorire il topo vivendo sui ricordi, giocando coi miei giorni, col tempo...

O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
o che per le mie navi son quasi chiusi i porti;
io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi,
non voglio menar vanto di me o della mia vita costretta come dita dei piedi...

Queste cose le sai perchè siam tutti uguali
e moriamo ogni giorno dei medesimi mali,
perchè siam tutti soli ed è nostro destino
tentare goffi voli d' azione o di parola,
volando come vola il tacchino...

Non posso farci niente e tu puoi fare meno,
sono vecchio d' orgoglio, mi commuove il tuo seno
e di questa parola io quasi mi vergogno,
ma c'è una vita sola, non ne sprechiamo niente in tributi alla gente o al sogno...

Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
e quasi non ti accorgi dell' energia dispersa
a ricercare i visi che ti han dimenticato
vestendo abiti lisi, buoni ad ogni evenienza, inseguendo la scienza o il peccato...

Tutto questo lo sai e sai dove comincia
la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
perchè siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
e abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri,
saggi, falsi, sinceri... coglioni!

Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata:
tienila in mia memoria, ma non è un capitale,
ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto, che la noia di un altro non vale...

D' altra parte, lo vedi, scrivo ancora canzoni
e pago la mia casa, pago le mie illusioni,
fingo d' aver capito che vivere è incontrarsi,
aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare,
bere, leggere, amare... grattarsi!

(parole di Francesco Guccini)

Anche le mani...

Alla fine dovevano cedere anche loro, anche le mie mani: non potevano resistere all'infinito, la lotta del cambiamento è dura per tutti, per tutto, per ogni parte... il Cambiamento, la Morte rovesciata o dritta dei Tarocchi... il mio Amico del Dharma mi dice che ha trovato la mia carta caduta a terra, fuori dal nascondiglio: ha visto la Scheletrica Mietitrice, la carta che più di tutte evidentemente ora mi appartiene... il Cambiamento è disceso anche sulle mie mani e ora non ho più nessun'ancora di salvezza quando incrocio la mia immagine allo specchio... nulla più riconoscono, neanche loro, le mani, che in questi mesi non erano mai cambiate: ora noto invece un piccola fossetta, uno spazio prima occupato dalla carne e ora invece teso, probabilmente fra un osso e un tendine... un piccolo avvallamento dove prima c'era la rotondità della carne... ora invece vi è la tensione della pelle... tutto cambia... non mi riconosco... dovrei aver paura di questo?

"Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso." (Da Uno, nessuno e centomila di L.Pirandello)

martedì, dicembre 02, 2008

Abbandono

"Abbandoniamoci indiscriminatamente ad ogni cosa le nostre passioni ci suggeriscano, così vivremo per sempre nella felicità…La coscienza non è la voce della natura ma solo quella del pregiudizio." (parole del Marchese de Sade)

Ondeggio

Sostenuto da una spinta misteriosa, come fossi un naufrago senza più speranza ma sereno, mi lascio cullare dalle acque dell'esistenza. Senza domande. Senza risposte. Senza dubbi. Ondeggio.

"Il cuore e la ragione discutevano. E il dubbio sedeva tra loro." (parole di Nino Salvaneschi)

lunedì, dicembre 01, 2008

Siamo uomini o danzatori?

I did my best to notice
When the call came down the line
Up to the platform of surrender
I was brought but I was kind
And sometimes I get nervous
When I see an open door
Close your eyes
Clear your heart...
Cut the cord


Are we human?
Or are we dancer?
My sign is vital
My hands are cold
And I'm on my knees
Looking for the answer
Are we human?
Or are we dancer?

Pay my respects to grace and virtue
Send my condolences to good
Give my regards to soul and romance,
They always did the best they could
And so long to devotion
You taught me everything I know
Wave goodbye
Wish me well..
You've got to let me go

Are we human?
Or are we dancer?
My sign is vital
My hands are cold
And I'm on my knees
Looking for the answer
Are we human?
Or are we dancer?

Will your system be alright
When you dream of home tonight?
There is no message we're receiving
Let me know is your heart still beating

Are we human?
Or are we dancer?
My sign is vital
My hands are cold
And I'm on my knees
Looking for the answer

You've got to let me know


Are we human?
Or are we dancer?
My sign is vital
My hands are cold
And I'm on my knees
Looking for the answer
Are we human
Or are we dancer?

Are we human?
Or are we dancer?

(dei The KIllers - Human)

sabato, novembre 29, 2008

UME: tutti dovrebbero...

E mi ritrovo a "scantonare" in giro per San Pietro, alla ricerca di un piccolo angolo di delizie dolci e salate: facilmente lo troviamo senza problemi... sembra un piccolo anfratto, una magica grotta piena di luci e di odori... via barletta 23... scendiamo le strette scale: sapevamo che non c'era modo di consumare nulla all'interno del posto e già prima di scendere avevamo deciso la nostra prossima meta... andremo a mangiare le delizie della grotta direttamente in Piazza San Pietro... recuperiamo il cibo, dopo minuti lunghissimi di indecisione... rustici per me, crepe con cioccolato per lei... resistendo all'odore invitante che trasportavamo e all'altrettanto invitante desiderio di shopping pre-natalizio... tutto era in odore della regina delle feste, tutto già sapeva di quella magia che prende tutti gli uomini, tutte le donne e tutti i bambini per circa 20-25 giorni l'anno... tutto era già pronto per il natale: si attende solo il calendario... ci sediamo in piazza, tutto libero, tutto sgombro: pochi visitatori e tutti rigorosamente in fila per entrare, un cielo che da azzurro promette un rosa incantevole e stormi di uccelli lontani che disegnano forme senza mai fermarsi... addentiamo la nostra delizia: i miei morsi sono rapidi, mentre i suoi sono lenti e metodici. Non una goccia di sacro cioccolato deve essere sprecata... e così accade: in un tripudio di sensi e di piacere, la crepes finisce... le sue parole incorniciano questo pomeriggio di tranquilla esplorazione: "tutti dovrebbero mangiare una crepe seduti a San Pietro". E' vero.

venerdì, novembre 28, 2008

Gloria e rabbia

"Ogni scampo è preciso, e già Minerva
per l'asta mia ti doma. Ecco il momento
che dei morti da te miei cari amici
tutte ad un tempo sconterai le pene.
Disse, e forte avventò la bilanciata
lunga lancia. Antivide Ettorre il tiro,
e piegato il ginocchio e la persona,
lo schivò. Sorvolando il ferreo telo
si confisse nel suol, ma ne lo svelse
invisibile ad Ettore Minerva,
e tornollo al Pelìde. - Errasti il colpo,
gridò l'eroe troian, né Giove ancora,
come dianzi cianciasti, il mio destino
ti fe' palese. Dëiforme sei,
ma cinguettiero, ché con vani accenti
atterrirmi ti speri, e nella mente
addormentarmi la virtude antica.
Ma nel dorso tu, no, non pianterai
l'asta ad Ettorre che diritto viene
ad assalirti, e ti presenta il petto;
piantala in questo se t'assiste un Dio.
Schiva intanto tu pur la ferrea punta
di mia lancia. Oh si possa entro il tuo corpo
seppellir tutta quanta, e della guerra
ai Teucri il peso allevïar, te spento,
te lor funesta principal rovina.
Disse, e l'asta di lunga ombra squassando,
la scagliò di gran forza, e del Pelìde
colpì senza fallir lo smisurato
scudo nel mezzo. Ma il divino arnese
la respinse lontan. Crucciossi Ettorre,
visto uscir vano il colpo, e non gli essendo
pronta altra lancia, chinò mesto il volto,
e a gran voce Dëìfobo chiamando,
una picca chiedea: ma lungi egli era.
Allor s'accorse dell'inganno, e disse:
Misero! a morte m'appellâr gli Dei.
Credeami aver Dëìfobo presente;
egli è dentro le mura, e mi deluse
Minerva. Al fianco ho già la morte, e nullo
v'è più scampo per me. Fu cara un tempo
a Giove la mia vita, e al saettante
suo figlio, ed essi mi campâr cortesi
ne' guerrieri perigli. Or mi raggiunse
la negra Parca. Ma non fia per questo
che da codardo io cada: periremo,
ma glorïosi, e alle future genti
qualche bel fatto porterà il mio nome.
Ciò detto, scintillar dalla vagina
fe' la spada che acuta e grande e forte
dal fianco gli pendea. Con questa in pugno
drizza il viso al nemico, e si disserra
com'aquila che d'alto per le fosche
nubi a piombo sul campo si precipita
a ghermir una lepre o un'agnelletta:
tale, agitando l'affilato acciaro,
si scaglia Ettorre. Scagliasi del pari
gonfio il cor di feroce ira il Pelìde
impetuoso."
(Iliade di Omero, trad. V.Monti)

giovedì, novembre 27, 2008

Fango & Neve

Lentamente scivola
La tua mano su di te
Quel tanto che basta per trasformare
Ogni carezza in un gemito
Ti guardo accaldata contorcerti
Tra le lenzuola umide
Golosa ed implacabile
Forza fammi male finche' vuoi
Lo sai
Pioggia io saro'
per toglierti la sete
E sole saliro'
per asciugarti bene
Vento arrivero'
per poterti accarezzare
Ma se vuoi se tu vuoi
Tra fango e neve
fango e neve impazziro'
Ti ammiro per come ti approcci
A questi anni mutevoli
Mi piace quel tuo senso pratico
La tua forza e l'ironia
I cieli neri intorno a noi
Sono soltanto nuvole
Che dolcemente soffi via
E niente puo' far male piu' lo sai

lo sai
Pioggia io saro'
per toglierti la sete
E sole saliro'
per asciugarti bene
Vento arrivero'
per poterti accarezzare
Ma se vuoi se tu vuoi
Tra fango e neve
fango e neve impazziro'
Impazziro'
Finche' pioggia diverro'
per toglierti la sete
E sole io saro'
per asciugarti bene
Vento arrivero'
per poterti accarezzare

Ma se vuoi se tu vuoi
Tra fango e neve
fango e neve impazziro'
Impazziro'...

E pioggia io saro'
Yeah yeah yeah...
Per toglierti la sete
per asciugarti bene
per poterti accarezzare
Ma se vuoi se tu vuoi
(Magnolia dei Negrita)

mercoledì, novembre 26, 2008

Ma a che serve? A chi serve?

"Ascoltate il linguaggio del futuro. La parola scomparirà del tutto ed è così che si parleranno gli esseri umani!" (parole di Anaïs Nin)

Mi chiedo realmente a cosa serva parlare di cose non-banali, come le emozioni, i rapporti fra esseri umani, il proprio rapporto con il sacro, con l'altro da sé... quanto vale la comunicazione in questo senso? quanto è utile? e a chi realmente può servire?
A me ora no di certo: se qualcuno intorno a me smette di farsi domande, io in realtà sto smettendo di cercare le risposte. Tranquillo vado alla deriva in un mare quieto dopo una forte tempesta, senza rimpiangere la vecchia isola, senza sognarne una nuova: galleggio facendo il morto, con le mie dita che sfiorano delicatamente altri naufraghi intorno a me e fissando il cielo fuori e il fuoco dentro di me...

"Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni." (parole di Giovanni Pascoli)

martedì, novembre 25, 2008

Leggermente

"Confusione è parola inventata per indicare un ordine che non si capisce." (parole di Henry Miller)

Il cervello umano utilizza, mi pare, 7 operatori cognitivi, cioè particolari canali di comunicazione neuronale che gestiscono, fra tante cose, la percezione duale e riduzionista che noi abbiamo del mondo... ovvero, sono loro che ci fanno pensare che se c'è un bello, ci deve essere un brutto (dualismo) e che se una palla si muove, qualcuno l'ha colpita (riduzionismo)... categorie e aspettative, per dirlo in altre parole, nascono biologicamente dentro il nostro cervello e sono poi modellate all'interno della nostra società... mi chiedo a questo punto, sulla mia esperienza, se possiamo farne a meno: essendo biologiche dovrei rispondermi di no, ma essendo uomo mi rispondo che forse quei canali posso decidere di non applicarli a tutto il Mondo, ma solo a una piccola parte di esso... voglio tenere fuori le mie Emozioni dai miei operatori: non voglio imbrigliarle, non voglio schematizzarle, non voglio collegarle, non voglio semplificare. Non ne posso parlare, il che equivale a dire che non posso neanche capire, ma questo non mi impedisce di viverle, l'unica cosa che importa... viverle, così come vengono, senza altri nomi, senza altre inutili spiegazioni, senza parole a volte dannose.

"Vivere non è difficile potendo poi rinascere cambierei molte cose, un po' di leggerezza e di stupidità."(parole di Franco Battiato)

lunedì, novembre 24, 2008

UME: tra le case di marzapane...

Ieri. Ore 17:40 circa, lasciamo (io e le mie camelie) la macchina in una piccola via nelle vicinanze di una piccola e misteriosa piazzetta, Piazza Mincio. La nostra guida, calma e serafica anche nella tempesta, ci instrada dolcemente verso questo magico posto, l'inizio del quartiere Coppedé: si tratta di una piccola area urbana di Roma, situata nel quartiere Trieste, tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento. In realtà, non è propriamente un quartiere ma pare che venne così chiamato dallo stesso architetto che lo ha progettato, appunto Gino Coppedè. Wikipedia recita che è "composto da diciassette villini e ventisei palazzine disposte intorno al nucleo centrale di piazza Mincio". Lì, nella piazza, vicini alla fontana delle rane, ci siamo noi, persi nell'incanto di un luogo surreale, dove i rumori della metropoli non arrivano e dove neanche la ressa del passeggio domenicale si spinge. Un'isola di pace spirituale e di ebrezza architettonica.
Case di marzapane, le chiama il libro, e capisco il motivo: solo in un materiale morbido come il marzapane si può pensare che qualcuno sia riuscito a scolpire questi piccoli e grandi capolavori. Non si trattava di un architetto, ma di un enorme pasticciere che con eleganza e pazienza ha tagliato il marzapane e ne ha fatto con un incantesimo sublime delle case vere e proprie... Non ho parole per descrive questo posto: il tempo è fermo, nullo, un punto che non si muove... fra strade irreali, mercatini d'altri tempi, arcate potenti con tanto di lampadario... non ho parole, ma la fortuna di aver visto, sentito, toccato, vissuto questo magico quartiere dove so che tornerò a cercare l'energia quando ne avrò bisogno... vedo canali, vedo percorsi, vedo magica geometria, dove prima vedevo solo strade, marciapiedi e cemento... qualcosa è cambiato, qualcosa nel mondo mi parla... ma lo aveva sempre fatto: solo ora sono pronto ad ascoltare!

domenica, novembre 23, 2008

Di vino, panche di legno e buon musica

Un piccola pub, dei buoni amici, ottima musica, il vino giusto nel bicchiere sbagliato... semplici ingredienti per una serata tranquilla, allegra, felice e triste al tempo stesso... cerco tanto nella mia testa e quando non cerco più, qualcosa da fuori mi tocca nel pronfondo del cervello e nell'umido del cuore.. lacrime e sorrisi, abbracci e tanto calore... va bene così, può andare solo così... e così sta andando: forse dovrei solo concentrarmi su altro, guardare la semplicità della felicità quando mi appare, assaporarla fino all'ultima goccia, sporcarmi nel caso, ma non perdere nessuna goccia, loro, sua, mia.
E in tutto questo come colonna sonora il meglio della musica punkettara di casa nostra... proprio di casa nostra... la Superfetazione è davvero er mejo!

"E ho guardato dentro un'emozione e ci ho visto dentro tanto amore che ho capito perché non si comanda al cuore." (parole di Vasco Rossi)

giovedì, novembre 20, 2008

Il rovescio

"Non v'è amore per la vita senza disperazione di vivere." (da Il rovescio ed il diritto di A.Camus)

Quanto in basso devo cadere? Quand'è che la pala con la quale continuo a scavare toccherà qualcosa di così duro da non poter essere rotto? Quanta infinità contiene la spirale nella quale sono caduto? Camus mi pare dicesse anche altre cose, riguardo la vita, la morte e il volersi veramente bene... non ho così tante energie per ricordare ora... Freddo e sorrisi malevoli, solo questo mi viene in mente ora. Lo stesso freddo intenso che provo nella mia testa ora lo provo sul mio corpo... è proprio brutta come sensazione... vuoto, vuoto spinto, oltre il limite consentito: ho cercato di dare così tanto che non mi sono accorto di svuotarmi piano piano... ora mi fermo un attimo e so che mi riempirò di nuovo, perchè mi ricarico come una batteria attaccata al motore: la fatica è tutta nel partire, nel mio caso invece è tutta nel fermarsi, nell'abbassare i toni come dice lei, oppure nel non pensare con la testa degli altri come dice ancora un'altra lei...
Sono semplicemente confuso, inebriato, ubriaco, da questa vita che passa alla fine nel migliore dei modi possibili... ma allora perchè mi scendono le lacrime?

mercoledì, novembre 19, 2008

Avere una sorella.

"Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come s'avvicinano il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra mèta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro, d'imparar a vedere ed a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento." (parole di Herman Hesse)

Avere una sorella è bello: puoi darle tutta la fiducia che normalmente hai paura di riporre negli altri. Tremendo quanto bello, il senso di vertigini che questa cosa mi porta.

martedì, novembre 18, 2008

Lì, dove io cammino

"Per me c'è solo il viaggio su di un cammino che abbia 'un cuore', qualsiasi strada che ha un 'cuore'... Lì io cammino, e la sola sfida di valore per me è il percorrerla tutta. E lì io vado e ricorro, guardando e, osservando, rimirando senza fiato.. senza mai stancarmi." (parole di Don Juan)

UME: quanto è difficile parlare con gli sconosciuti?

13 Novembre 2008

Come primo tentativo di esplorazione urbana devo dire che si presenta molto "impegnativo".
L'attesa, l'aspettativa era di arrivare con calma verso Piazza Re di Roma ma come al solito le aspettative sono fatte per essere disilluse, in qualche modo, in ogni modo. La città piange e il pianto mi blocca - macchina spenta in un lago che non riparte... e in seguito scoprirò non poter ripartire mai più - nel cemento del Torrino, direi a 500 metri in linea d'aria dal luogo di lavoro. E subito mi chiedo:
- Quale posto vedo sempre ma non osservo mai? -
La risposta è ovvia, ovvero proprio il Torrino, fatto di cemento e case-condominio. Ma ci sono anche giardini. Tolta la macchina dal lago in via del Fiume Giallo - nome molto adatto oggi, come mi fa notare un signore al quale chiedo dove mi trovo - e sguinzagliata la mia cara amica-sorella a lavoro - sorellina... quanto hai fatto bene a lavorare oggi! - aspetto e mi finisco l'ultima pagla.
Un signore mi ha aiutato a togliere la macchina dal lago, almeno nell'ultimo tratto in leggera salita: non gli ho chiesto nulla, mi ha visto e si è fermato.
Faccio 3 chiamate e attendo il rientro del "principale" - sacrosanta pausa pranzo, sono le 14! - Tutti passano ma poi uno si ferma, come me nel lago stagionale e io mi offro di aiutarlo a spingerlo - tanto sono già zuppo, ma conoscendomi l'avrei fatto comunque - ma lui non vuole, aspetta in macchina e pace, incurante del traffico. Io fuori sotto una pioggerellina fina non fastidiosa, anzi quasi piacevole, lui dentro forse innervosito, forse divertito, non saprei.
La sua macchina si riaccende, fuma, urla, stride ma si muove e in virtù della sua fede nem mezzo, esso si muove e lo porta trionfalmente fuori dal lago, asciutto, felice, soddisfatto. Morta. Scopro che lavora in IBM - il guidatore, non l'auto - e lì si dirige dopo aver deciso che può abbandonare la macchina della moglie lì dove si è fermata. Io invece rimango, forse avevo anche pensato di andare me rimango, ora voglio rimanere. Sono curioso di vedere cosa accade. E faccio bene.
Passa poco tempo, arriva un silenzioso e nascosto arcobaleno e con esso una ragazza con un cana dal buffo collare. Leda è il nome, non della ragazza, ma del cane. La guardo, neanche tanto però e lei si gira e mi chiede se serve aiuto. Sono sorpreso: una ragazza con cane mi chiede se mi può aiutare. Proprio strano. La ringrazio e le dico che aspetto: lei non vuole sapere neanche cosa. Si mette a camminare verso il lago e io le dico di stare attenta, che non è il caso. E lei mi risponde semplicemente che voleva vedere, attraversa e viene vicino a me.
E' stata dalla nonna per pranzo, mi confessa, poi mi chiede l'ora e afferma tranquilla che ha ancora un'ora prima di rimpredere il lavoro. Mi chiede se fumo e io le rivelo che ho finito le sigarette: - Non c'è problema: reggimi l'ombrello che te ne faccio una io! - e così mi passa l'ombrello verde chiaro.
Quanto è difficile parlare con uno sconosciuto?
Per me molto, per lei evidentemente non tanto: i suoi occhi azzurri sono tranquilli mentre mi rulla una paglia. Mi dice che un albero è caduto sui binari del treno per Ostia. Lo ha detto sua nonna.
Poi mi dice che ha le mani sporche - è vero sono gialle in parte - perchè ha raccolto funghi.
- E dove scusa? -
- Eh eh eh... se prometti di non dirlo a nessuno, te lo dico... - prometto e lei lo dice.
Sono sorpreso: i funghi porcini comuni al Torrino. Fumiamo un poco e lei va via.
Niente nome. Che bisogno c'è? Siamo amici di strada e il nome non serve.
Avevo dei dubbi sull'esplorazione? La città ha tanto da dire, tanto da urlare. Ora si può partire.

lunedì, novembre 17, 2008

Ma... esisto?

"Mi butterei da quella stella spenta di malinconia, in questa urgenza di vivere e furia di sentire... so di esistere." (parole di Gianna Nannini)

Per me è una domanda più che un'affermazione: ma so di esistere? Lo do troppo per scontato, lo diamo troppo per scontato... giorni lunghi, particolari, non sereni, ma intensi, forse più nel male che nel bene, anche se non so quanto senso abbiano queste due parole per le mie questioni attuali... giorni privati del mio cavallo metallico: con lui, è inutile nasconderlo, mi sento al sicuro, protetto e nascosto al tempo stesso... ho detto male al mio cavallo: troppi pensieri mi veniva in testa mentre lo guidavo per le strade della città, verso casa, verso l'altra casa, verso altri ancora, verso lei.
L'ho trattato male e mi dispiace: i pensieri ti vengono sempre, caro il mio Khuzuk, e ti stancano, ti tradiscono, ti illudono, ti fanno male. I pensieri ti vengono anche in un bagno di marmo e legno che mai hai visto in vita tua... i pensieri non li toglie neanche mezza bottiglia di buon San Giovese... i pensieri non vanno via: ti seguono e ti inseguono senza pace. Non mi daranno trega, lo so. Ma non posso farci niente: l'importante è non tradire la promessa fatta. Ci provo, esito a volte, ma giuro che ci sto provando. In silenzio.

"Coloro che amano dovrebbero stare spesso silenziosi."(parole di Charles Morgan)

giovedì, novembre 13, 2008

UME: rules to freedom!

Part One: Learning the City

1. Meet your city
go for a walk
ride public transit
drive its roads

2. Find its power spots
look for leylines
investigate its history
get the feel of these spots
leave a mark you can link to

3. Find its hidden self
go to abandoned and forbidden places
find the city's sorrow
visit the city's twin in an altered state of consciousnesis
making a relationship with this life form and the other life forms around you.


- Vivere non si limita all'atto di respirare -

Dire o non dire?

Alcuni dicono che
quando è detta,
la parola muore.
Io dico invece che
proprio quel giorno
comincia a vivere
(Alcuni dicono di E.Dickinson)

Forse dovrei dire più di quello che dico, forse dovrei continuare a parlare fino a quando la gola non raschia per il dolore e lo sforzo... forse dovrei veramente dire di più di quello che penso...

mercoledì, novembre 12, 2008

Celebrare... un concerto!

Il luogo è chiuso, stretto ma alto, fatto di cemento e scheletri di metallo, squadrato, poco poetico, sicuramente non romantico, eppure... quando da quella piccola porticina, preceduta da un coro di attesa, entra una donna minuta, affascinante e totalmente distrutta da chissà cosa, tutto cambia. E' una magia che da inizio ad un vero e proprio rito: quello del concerto.



"È una donna e perciò vede la vita come non la vediamo noi, e certe volte ci insegna a guardarla; comprende sfumature, percepisce sottigliezze che i nostri sensi non registrano; sa trovare nel vocabolario quell'aggettivo che a contatto con un sostantivo crea imprevedibili effetti. Se è vero che la donna è il complemento spirituale dell'uomo, essa vede l'altra faccia della verità." (parole di Dino Segre)

Mentre cantavo circondato da tanti altri, con lei vicino e Carmen a 3 metri da me, mi sono ritrovato a pensare un fatto stupido ma vero: era il primo concerto di un'artista donna che io ascoltavo. E ne sentivo tutta la sensualità, la sensibilità, la forza interiore del sesso fisicamente debole, mentre un mondo diverso si dipingeva davanti ai miei occhi e intorno alle mie orecchie, scolpito nella mente da parole non mie che a poco a poco lo diventavano... ferite avvelenate e ignorate, doni mai fatti, freddo che avvolge nella solitudine di ogni vita, eppure forza ed energia che ci spinge ad andare avanti. Perchè? Ed è questa la grandezza di Carmen: non c'è un perchè, c'è solo il fatto di questa vita, direi fottuta, misera, disperata, ma maledettamente bella. Niente perchè, solo un fatto.
E allora baciami ancora Giuda... baciami...

Giuda baciami ancora
finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
Finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa

(parole di Carmen Consoli)

martedì, novembre 11, 2008

Vagare

"La nostra smania di vagabondaggio e di vita errabonda è in gran parte amore, erotismo. Il romanticismo del viaggio è per metà nient'altro che attesa dell'avventura. Ma per l'altra metà esso è impulso inconsapevole a trasformare e dissolvere l'elemento erotico. Noi viandanti siamo abituati a coltivare i desideri amorosi proprio per la loro inappagabilità, e quell'amore che apparterrebbe alla donna noi lo dissipiamo profondendolo al villaggio e alla montagna, al lago e alla voragine, ai bimbi sul sentiero, al bove sul prato, all'uccello e alla farfalla. Noi liberiamo l'amore dall'oggetto, l'amore da solo ci è sufficiente, così come nel nostro vagare non cerchiamo la meta, ma solo il godimento del vagabondaggio per se stesso, l'essere in cammino." (parole di Herman Hesse)

lunedì, novembre 10, 2008

Che fare?

"Alcune persone sono incapaci di cogliere l'essenza della vita e il soffio intrinseco in ciò che contemplano, e passano la loro esistenza a discutere sugli uomini come si trattasse di automi, e sulle cose come se fossero prive di anima e si esaurissero in ciò che di esse si può dire, sulla base di ispirazioni soggettive." (da L'eleganza del riccio di M.Barbery)

Certe volte la mente non riesce proprio a fermarsi e allora un pensiero terribile si fa strada fra gli altri: quanto vale tutto quello su cui rifletto? Quanto valgono le mille e mille domande che mi pongo e le altre mille risposte che mi do, se poi in fin dei conti, alla fine del gioco potrei dire, non mi permettono di vivere meglio? E' giusto, lo so, che vale la pena di porsi la domanda di cosa voglia dire vivere bene, ma il problema è che una volta che ci diamo una risposta, qualsiasi essa sia, allora dobbiamo percorrere la strada fino in fondo e non fermarci ad ogni angolo e incrocio con altre strade (perchè non dobbiamo pensare di essere gli unici a muoverci!) e aver paura, e per paura far finta di riflettere di nuovo. Perchè altrimenti non andiamo da nessuna parte: può far rabbrividire forse ma la vita non è nient'altro che attesa della morte. Nulla di più. Nulla di meno. Cosa preferirei aver fatto ora se sapessi di morire all'istante ora+1? Mi faccio questa domanda ogni secondo e nel rispondermi mi prendo tutte le mie responsabilità. E' il rischio. E' la bellezza. E' il gioco.

"Forse essere vivi è proprio questo: andare alla ricerca degli istanti che muoiono." (da L'eleganza del riccio di M.Barbery)

Sul palcoscenico... soli...

"Questa intera creazione è essenzialmente soggettiva, e il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l'attore, il suggeritore, il direttore di scena, il manager, l'autore, il pubblico e il critico." (parole di Carl Jung)

domenica, novembre 09, 2008

Non so distinguere... non voglio...

Autostrada. La nebbia mi impedisce di abbandonare lo stato di sonno e di entrare in quello di veglia: guido in uno stato di coscienza a metà, senza sapere se alla fine del viaggio sarò veramente a destinazione oppure mi sarò semplicemente svegliato nel mio letto... è tutto surreale, irreale, quasi a-reale: non so più cosa sia vero e cosa non lo sia... esattamente quello che dico ogni giovedì a dei poveri ragazzi che karmicamente sono costretti ad ascoltare le parole di un nuovo pazzo e di un vecchio sciamano: non esiste una realtà oggettiva, ovvero bella e immobile e lucente fuori di noi. Esiste solo la MIA realtà, quella della mia testa e del mio cuore, delle mie mani e del mio ventre. Quella di Khuzuk e di non-Khuzuk. Non esiste se non una manifestazione in continua rigenerazione.
All'improvviso entro in un quadro: il sole pallido e circolare che distrugge dall'alto la nebbia, che riesce però sempre a stare distesa orizzontalmente di fronte alla mia strada. E poi un corvaccio che mentre avanzo a 110 km/h cattura davanti a me la mia attenzione. Non sono sull'autostrada. Sono in un dipinto, nell'istante in cui una tela diventa realtà,o la realtà diventa un tela. Sono nell'istante dell'impressionismo.
Semplicemente divino momento di estasi.

venerdì, novembre 07, 2008

Armonie

"La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell'universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell'anima." (da Ricordi, sogni, riflessioni di C.Jung)

giovedì, novembre 06, 2008

Urban Magical Exploration

"Urban Magick starts with the realization that the city is alive. A vast organism made up of sub organisms. You are a cell in the body of the city. To take the metaphor further the roads in the city are its veins and we merely carry nutrients. Forget the metaphor for now. The city is alive, start from there." (from someone in the web)

Sincronicamente noi viviamo gli uni collegati agli altri e tutti collegati a questa sfera blu rotante nello spazio. Ogni cosa è stata fatta, ogni emozione è stata provata, ogni sogno è stato attraversato, ma ogni tempo ha i suoi modi per fare e rifare. Un pomeriggio rubato, un taboo infranto all'improvviso, una via nuova percorsa in modo inaspettato, una serenità ritrovata e una gioia inaspettata in quello che già avevo: non c'è da cambiare nessuno intorno a se stessi per stare bene, perchè ogni cosa è semplicemente il riflesso di quello che abbiamo dentro... sorridi al mondo e il mondo ti sorriderà... piangi e ti disperarai sulle rovine... da solo...
E' difficile, pensavo, ma ieri ho capito che è solo questione di energia da indirizzare, da veicolare da fuori a dentro e da dentro a fuori. Le categorie che tanto mi/ci fanno paura sono dentro la nostra testa e solo lì: sono loro che imprigionano gli altri e l'idea di loro che noi abbiamo e ci formiamo. Cosa sono un gruppo di ragazzi che ballano sull'asfalto? Sono solo ed esattamente questo, uomini che ballano. Eppure sono di più: sono ogni cosa che la propria mente vi vede dentro. E alla fine sono anche nulla.
Sincronicamente la Via assume una nuova forma, più chiara, più sinergica, più concreta, più intonata. Da antica diventa moderna, ma non perde il suo potere e la sua importanza.

Primo compito ora: imparare la Città.

mercoledì, novembre 05, 2008

Il serpente (parte II)



Angitia, figlia di Eeta, per prima scoprì le male erbe,
così dicono, e maneggiava da padrona
i veleni e traeva giù la luna dal cielo;
con le grida i fiumi tratteneva e,
chiamandole, spogliava i monti delle selve.

(da Punicae di Silius)

martedì, novembre 04, 2008

Let Love Be Your Energy

Out of a million seeds
Only the strongest one breathes
You made a miracle mother
I'll make a man out of me

Daddy where's the sun gone from the sky?
What did we do wrong, why did it die?
And all the grown ups say 'sorry kids we got no reply'

If you're willing to change the world
Let love be your energy
I've got more than I need
When your love shines down on me

Every tear that you cry
Will be replaced when you die
Why don't you love your brother?
Are you out of your mind?

Daddy where's the sun gone from the sky
What did we do wrong, why did it die
And if you've got no love for me then I'll say goodbye

If you're willing to change the world
Let love be your energy
I've got more than I need
When your love shines down on me

If you're willing to change the world
Let love be your energy
I can't contain how I feel
When your love shines down on me
Well if you want it come and make a stance
So when it's in your hands
People show me love

Well if you want it come and make a stance
So when it's in your hands
People show me love

If you're willing to change the world
Let love be your energy
I got more than I need
When your love shines down on me

If you're willing to change the world
Let love be your energy
I can't contain how I feel
When your love shines down on me

(Let love be your energy di Robbie Wlliams)

lunedì, novembre 03, 2008

Il serpente (parte I)

Il serpente simbolizza per gli indiani il ciclo di nascita, vita, morte e rinascita, grazie al processo della muta della pelle.
Tra i tipi di forza che gli vengono attribuiti si annoverano la forza della creazione, della sessualità, del mutamento, dell'anima e dell'immortalità.
Uomini con l'energia del serpente sono piuttosto rari, poiché tra le esperienze che devono attraversare vi è quella di venire in contatto coi veleni senza riportarne danni, cioè imparando a trasformare le sostanze velenose penetrate nei loro corpi in sostanze innocue.
Il serpente è una creatura collegata all'elemento fuoco: a livello del corpo ciò genera passione e desiderio, ma a livello spirituale porta ad accedere al Grande Spirito e a realizzare la saggezza che tutto comprende.
Qualora il serpente appaia nei vostri sogni, ciò indica che è tempo di iniziare un processo di mutamento, allo scopo di poter progredire e avvicinarsi alla realizzazione di sé.

domenica, novembre 02, 2008

Sabbia

Passi ore, giorni e mesi a farti delle domande. Non aspetti neanche di darti delle risposte per la dannata fretta di porti la prossima maledetta domanda. Ultimamente odio muovermi in macchina: non è per il traffico, non è per la benzina, non è la paura che qualcuno scelga te come ultima persona da vedere da vicino prima di morire... Guido con prudenza, ormai non mi metto in macchina se sono anche solo un po' assonnato, non vado veloce mai: direi che sono un guidatore attento ma questa attenzione non nasce dal senso del dovere o di giustizia. Più regole ci sono da rispettare, meno tempo passa la mia mente ormai fottuta a pensare e ripensare se stessa... ma ormai anche le regole stradali, gli stop, le precedenze, i limiti, i raggi di curvutara e la curiosa forza centrifuga non bastano più... odio muovermi in macchina perchè lì dentro non c'è possibilità di fuggire dalle domande che mi perseguitano: mi rotolano addosso e non so veramente da dove diavolo possano uscire... così tante domande e non ho neanche il tempo di godermi le risposte, per la velocità con la quale altri quesiti mi piombano sopra... e nello stremo tentativo di azzerare la coda di richieste della mia mente, perdo me stesso, quello che sono, quello che mi piace di me, quello che gli altri apprezzano in me.
E' passato tempo da quando ho iniziato a percorrere quella che chiamo la Via e sapevo che il percorso sarebbe stato difficile: ho spalancato una porta che ne nascondeva mille altre, mille altre stanze, mille altre finestre... non potevo sapere su cosa dessero tutte queste aperture del mio cervello e ancora non lo so: mi fermo in una stanza, la squadro per un po', forse mi piace, mi dico, ma non faccio in tempo a godermela, perchè sento che è giunto il momento di aprirne un'altra... so che sto delineando un percorso, inutile a chiunque altro purtroppo, perchè è dentro la mie mente e basta, e so che questo percorso mi porterà verso la libertà, quella vera, non quella fittizia e venduta intorno a noi. La libertà di essere quello che si è.
All'inizio mi ero fatto una domanda, molto importante, e ormai l'ho dimenticata: questo mi rallenta nella mia ricerca incessante di libertà, ma mi chiedo ora quanto questa dimenticanza abbia agito come un bussola rotta lungo la Via... quanto mi sono allontanato da Essa? potrò tornare indietro e riprendere la strada giusta? avrò la forza di continuare il percorso sperando di arrivare comunque alla meta? Ancora domande. Ancora sempre dannate domande. Eppure è come se nella testa avessi mille e mille piccoli me stessi, tutti diversi, riflessi e deformati da mille specchi, anzi no, da mille frammenti di quell'unico specchio che all'inizio ero io. Ora non c'è più quella confortante superfice sulla quale potevo riconoscermi: mi fermo fin troppe volte davanti agli specchi che incontro e non per rimirarmi o aggiustarmi, ma con la speranza nel cuore di riconoscere quegli occhi che vedo davanti a me, quel viso, quella spalle, quelle braccia, quelle mani... le mani in realtà le riconosco ed è strano: le guardo spesso, le torturo in continuazione, ma rimangono per ora l'unica parte di me che non mi è aliena e forse questo mi da un po' di forza.
Mi pare che stessi parlando delle domande che mi faccio e di quanto mi stanchi di questi tempi andare in macchina, affollato appunto da mille pensieri irrisolti... già è vero... mille domande e mille pensieri, tutti insieme, che si azzuffano per uscire dalla mia bocca e quando lo fanno generano solo altri problemi, chiarimenti da fare, infelicità nelle persone che mi stanno vicino... semplicemente dovrei smettere di chiedermi sempre il perchè delle cose, il come delle azioni, il quanto dei gesti.
In realtà c'è una sola domanda che vale la pena di farsi: quando giocare? E la risposta è ovvia. Forse potrei semplicemente chiedermi questo ogni volta che sento l'esigenza di farmi una domanda e cercare spiegazioni. Non sono più intelligente di quanto lo fossi a vent'anni e con l'età non si diventa neanche più saggi: quello che prendiamo per saggezza in realtà è solo stanchezza.
Mi piacerebbe continuare a giocare, con la sabbia come quando ero bambino, senza scopo e senza preoccupazioni. Solo la sabbia fra le mie mani che scorre, si mischia e si confonde... sempre uguale e sempre differente.
Mi piace tanto la sabbia.

venerdì, ottobre 31, 2008

tempo perso... non lo dico io...

Davanti alla porta dell'officina
l'operaio s'arresta di scatto
il bel tempo l'ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo e
strizza l'occhio
familiarmente
Su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto una coglionata
offrire una simile giornata
a un padrone?

(Tempo Perso di J.Prévert)

mercoledì, ottobre 29, 2008

tifone può amare?


L'unica cosa per vivere è chiudere gli occhi e seguire al volo ciò che si sente.
Solo così si vive.
Perchè è proprio vero che dentro sappiamo già cosa vogliamo.

martedì, ottobre 28, 2008

La poesia è tale perchè nasconde un segreto.

"But my body was like a harp and her words and gestures were like fingers running upon the wires." (parole di James Joyce)

E' incredibile quanto vicine a me possono essere le storie antiche dei miti greci: il mondo nato dal Chaos, l'Amore Vecchio motore di tutto, la guerra di padri e figli, le astuzie, gli inganni, la grande Metis, finita nel ventre di Zeus, la giustizia del fulmine e la punizione eterna... E' come leggere la storia dell'uomo, di ogni uomo durante ogni giorno della sua vita... eterna, immutabile, vera.

domenica, ottobre 26, 2008

Che imbarazzo, una casa piena di condimenti e niente cibo.

"Avrei dovuto cercarmi un nuovo appartamento. Avrei dovuto discutere con la mia assicurazione. Avrei dovuto essere distrutto per le mie belle cazzatine andate a fuoco. E invece niente!" (tratto da Fight Club)

E invece niente, perchè sotto le ceneri c'è sempre qualcosa da cercare e trovare: un piccolo uovo si nascondeva alla mia vista e ora devo decidere cosa farne, in cosa trasformarlo, in che tipo di fuoco bruciare ancora e ancora una volta. Perchè in fondo non mi ha fatto male il fuoco, ma la sua assenza: non ho paura del suo calore, perchè voglio bruciarmi e nel dolore scoprire la gioia che ti fa urlare... sono decisamente un pazzo ad accettare tutto questo, ma invece voglio pensare a me non come il Prometeo incatanato che subisce le sue colpe per tracotanza... voglio pensare a me come un Ulisse che continua a cercare qualcosa errando: ancora una volta, la ricerca in sé è più importante della scoperta. Metto punto anche qui e vado avanti, come fratello, come amico, come uomo. Vado avanti a testa bassa senza volermi fermare in nessuna delle categorie che ho intorno, in nessuna delle categorie che mi cadono addosso... in questo senso sono veramente come acqua che scorre senza sapere cosa c'è oltre, se una cascata, un lago o l'oceano... scivolo perchè è la sola cosa che posso fare...

Grazie Tyler per questa settimana passata insieme... a presto sicuramente, ma per ora... addio.

"Bisognava riconoscerglielo, aveva un piano e cominciava ad avere un senso alla maniera di Tyler. Niente paura, niente distrazioni, la capacità di lasciarsi scivolare di dosso ciò che non conta." (tratto da Fight Club)

sabato, ottobre 25, 2008

Respingo i principi base della civiltà, specialmente l'importanza dei beni materiali.

Ieri ho visto una lunga colonna di carne giovane: manifestazione l'hanno chiamata in televisione, urlo di vita la chiamo io. Non ho combattuto guerre, non ho combattuto per nessun ideale in vita mia e non penso che inizierò a farlo. Ma ieri, mentre tornavo indietro da solo, sono passato accanto ad un ragazzo e non ho potuto fare nient'altro che vedere il mio corpo che agiva e con esso una semplice parola che veniva pronunciata da me, senza volere. La mia mano lenta e amica sulla spalla di un giovane sconosciuto bloccato lì da chissà quante ore e la mia voce indirizzata ai suoi occhi dubbiosi: "Grazie" e poi nient'altro da dire, da fare, da sperare.
Grazie, ancora, anche se infilarci le penne nel culo non fa di noi una gallina (è vero Tyler?).

"Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano. Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con cinquecento canali, il nome d'un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra, poche calorie." (tratto da Fight Club)

venerdì, ottobre 24, 2008

Io sono l'ardente senso del rifiuto di Jack.

Mi chiedo cosa voglia dire "accontentarsi": cosa intendeva lei con questa parola? L'italiano è una lingua complicata... per capire l'origine del termine forse, anzi sicuramente, si dovrebbe andare verso il latino: voglio provare invece a capire questa parola in modo più semplice, passando per una lingua quindi più immediata e sincera, ovvero l'inglese.
Accontentarsi in inglese si traduce to be satisfied with: allora cosa vuol dire to satisfy? E qui arriva la sorpresa..
Transitivo - to satisfy
1. To gratify the need, desire, or expectation of.
2. To fulfill (a need or desire).
Intransitivo - to be satisfied
1. To be adequate.
2. To give satisfaction.
Quindi questa parola contiene in se due concetti: se mi accontento di qualcosa (I'm satisfied with something), vuol dire che quella cosa è "adeguata" a me, mi da "soddisfazione", ovvero gratifica il mio bisogno e il mio desiderio...
Mmm... eppure non mi pareva così bella la parola quando è stata usata... direi però che mi posso accontentare, sì, decisamente: l'equilibrio attuale, fatto di presenze e di furti d'amore, mi soddisfa.
Grazie Dei, alla prossima!

"Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita." (tratto da Fight Club)

giovedì, ottobre 23, 2008

Mettimi una pistola alla testa e dipingi le pareti con le mie cervella.

Sono tutto. Siamo tutto. Ogni persona è interconnessa alle altre, da questo non si può prescindere se si vuole raggiungere la felicità. Ho trovato una mia definizione di questo fuggevole concetto: accettazione del dualismo della propria anima. Per accettazione intendo "agire con volontà" per vivere quello che si è, ovvero un uomo con le sue luci e le sue ombre. Ho paura della solitudine eppure la amo come niente al mondo: questo sono e non ci posso fare nulla.
Siamo tutto, sono tutto. Due corpi che si sfiorano, oppure braccia che si stringono, mani che tranquillizzano, spalla su cui piangere, sacco da picchiare. Sono tutto, siamo tutto. La Volontà è questa. Basta, per uno, forse per due. Almeno ora è così.

"Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!" (tratto da Fight Club)

mercoledì, ottobre 22, 2008

Devi avere coscienza, non paura. Coscienza che un giorno tu morirai!

Giornata emozionante: ieri è stato un momento emotivamente denso, intenso, privo di spazi vuoti. Ancora parole, ancora azioni, ancora parole e di nuovo azioni. Torno a casa come al solito lunga la strada che preferisco, non per il panorama, ma per il punti che congiunge, e mi ritrovo bloccato su una coda imprevista.
Davanti a me solo il rosso imprevedibile degli stop e delle luci di posizione: un fiume rosso, con qualche pesce arancione, scorreva davanti a me, intorno a me, semplicemente anche io ne ero parte. Si può percepire l'Unità in coda sul Raccordo? Boh, mi è parso strano anche a me... ma d'altronde mi sento un alieno fra alieni, questo si sa...
E mentre assaporavo l'Unità del Traffico, un pensiero rimbalzante da giorni, forse mesi, sicuramente anni, risale potente, in braccio alla soluzione del pensiero stesso. Volontà: è tutta questione di volontà.
"Io VOGLIO essere tutto" in ogni istante, in ogni respiro, in ogni carezza, in ogni bacio, in ogni gesto, in ogni goccia di sangue.
Io VOGLIO essere tutto e in questo SONO già tutto: dal pensiero segue la volontà e dalla volontà segue l'azione. Ho allineato tutto. Finalmente.

"Toccare il fondo non è un ritiro spirituale, non è uno stramaledetto seminario. Smettila di cercare di controllare tutto, pensa solo a lasciarti andare, lasciati andare!" (tratto da Fight Club)

martedì, ottobre 21, 2008

Questa è la tua vita e sta finendo un minuto alla volta.

Il dramma della vita è semplicemente necessario alla vita stessa: Dioniso in tutta la sua potenza di Dio degli Dei, primigenio generatore di ogni altro impulso, ci mostra e ci ha mostrato la più semplice ma soprattutto l'unica azione-reazione possibile al dramma della vita... viverla con tutta l'ebrezza necessaria, ogni minuto, ogni istante, trasportati come siamo dal destino, ma danzando con esso come fosse il più bello dei nostri compagni... non siamo i protagonisti della danza, ma dei patner ineluttabili... e allora DANZIAMO!

"Dopo la lotta ogni altra cosa nella vita si abbassava di volume. Potevi affrontare tutto!" (tratto da Fight Club)

lunedì, ottobre 20, 2008

Combatti per sapere chi sei.

Causa-effetto.
Vincere-perdere.
Amare-odiare.

Il dualismo della vita è in ogni momento intorno a me: più lo nego con le parole, con l'intelletto, più ritorna potente nei fatti, incontestabili, ineluttabili.
Come affrontare questa dualità/dualismo che ci circonda? Arrendersi e pensare che esiste solo bianco e nero, oppure ingannarsi e dirsi che ci sono una sacco di scale di grigio ma che non servono a nulla se non a dipingere un mondo triste e spento? Oppure soffrire dando ad ognuno il giusto colore e prendendo su di se il colore che spetta in ogni momento. Sono uomo elegante o prete in abito talare? Sono entrambe le cose o forse non sono niente.
Facile è essere un bambino egoista che da una carezza con lo scopo di ricerverna almeno una indietro. Altrettanto facile è chiudere ogni canale di comunicazione e non dare più carezze a nessuno, per non esporsi, per non sperare, per non metterci in gioco, mai più, spenti in una apparente tranquillità che nulla può realmente risolvere, ma che assopisce i sensi e stanca l'anima.
Perchè forse non lo sappiamo, ma l'anima è un muscolo e come tale va allenato.

"Nel Fight Club non era questione di vincere o perdere, non era questione di parole." (tratto da Fight Club)

domenica, ottobre 19, 2008

Puoi ingoiare mezzo litro di sangue prima di vomitare.

Signori, benvenuti al Fight Club.
Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club.
Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club.
Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida basta, si accascia, è spompato, fine del combattimento.
Quarta regola: si combatte solo due per volta.
Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi.
Sesta regola: niente camicia, niente scarpe.
Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario.
Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club... dovete combattere!
(tratto da Fight Club)

Eccomi: sono appena uscito dalla mia prima sera al Fight Club! E urlo al mondo tutto il mio essere uomo!

venerdì, ottobre 17, 2008

Chi ha da fare non ha tempo per le lacrime.

La notte di ieri è stata insolitamente lunga e al tempo stesso troppo breve: mi ha concesso il riposo fisico che cercavo in tutta la giornata ma è stata troppo breve, visto che non ha cancellato dalla mia mente parole dolci nel suono e taglienti nel significato.
Avrei voluto svegliarmi senza ricordare nulla, come se nulla mi avesse realmente toccato. Invece, il primo pensiero della giornata è stato lo stesso ultimo pensiero della notte precedente. Strano e doloroso.
Purtroppo la mia volontà è applicata altrove e altro non mi rimane se non incassare il colpo, ingoiare il dolore di uomo e continuare a camminare... Esiste solo la Via e i miei cari Dei me lo dimostrano con la dolcezza e la durezza necessarie, come una madre che concede carezze e scappellotti a suo figlio.
Cammino. Ancora. Necessariamente perchè non posso fare altro. Amen.

mercoledì, ottobre 15, 2008

Niente lacrime per favore: non si deve sprecare così la sofferenza.

Le maschere sono utili e Dioniso è il Dio Maschera per eccellenza... Egli è al contrario degli altri dei presentato con il viso frontale, ben visibile, lo sguardo scuro che si fissa sull'osservatore... il suo è l'unico volto divino che l'antica Grecia era solita rappresentare frontalmente: il messaggio di questo dio è quindi direttamente rivolto all'osservatore, al fedele, in modo esplicito e diretto, in modo da chiarire subito che l'esperienza di fede dionisiaca è totalizzante. Il viso di Dioniso appare quasi fosse una maschera, nella sua fissità oculare e nella sua frontalità. E' quindi chiaro che questo Dio vuole concedere qualcosa agli uomini, come una seconda vista o un nuovo modo per osservare il mondo, donando per un attimo il suo “viso” alla visione umana... e allora aspetto di trasformarmi in Fauno e così poter parlare con il mio Dio Silvestre, fissando i suoi occhi e nascondendo le mie lacrime...

CADMO
Dunque, si va al monte sul carro?

TIRESIA
No! Così il dio non avrebbe i suoi dovuti onori!

CADMO
E allora io, un vecchio, guiderò per mano, un altro vecchio come un bambino.

TIRESIA
Sarà il dio a guidarci là, e senza fatica.

CADMO
E noi due soli di tutta questa città balleremo per Bacco?

TIRESIA
Noi soli comprendiamo, gli altri sono stolti.

(da Le Baccanti di Euripide)

martedì, ottobre 14, 2008

Waiting...

Non so cosa.
Non so perchè.
Non so neanche chi.
Aspetto.
E intanto affondo.
Ma c'è fierezza nell'andarsene dal Mondo così.
C'è fierezza.
Mi avranno legato stretto all'albero della mia barca i miei marinai? Chissà se è venuto in mente a Ulisse questo durante il folle canto delle sirene... chissà se il Dubbio lo hai mai toccato...
Rimango. Aspetto. Affondo. Affogo? Vedremo. Vedrai. Vedrò.

A voi questa canzone...

Waiting at the station,
waiting for the right moves,
waiting in the basement,
waiting for the right cues,
waiting in a daydream,
waiting in the slipstream

waiting...
waiting in the right bars,
waiting in the right shoes,
waiting in a fast car,
waiting in the airports,

waiting for my airmiles,
waiting in slow motion,
coming through the turnstiles.

And if you ever change your mind,
you know I'm hard to find,
and if you ever need someone...

I'll still be waiting...
Waiting with the orphans, waiting for the bee stings, they tell me that success brings,
waiting in the half light, waiting for your whole life,
waiting for an ideal...a low deal...a no deal, to play your stereotype.
And if you ever find the time,
you know I'm not far behind,
And if you ever need someone...

I'll still be waiting...
just waiting for a friend.
I say it's alright,
It's alright my friend... just waiting.

(Waiting dei The Devlins)

lunedì, ottobre 13, 2008

Così parlò...

"Perché il leone predatore deve ancora diventare un fanciullo? Innocenza è il fanciullo e dimenticanza, un ricominciare, un gioco, una ruota che gira su se stessa, un primo moto, un santo dire di sì. Così parlò Zarathustra."
(parole di Friedrich Nietzsche)

Affondo completamente. Senza più appigli. Affondo.

Ricorda proprio ora

"Chi soffre è una preda di tutti: di fronte ad un sofferente tutti si sentono saggi." (parole di Friedrich Nietzsche)

Motto della settimana... spero di ricordarlo in ogni istante di questi giorni.

Sul rasoio...

There's something wrong with the world today
I don't know what it is
Something's wrong with our eyes

We're seeing things in a different way
And God knows it ain't His
It sure ain't no surprise

We're livin' on the edge
We're livin' on the edge
We're livin' on the edge
We're livin' on the edge

There's someting wrong with the world today
The lightbulb's gettin' dimmed
There's meltdown in the sky

If you can judge a wise man
By the color of his skin
Then mister, you're a better man than I

We're Livin' on the edge
You can't help yourself from fallin'
Livin' on the edge
You can't help yourself at aaaaaaaall!
Livin' on the edge
You can't stop yourself from faaaaaaaallin'
Livin' on the edge

Tell me what you think about our sit-u-a-tion
Complication - aggravation
Is getting to you

If chicken little tells you that the sky is fallin'
Even if it wasn't would you still come crawling
Back again - I bet you would my friend
Again & Again & Again & Again & Again

Tell me what you think about our situation
Complication - aggravation
Is getting to you

If chicken little tells you that the sky is fallin'
Even if it was would you still come crawling
Back again - I bet you would my friend
Again & Again & Again & Again

Something right with the world today
And everybody knows it's wrong
But we can tell 'em no
Or we could let it go
But I would rather be a hanging on

(Linvin'on the edge degli Aerosmith)