martedì, giugno 30, 2009

Preso in giro...

"Ci insegnano a ricordare le idee e non l'uomo, perché l'uomo può fallire. L'uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma 400 anni dopo ancora una volta un'idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle… Ma non si può baciare un'idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano. Non è di un'idea che sento la mancanza ma di un uomo" (tratto da V per Vendetta)

Avete mai la sensazione di essere presi in giro? Io ultimamente l'ho spesso, quasi in continuazione... non è paranoia, perlomeno ancora non è scaduta in paranoia, perchè la prese in giro mi viene dalle parole: sono pieno intono a me sempre dei medesimi discorsi, che paiono illuminati, appassionati, veri, ma che alla fine rimangono solo vuote parole, sterili... la presa in giro arriva in questo istante, proprio quando vedo la loro inutilità, chiara e fresca di fronte a me, in quello stesso istante chi ha pronunciato quelle parole pare che le abbia rese reali: e allora libertà, illuminazione, amicizia e amore, diventano da parole magicamente fatti... ma io mi chiedo: dove sono? Dove sono le azioni che queste parole vogliono? Non è che ci possiamo limitare a dirle le cose, no? Dovremmo anche farle alcune volte, anzi, alcune parole non sottintendono l'azione, la reclamano per avere valore, per essere reali e non suoni emessi dalle corde vocali... stessa cosa per le parole scritte e non pronunciate... mah! mi sento preso in giro in questo: perchè tutti intorno a me basta che dicano una cosa e sembra che l'hanno già fatta e agiscono come se fosse già fatta... invece non si rendono conto che non hanno fatto proprio nulla... che tutto è vuoto, senza un uomo dietro che agisce... non puoi baciare una parola...

domenica, giugno 28, 2009

Siate realisti: chiedete l'impossibile

"Come si può continuare a vivere con le mani vuote quando prima stringevano l'intera speranza del mondo? Come venirne fuori? Fare un contratto con la propria solitudine, no? Mettersi d'accordo con la vita. Darsi delle ragioni, scegliersi un'esistenza tranquilla, consolarsi. Non è per Caligola" (da Caligola di A.Camus)

Mentre tutto mi scivola fra le mani come sabbia, mi rendo conto di non aver mai avuto nulla di reale fra di esse: il vento basta da solo a sbriciolare quelle che evidentemente non sono certezze ma solo insicurezze essiccate... Non è possibile resistere in queste condizioni, non c'è modo di andare avanti e neanche di tornare indietro... Non c'è movimento in questo caos. C'è solo ferma confusione: sembra di muoversi, ma in realtà non si fa proprio nulla. Si sta immobili, guardandosi intorno come ebeti, ridendo di stupidità e piangendo di idiozie. Aspettando il falso movimento delle ferie. Aspettando il falso significato dei weekend. Aspettando e aspettando, nient'altro che il futuro amico ma falso che scacci il presente odioso ma sincero. Nessun gesto ha molto significato ma forse per questo dovrei piegarmi e fare quello che tutti fanno? Non ne vedo il motivo se non per questioni di energia: ma tanto vale bruciare prima, in fretta, saltando come vivo fuoco, che consumarsi lentamente nella cenere. Non lo so: è solo una delle tante possibilità, forse ognuna inutile, forse ognuna uguale.

"Non c'è nessun cielo, Cesonia" (da Caligola di A.Camus)

venerdì, giugno 26, 2009

il mio dovere

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani.Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti" (parole di Antonio Gramsci)

Ecco cosa cerco: il mio dovere. Ecco cosa mi continuo a chiedere in questi giorni: cosa devo fare? E in quel "devo" c'è tutta la mia vita, è tutta la mia vita... Sarebbe facile capirlo se il demone hillmaniano mi parlasse chiaramente: il Maestro direbbe che parla chiaramente e che ho paura a seguirlo... e probabilmente da buon maestro, ha ragione e torto al tempo stesso... la ragnatela che mi invischia è amica e nemica al tempo stesso: mi protegge dalla caduta ma mi impedisce di cadere. Forse ognuno di noi dovrebbe sinceramente porsi la domanda: che devo fare in questa vita? E poi scegliere la risposta più difficile... lì si nasconde il demone, il nostro demone, la nostra essenza... rifletto. E nel frattempo ringrazio gli Dei.

giovedì, giugno 25, 2009

Lì... ad Atene... un tempo...

"Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così."
(dal Discorso agli Ateniesi, 461 a.C., di Pericle)

mercoledì, giugno 24, 2009

scarico

Mi sento una pila scarica che hanno lasciato ancora attaccata al telecomando di un vecchio televisore: ogni tanto funziono, mi sintonizzo su un canale ma poi non riesco a fare zapping, non ne ho la forza... ho poche energie, quasi niente... e queste poche energie che ho vengono risucchiate quando mi sintonizzo sul canale sbagliato... aspetto che la soluzione elettrolitica dentro di me si riposi un attimo... per fare il nuovo cambio di canale... intanto medito sul fatto che le dinamiche sono sempre le stesse, non cambia mai nulla: mi illudo che qualcosa cambi, muti, si evolvi, ma è tutto sempre uguale, ciclico e ogni cosa, ogni persona me lo fa ricordare, spesso con cruda naturalezza... prima nelle illusioni avevo la speranza, ora nelle illusioni non c'è più nulla se non un pizzico di disperazione... ma sta diminuendo anche quella... almeno si spera... ahahah!
Vorrei avere un po' più di forza così da spiegare alle persone intorno a me che l'egoismo non è la libertà... nella testa mi tornano belle parole piene di qualche verità...

"La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione"
(parole di Giorgio Gaber)

martedì, giugno 23, 2009

Eccola la Tirannia: si vede all'orizzonte!

Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni.
E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori
è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno.
In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta:
la TIRANNIA
(da La Repubblica - Libro VIII di Platone)

lunedì, giugno 22, 2009

unico bisogno

"Ma non sono pazzo e posso dire perfino di non essere mai stato così ragionevole come ora. Semplicemente mi sono sentito all'improvviso un bisogno di impossibile. Le cose così come sono non mi sembrano soddisfacenti. È vero, ma non lo sapevo prima. Adesso lo so. Questo mondo così com'è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell'immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo" (dal Caligola di A.Camus)

venerdì, giugno 19, 2009

Le chiacchiere se le port lu vend...

"Man is the only real enemy we have. Remove Man from the scene, and the root cause of hunger and overwork is abolished forever. Man is the only creature that consumes without producing. He does not give milk, he does not lay eggs, he is too weak to pull the plough, he cannot run fast enough to catch rabbits. Yet he is lord of all the animals. He sets them to work, he gives back to them the bare minimum that will prevent them from starving, and the rest he keeps for himself" (da La Fattoria degli Animali di G.Orwell)

...e li maccarun abbott' la panze...

giovedì, giugno 18, 2009

Spettatori Impotenti

"Senza studio si rischia di essere dalla parte dei carnefici, degli sfruttatori, o, per lo meno, se proprio non vogliamo esagerare, dalla parte degli spettatori impotenti" (parole di Paolo Giuntella)

Continuo a riflettere su una frase letta sul Internazionale: se ci sono 31 persone, delle quali 3 sono fascisti dichiarati e 28 sono apolitici senza posizione, di fatto abbiamo 31 fascisti davanti... massa politica... alla fine leggere fa bene, sicuramente, ma poi si dovrebbe fare qualche cosa: si può vivere attedendo una rivoluzione che non verrà mai? si può aspettare per sempre di essere potenziali rivoluzionari e morire senza aver messo in atto questa potenza? Alla fine la domanda è sempre quella... ma che sto a fare qui al Mondo? Ma forse la domanda potrebbe o dovrebbe essere un'altra: cosa sono pronto a sacrificare?

mercoledì, giugno 17, 2009

Tanto per...

Al cuore di ogni cosa
forte è il puro sentire
l'intuizione è causa
e non posso mentire

Cinque sono le forme
mutevoli e volanti
il vuoto li protegge
nell'abisso alienante

Passano le sensazioni
leggere e formali
trapassano le emozioni
vuote e artificiali

Nulla ha sostanza
è solo serie infinita
di ogni nostra cosa
dissoluzione indefinita

Uno specchio di illusioni
senza sapore o aspetto
in un pozzo di occasioni
senza alcun rispetto

Nè macchia nè purezza
senza forma ogni forma
Niente crescita che spezza
vuota è ogni forma

martedì, giugno 16, 2009

Ecco perchè deve morire

"Lui fa ciò che sogna di fare. Lui trasforma la sua filosofia in cadaveri. Voi dite che è un anarchico. Lui crede di essere un artista. Ma in fondo non c’è differenza. Io – e dico io, sottolineo che sto palando di me – io sono con voi, con la società. Non perché mi piaccia. Ma perché non sono io ad avere il potere, quindi le vostre ipocrisie e le vostre viltà mi danno maggiore protezione – maggiore sicurezza – delle leggi migliori. Uccidere Caligola è darmi sicurezza. Finché Caligola è vivo, io sono nella completa mercé del caso e dell’assurdo, cioè della poesia. Vedo sui vostri volti risentiti il sudore della paura. Anch’io ho paura. Ma io ho paura di quel lirismo disumano al cui confronto la mia vita non è niente. È questo il mostro che ci divora, ve lo dico io. Se c’è un solo individuo puro, nel male o nel bene, il nostro mondo è in pericolo.
Ecco perché Caligola deve morire."
(dal Caligola di A.Camus)

venerdì, giugno 12, 2009

Dilaga il virus!

Mentre nel mondo tutti hanno paura della ennesima pandemia, intorno a me dilaga o, meglio, si manifesta il disagio di ogni esistenza, dimostrando che seppellito fra i vestiti, il lavoro, le birre, i ristoranti e le vacanze, ogni uomo si fa sempre la stessa, dannata, inesplicabile domanda: perchè vivo? Non importa che tu sia un rampante consulente, una donna in carriera, una mamma felice, un tranquillo lavoratore o uno studente incazzato: la domanda è sempre lì, da una vita, da tante vite, immobile, scolpita nel sangue e nello spirito di ognuno. L'assurdo si rivela sempre e comunque, ma quasi tutti sono pronti a seppellirlo dietro una vana speranza: a volte si chiama futuro, a volte si chiamano ferie, altre volte si chiamano progetti... come dice Camus, passiamo il Tempo rincorrendo il Futuro come fosse il nostro miglior amico, invece è da quando nasciamo il nostro peggior nemico... ma le chiacchiere stanno a zero, come si è soliti dire: la ruota gira e gira, sempre più veloce e scendere non è possibile a questa velocità... pena la morte... e intanto io non ho risposte, ma almeno ho smesso di chiamare disperazione la mancanza totale di speranza nella quale vivo (come tutti in realtà) e riesco anche a sorridere... ogni tanto ovviamente.

"Gli errori sono allegri, la verità è infernale." (parole di Albert Camus)

lunedì, giugno 08, 2009

Sysyphus

Sisifo per i Pink Floyd...

Abitudine

"Nelle nostre azioni abituali di mille non ce n'è una sola che riguardi noi stessi e la nostra condizione" (parole di Michel de Montaigne)

Leggiamo tante cose, leggo tante cose, ma mai nessuna mi ha toccato così come le parole di Camus nelle prime 30 pagine del Mito di Sisifo: è riuscito a scrivere quello che sento da mesi (forse da anni) e non sono mai riuscito a spiegare, forse a me stesso, sicuramente agli altri. L'unico che realmente ha capito il mio stato è Camus: questi giorni li trascorro quasi più sereno, perchè almeno qualcuno al mondo, anche se non in carne e ossa, qualcuno ha capito quello che provo... forse mi potrà anche aiutare ad uscire da questa insana abitudine e a confrontarmi con l'assurdità che ci circonda... abituati a vivere prima che a pensare... terrificante! E intanto il mondo continua ad andare avanti, nella sua meccanica abitudine e mi chiedo, anzi chiedo agli altri: ma come fate a vivere?
A volte mi manca il respiro, a volte l'assurdità del mondo mi trascina in basso con una violenza irresistibile...

"Ad ogni angolo di strada il sentimento dell'assurdità potrebbe colpire un uomo in faccia" (parole di Albert Camus)

State attenti!

venerdì, giugno 05, 2009

Wuuuuuuu! Ma anche... Weiiiii!

Ma sì! Occupiamo la mente in qualche modo, altrimenti qui si muore, non si è più quello di un tempo e a nessuno piace uno sciamano triste. Quindi occupiamo pure la mente e pensiamo, pensiamo e ancora pensiamo... su cosa poi? Ma una cosa a caso va bene, la prima che mi viene incontro va benissimo... eccola... è in avvicinamento... BooM! Dritta in faccia: wu wei wu, agire e non agire, agire senza agire, agire razionalmente, agire ragionato... una questione di equilibri, che poi in realtà è una questione di tempi: occorre solo sapere quando agire e quando non agire, non tanto in che modo agire... eppure io è questo che ancora non ho capito: ma io che devo fare?!

Citazione d'obbligo, ricercata, voluta:
"A person who thinks all the time has nothing to think about except thoughts. So he loses touch with reality, and lives in a world of illusion" (parole di Alan Watts)

mercoledì, giugno 03, 2009

s.f.

"Il contrario della speranza è la disperazione, la resa totale. L'unico peccato per il quale non c'è perdono, né in terra né in cielo" (parole di Raul Montanari)

Avevo scritto di più, un lungo sfogo, un lungo perchè di risposta ai miei perchè non detti, mai chiesti... ma alla fine che scrivo a fare? E' un'inutile spreco di energia, visto che nè le parole nè i gesti nè le emozioni paiono arrivare dove dovrebbero arrivare... tanto vale citare e che ognuno ci veda quella porzione di mondo che conosce...

"Una certa continuità nella disperazione può generare la gioia" (parole di Albert Camus)