mercoledì, agosto 30, 2006

the meaning of liff...zot!...of life!

Un film straordinario, da vedere e rivedere finchè non si stampa nella testa e si impreme sulla retina: il significato della vita dei Monty Python è semplicemente esilarante, ma al tempo stesso di una profondità unica. Una dissacrante commedia, per chi non lo sapesse, che parla dei vari momenti della vita dell'uomo e tentando di trovarci un qualche significato: ma perchè poi, ci si chiede guardando il film.
C'è forse un significato nel nascere solo perchè il proprio padre non si può mettere un preservativo? O nel combattersi l'uno con l'altro mentre si dovrebbe invece festeggiare? O forse nel raccogliere il vomito di qualcuno? E infine, che significato c'è nel morire quando si viene inseguiti da decine di donne belle e seminude?
Nessuno. O tutti, O forse la domanda è mal posta.

Cameriere: "Che senso ha la nostra vita qui?"
Donna delle pulizie che raccoglie il vomito: "Mah.. nella mia vita ho trovato lavori filosoficamente peggiori..."

Sublime mente pervesa dei Monty Python: questa notte ho continuato a pensare a questa frase e a quanto fosse vera, veritiera, pesante e genuina... si potrebbe parlare di questo film per ore, se le moderne teorie sulla geografia del mondo non si fossero dimostrate errate... vedetelo!

martedì, agosto 29, 2006

Strade da percorrere...

Tutti noi percorriamo una strada, lunga o breve, dritta o tortuosa, non importa. La scegliamo o ci dicono altri quale percorrere? In generale non saprei dirlo con esattezza, ma per quanto mi riguarda la mia strada è frutto un po' della volontà altrui e un po' della mia volontà: forse è solo frutto della mia paura e della mia incapacità a concludere le cose... fatto è che tutti noi percorriamo una strada che è attraversata da altre infinite strade: ad ogni incrocio decidiamo se continuare per la nostra o cambiarla. Perchè? Perchè non ne finiamo una che sia una di strada? Perchè tendo a percorrerne tante diverse o forse a scegliere sempre la più facile, la più normale, la più conveniente? Perchè sono fatto così, tremendamente pigro e pauroso da non avere il coraggio di percorrere la strada che più amo fino in fondo, per quanto tortuosa e dura possa essere.
E' questa la verità: devo percorrere una strada, senza se e senza ma. Ora ho il coraggio.

domenica, agosto 27, 2006

Luci a nord

Occorreva premunirsi prima della partenza in Svezia: nel caso durante il live il mio personaggio fosse stato ucciso, cosa avrei fatto per tutto il tempo nel campo base fuori gioco? E' così ero alla ricerca di un libro da portarmi appresso, un libro carino, leggero e che fosse abbastanza vario da non mandarmi in noia troppo presto. Decisi quindi di acquistare un libro di racconti, un'antologia di autori diversi, in modo da evitare la noai durante la lettura: sapete com'è, quando beccate un libro che non vi piace, no?
Il caso (o il destino, fate voi) ha voluto che mi imbattessi in un'antologia nordica, (Nordic Light della Mondadori), di giovani autori, danesi, norvegesi e svedesi: scopo della raccolta è quello di avvicinare a una letteratura europea, ben poco conosciuta in Europa, a causa delle difficoltà linguistica, e allo stesso tempo di guidare il lettore all'interno del disagio giovanile nordico... wow! Perchè non comprarlo?
Mi sono poi ritrovato travolto da eventi che bene o male sono narrati in questo blog e non ho avuto la fortuna e l'occasione di leggere il libro in Svezia, ma l'ho letteralmente divorato al mio ritorno dal nord... che dire: stando in quel paese così lontano emotivamente dall'Europa mi ero accorto che il mondo per loro doveva apparire diverso e diversamente lo dovevano pure vivere.
Per me è trattato di vivere in un universo perfetto, dove tutto scorreva a un ritmo calmo, preciso, scandito da un grande orologio invisibile: ogni membro di quella comunità all'apparenza costituiva ai miei occhi un ingranaggio perfettamente intergrato con il resto... era affascinante da osservare, ma forse lo era solo dall'esterno? Il libro mi fa pensare di sì: il disagio espresso all'interno, la tristezza e la brutalità che emergono da quelle pagine, mi fanno pensare che la perfezione del meccanismo nordico sia bello solo per chi non ne costituisce una parte... sono contento di aver letto il libro dopo essere stato in Svezia, perchè ne è potuta nascere una riflessione più genuina.
Stupendo il racconto di un giovane trentenne svedese che scorre contemporaneamente su tre livelli temporali differenti, che alcune volte si mischiano in stile hiphop: difficile da seguire, ma sicuramente d'effetto.
Stranamente rimane fuori dai giochi la misteriosa Finlandia: il popolo finnico mi incuriosisce sempre più e credo che ben presto lo andrò a trovare nella sua dimora, fredda e lontanta...

venerdì, agosto 25, 2006

Manifesto intimista di Nchienge, figlia di Woto

Esistono favole senza draghi..
Senza cavalieri,castelli e fate
Esistono favole,fatte di urli,
Lacrime e sangue.
Ci sono solo gli spettatori-spettri
Che cercano di creare immagini catartiche.
Ed il viaggio inizia presto I colori immaturi,
Stuprano le sfere di cristallo..
Dei pensieri e della nostra pseudo- saggezza
Storie dimenticate,
Di trovatori avariati
Abbracciano il corpo..repellente
Pieno di rughe, oramai
Cercando le rovine di una Itaca incatata
E di un scopo,per vestire le mie ombre
Mi sono persa in un labirinto
Fatto di spine e di brandeli di carne
I respiri coloro che non hanno trovato ancora rifugio
Danno ritmo al mio passo,passo pesante
Dodici regni ho inciso con saliva e sangue
Sangue spruzzato dalle mie viscere.
Regni lontani
Si stanno spegnendo
Dentro un cerchio di fuoco
E la nebbia uccide il vostro sguardo
A voi,
Che cercate di cantare senza respiro.


Poesia di un mio amico o amica misteriosa...

giovedì, agosto 24, 2006

Riflessioni sul Dragonbane (parte II)

Continuo a pensare a questa grande esperienza che è stata il Dragonbane. Riflettendo questa volta sul tema del larp, mi sono reso conto che l'argomento trattato e la tematica fondamentale dell'evento erano davvero moderne. Questo potrebbe sorprendere visto che il live era fantasy e quindi ambientato in un mondo che non esiste: normalmente, almeno nella mia esperienza in Italia, un larp fantasy è una classica avventura da libro di cappa e spada, dove i giocatori sono gli eroi che vivono una storia dei quali sono gli assoluti protagonisti. E questo paradigma l'ho visto in eventi piccoli e grandi, indipendentemente da chi fosse l'organizzatore: quando un giocatore partecipa ad un live si aspetta di esserne il protagonista. Il Dragonbane non poteva essere nulla diverso e di più lontano da questo: il larp giocato in Svezia era incentrato principalmente su un dramma interiore, etico, che ogni fazioni in gioco aveva. Noi cinderialini, abitanti di un villaggio protetto da un drago che pensavamo essere un dio benevolo, abbiamo visto come tutta la nostra vita non era stata altro che una menzogna ben architettata... ma se nasci e cresci adorando il Drago, potrai mai credere che Egli sia una semplice bestia? Molti di noi erano, in gioco, dei fanatici religiosi, che mai avrebbero creduto a un qualcosa di differente dalla loro religione: non bastavano i fatti, non bastavano le parole, non bastavano logica e razionalità... We are the Dragon! We love the Red One! Il Dragonbane è stato un live sui problemi che realmente esistono di rispetto di società diverse dalla propria, di tradizioni strane e forse pericolose, di popoli che vogliono vivere nel loro modo, benchè questo possa sembrare agli occhi di altri illogico... E' stato un gioco, in fondo, sul conflitto di società: molto moderno, molto profondo, molto reale.

martedì, agosto 22, 2006

30 Giorni di Notte

E' ancora calda la notte romana: gli ultimi momenti di gloria estivi o l'annuncio di un torrido settembre? The climate of Barrow is artic. Temperatures range from cold as shit to fucking freezing. Il sole sta lentamente tramontando e illumina di un rosso caldo e rassicurante la stanza dove mi trovo. The sun is setting for the last time until december. You're telling me you can't sit with your life and watch? Le ombre si allungano dentro la stanza, fino poi ad essere ingoiate dall'oscurità: accendo la luce per continuare. What kind of stuf you want, stranger? [...] He asked for whiskey and a bowl of raw hamburger meat! Certo che sta rinfrescando velocemente... un po' di brividi lungo le gambe: sarà il venticello che entra dalla finestra... Computer's down. Phone's not working. Gus probably fell asleep again. Give it a couple of minutes. Davvero particolare questo clima: si sa quello che sta per accadere, ma è difficile aspettarserlo realmente... in fondo, non esistono... Hee hee. You can wait all you want. All you have left is time. Hee hee. Sarà uno di loro? Sono già arrivati quindi... cazzo! Fossi in loro gli sparerei e scapperei! Blam! Is he dead? Blamblamblam! He's dead now. Appunto... e ora? Dove sono gli altri? Ma come faranno a sopravvivere...


E questo è solo l'inizio di una trilogia horror di vecchio stampo (come dice il mitico Clive Barker): è una storia classica di vampiri antichi e di uomini moderni, una storia sulla sopravvivenza di una razza rispetto all'altra, di istinti e di emozioni. E' una bella storia, mai banale, sempre coerente, dal ritmo incalzante e dalle tavole splendidamente disegnate.

Leggetela: 30 Giorni di Notte, scritta da Steve Niles, disegnata da Ben Templesmith, pubblicata in Italia dalla Magic Press.

lunedì, agosto 21, 2006

Casa sul mare

Dedico al caro amico che ci ospita ogni estate questa poesia di Montale, che molto ricorda il luogo incatevole dove passiamo ogni estate... auguri e grazie di tutto.


ll viaggio finisce qui:

nelle cure meschine che dividono

l’anima che non sa più dare un grido.

Ora I minuti sono eguali e fissi
come
I giri di ruota della pompa.

Un giro: un salir d’acqua che rimbomba.

Un altro, altr’acqua, a tratti un cigolio.


Il viaggio finisce a questa spiaggia

che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi la marina
che tramano di conche
I soffi leni:
ed è raro che appaia
nella bonaccia muta
tra l’isole dell’aria migrabonde la Corsica dorsuta o la Capraia.
Tu chiedi se così tutto vanisce

in questa poca nebbia di memorie;

se nell’ora che torpe
o nel sospiro
del frangente
si compie ogni destino.


Vorrei dirti che no, che ti s’appressa
l’ora che passerai di là dal tempo;

forse solo chi vuole s’infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.
Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.

Vorrei prima di cedere
segnarti
codesta via di fuga labile
come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l’avara mia speranza.
A’ nuovi giorni, stanco, non so crescerla:

l’offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.
Il cammino finisce a queste prode

che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m’ode
salpa già forse per l’eterno.
(E.Montale, Ossi di Seppia)

sabato, agosto 19, 2006

Il treno va avanti... e poi indietro...

Eccomi di ritorno... sembra proprio che io passi la mia vita in viaggio... e forse è vero: forse mi piacciono così tanto i vagabondi perchè un po' lo sono anch'io...
Ho preso al volo il treno speciale delle 20:13 da Perugia: mi è dispiaciuto non salutarla bene... solo un bacio di sfuggita mentre il capo treno mi sorrideva e mi prendeva in giro... "E lo so... le partenze sono sempre dure..." mi ha detto mentre sono salito sul treno e io ho sorriso e mi sono affacciato per un ultimo sorriso che prontamente mi è stato regalato...
Una sola giornata dopo tante settimane che non ci vedevamo: troppo poco tempo, è vero, ma è stato bello... sul treno mi sembrava ancora che fosse vicino a me: ho aperto il libro che mi aveva consigliato per il viaggio di ritorno e ho iniziato a leggere... Ti con zero di Italo Calvino.
Una strana storia si è incominciata a delineare davanti ai miei occhi, mescolandosi con il rumore del treno, le urla di un bimbo di Orte che giocava con il padre e il chiacchiericcio di due ragazze napoletane di ritorno da un lungo viaggio... Genesi improbabili e fuga incredibili, scienza del fantastico e favole scientifiche... un bel libro e una bella lettura...
Ma il pensiero di lei era ancora troppo forte e così ho deciso di lasciarmi tristemente cullare dal treno, ricordando lei e i suoi sorrisi... troppo melanconico questo viaggio in treno, è vero...
Scendo alla stazione e recupero la macchina: poche settimane e la vedrò di nuovo, è stato il mio ultimo pensiero della giornata...

venerdì, agosto 18, 2006

Riflessioni sul Dragonbane (parte I)

Il larp che ho giocato in Svezia (il Dragonbane appunto), dal 28 luglio al 3 agosto, è stata un'esperienza fantastica, che mi ha molto impressionato e sicuramente mi ha toccato nel profondo.
Molte sono le cose da dire, ma su molte di esse devo meditare bene prima di poterle esprimere al meglio: l'esperienza è stata così intima e diretta da essere di difficile trasposizione letteraria.
La prima cosa che colpisce del larp è sicuramente la durata: 5 giorni di gioco continuo più 2 giorni per ambientarsi nel villaggio di Cynderhill... un bel po' di tempo fuori dal mondo, immerso realmente, intendo fisicamente ma soprattutto mentalmente, nelle terre fantastiche dove sorgeva il nostro villaggio. Una tale durata mi ha permesso di godermi di più il mio personaggio, potendo viverne tutti gli aspetti, dai più intimi fino ad ogni relazione sociale all'interno del villaggio stesso: questo non è certo possibile in un larp di poche ore, dove le interazioni esterne sono finalizzate ad una ben precisa storia e dove l'intimità del proprio personaggio non viene mai affrontata fino in fondo.
Ma la cosa veramente unica di questo larp è che non saprò mai se le storie che ho sentito e gli eventi che mi hanno raccontato fossero veri o no... proprio come nella realtà...
(continua)

mercoledì, agosto 16, 2006

Gli amici, come gli amori, non si cercano: si trovano.

Eccoli: i miei pochi giorni di mare sono passati, rapidi, veloci, caldi e divertenti. Ma, soprattutto, sono passati con i miei amici, vecchi e nuovi, noti e sconosciuti: tutti insieme, in una suggestiva casa sul mare limpido nascosto tra Ortona e Vasto, il tempo è trascorso fra risate, scherzi e mangiate.
Mi sono svegliato ogni giorno presto, tra i rumori esterni dei pescatori e quelli interni di chi ronfava ancora: dopo un rapido giro in casa, una colazione leggera nell'attesa di qualche altro folle amante del mare, la spiaggia sassosa e stretta mi accoglieva, insieme ad un fresco e limpido mare, incantevole. Non quanto la compagnia, però.
Diverse volte ho pensato alla fortuna di avere amici del genere, che sopportano i miei silenzi e si divertono con me nei miei momenti di follia: amici che non chiedono nulla e che danno tutto, cuore e anima, penetrando la coltre di solitudine con la quale ogni giorni mi circondo, un po' come tutti, senza volerlo.
E' proprio vero: gli amici non si cercano, si trovano. E' questa la fortuna dell'amicizia, ed anche la mia.

sabato, agosto 12, 2006

Di ritorno dalla Svezia...

E' stata dura.
Sei giorni di carote, patate e cipolla.
Sei giorni di duro legno sul quale dormire.
Sei giorni di vita in un mondo che non esiste.
Cynderhill non è più la mia casa: l'ho lasciata e lì è rimasta parte del mio cuore.

E' stato incredibile.
Sei giorni nei quali non ero più io, ma ero io ugualmente.
Non ero più Alessandro, ma ero Khuzuk appunto.
Sono tornato ad essere me stesso dopo quei sei giorni?
Ho forse smesso di essere Khuzuk?
Non saprei, anzi...

Alessandro è Khuzuk.
Khuzuk era Alessandro.
In parte, ma non del tutto,
il personaggio era la persona,
e viceversa, in un complesso gioco di ruoli degno del folle Jodorowsky.

"In seguito, perfezionando la mia fantasia, iniziai ad allargare le mie conversazioni animate. Davo la voce alle nuvole, al mare, agli scogli. Potevo parlare con tutto e ogni cosa sapeva che cosa dirmi." (A. Jodorowsky, da XL, magazine mensile de la Repubblica, febbraio 2006)

giovedì, agosto 10, 2006

Questo è il tuo tempo, non lo lasciare...

Questo è il tuo tempo, non lo lasciare
Un vento che passa e che non tornerà mai
Corre veloce senza esitare
Non guarda indietro il tempo che se ne va
Questo è il tuo tempo, sta in fondo al cuore
Pulsa col sangue e corre forte nelle vene
E' il tuo respiro, non lo sprecare
Brucia in un rimpianto se ti perdi ad aspettare
Politicanti, gente che tace
Tempi di guerra, ma in un tempo di pace
Tempi moderni da consumare
Segui adesso il ritmo, questo è il tempo di saltare!
Viva la vida, muera la muerte!

Questo è la canzone della mia nuova vita, iniziata pochi giorni fa, a cavallo fra un torrido luglio e un singolare agosto... Viva la vida e muera la muerte!