giovedì, maggio 29, 2008

Attese... psichedeliche!

Il giorno, un giorno, si avvicina, uguale agli altri, differente come tutti gli altri: nulla mi aspetto dagli Dei, ma mi apro a qualsiasi cosa Loro vogliono concedermi, per punirmi, per premiarmi, per istruirmi, per deridermi, per assecondarmi. Ogni cosa, qualsiasi cosa, sarà ben vista, ben voluta: nessun preghiera, perchè il mio rito sarà anche preghiera per gli Dei.

"Il sì non è che una finzione, non è che pensiero positivo. Le realtà, le realtà fondamentali e ultime, sono sempre no. Lo spirito? No! L'amore? No! I sensi, il significato, il conseguimento? No!" (parole di Aldous Huxley)

E intanto rifletto sull'immobilità del mondo, sulla staticità di persone che dicono di essere in movimento, sull'eterno presente che viviamo e non godiamo perchè troppo legati alle convenzioni, alle definizioni, alle paure, all'aspetto esteriore di ogni cosa... troppo legati al ricordo e all'aspettativa: spero che ti libererai anche tu. E io sarò sempre sul percorso, quello difficile, ma solitario solo per la sua difficoltà... camminare in due non aiuta, no. Ma è bello e a volte abbiamo bisogno della bellezza.

mercoledì, maggio 28, 2008

Il primo ghetto

"Cum nimis absurdum et inconveniens existat ut iudaei, quos propria culpa perpetuae servituti submisit, sub praetextu quod pietas christiana illos receptet et eorum cohabitationem sustineat, christianis adeo sint ingrati, ut, eis pro gratia, contumelian reddant, et in eos, pro servitute, quam illis debent, dominatum vendicare procurent: nos, ad quorum notitiam nuper devenit eosdem iudaeos in alma Urbe nostra e nonnullis S.R.E. civitatibus, terris et locis, in id insolentiae prorupisse, ut non solum mixtim cum christianis et prope eorum ecclesias, nulla intercedente habitus distincione, cohabitare, verum etiam domos in nobilioribus civitatum, terrarum et locorum, in quibus degunt, vicis et plateis conducere, et bona stabilia comparare et possidere, ac nutrices et ancillas aliosque servientes christianos mercenarios habere, et diversa alia in ignominiam et contemptum christiani nominis..." (bolla Cum nimis absurdum emanata il 12 luglio 1555 da papa Paolo IV)

La traduzione della bolla che istituisce il primo ghetto italiano, all'interno dell'allora Stato Pontificio, ovvero della Città Eterna, è più o meno la seguente:

"Poiché è oltremodo assurdo e disdicevole che gli ebrei, che sono condannati per propria colpa alla schiavitù eterna, possano, con la scusa di esser protetti dall'amore cristiano e tollerati nella loro coabitazione in mezzo ai cristiani, mostrare tale ingratitudine verso di questi, da rendere loro ingiuria in cambio della misericordia ricevuta, e da pretendere di dominarli invece di servirli come debbano; Noi, avendo appreso che nella nostra alma Urbe e in altre città e paesi e terre sottoposte alla Sacra Romana Chiesa, l'insolenza di questi ebrei è giunta a tal punto che si arrogano non solo di vivere in mezzo ai cristiani, ma anche in prossimità delle chiese senza alcun distinzione nel vestire, e che anzi prendono in affitto case in vie e piazze principali, acquistano e posseggono immobili, assumono balie e donne di casa e altra servitù cristiana, e commettono altri misfatti a vergogna e disprezzo del nome cristiano..."

Sono passati secoli da quella bolla e ora Roma possiede a ricordo di quell'insensato odio, al quale altro odio è stato aggiunto e vissuto, un luogo magico e prezioso.
Grazie per avermici portato.

lunedì, maggio 26, 2008

Weekend di piombo

Colonna sonora del weekend? I buoni e vecchi Subsonica... mai opportuni come ora.

Ritorno sui miei passi
E adesso contali bene
Il tempo che è passato
Non è una buona ragione
Ho idea che non mi basti
Lo scambio di un'opinione
E neanche l'imbarazzo
Con cui mi mostri le scuse
La muta del serpente
Nasconde il tuo vero nome
Di chiacchiere suadenti
Sono già stato a lezione
Baciando la fiducia
Con un rasoio a due lame
Hai fatto molta strada
Sacrificato persone
Tutta la tua arrogante danza danza
La sicurezza di chi è sempre a tempo
Il giusto slalom sfavillante e attento
Di chi da sempre intona l'ultima parola

Ti farò male più di un colpo di pistola
È appena quello che ti meriti
Ci provo gusto me ne accorgo ed allora
Non mi vergogno dei miei limiti e lividi
Come ti gira dopo un colpo di pistola
Ti vedo un po' a corto di numeri
Ci provo gusto me ne accorgo ed allora
Non mi seccare coi tuoi alibi alibi...

(Colpo di Pistola dei Subsonica)

venerdì, maggio 23, 2008

Caro Alessandro...

...ieri sera ti ho visto e mi hai permesso di guardare dove ho sempre avuto paura di dirigermi; inutile girarci intorno, il punto e' cruciale; la via che stai percorrendo, io non ho avuto il coraggio di intraprenderla, posso dare alla parola coraggio tante sfumature ma la sostanza non cambia; di fronte alla scelta di camminare da solo per allontanarmi dal mondo non ho mai trovato una ragione sufficientemente forte che giustificasse questa mia azione di fronte alla sofferenza che avrei generato nelle persone che mi amavano; puoi chiamarla codardia ovviamente ed e' il nome che le ho dato io, sta di fatto che non ho mai creduto a sufficienza che la mia liberazione valesse una lacrima delle persone addormentate che avevo intorno. Non voglio proseguire in una analisi psicologica del mio gesto tanto inutile quanto sterile, ma dirti che ti stimo davvero tanto e sento la sofferenza che vivi ma che e' destinata solo ad aumentare fino a bruciare tutto.
Da parte mia quello che faccio e' andare nella direzione opposta, rimango nel buio dell'esistenza quotidiana tentando di realizzare in ogni momento che non e' diverso dalla luce, guardo mio figlio colmo di amore tentando di non dimenticare che la vita puo' lasciar posto alla morte in ogni istante eppure senza smettere di amare.
Come nelle parole di Guareschi in questo ultimo zazen, di fronte ad un cesto pieno di frutta un po' marcia un po' fresca il Bodhisattva se inizia a mangiare non sceglie la frutta marcia per lasciare agli altri la migliore ma mangia tutto senza scegliere mai, e' un po' questa la metafora che mi guida ben cosciente del rischio di addormentarmi di nuovo ( o forse di non essermi mai svegliato) ma con una piccola intuizione che a volte balena e mi fa ridere bonariamente di questo fatto sapendo che forse neanche il mio risveglio e' poi cosi' importante.
Per quello che riguarda te oltre ad abbracciarti pieno di affetto le uniche parole che mi si stampano in mente da dedicarti sono:

"Now there's a look in your eyes, like black holes in the sky.
Shine on you crazy diamond.
You reached for the secret too soon, you cried for the moon.
Shine on you crazy diamond.
Come on you raver, you seer of visions, come on you painter,
you piper, you prisoner, and shine! "

Gassho.

mercoledì, maggio 21, 2008

il sole e la luna

"Tu sei un artista, io un pensatore. Tu dormi sul petto della madre, io veglio nel deserto." (parole di H.Hesse)

Ci sono persone che conosci e dimentichi, altre invece che rimangono accanto a te, per caso o per fortuna, o forse perchè il Dharma vuole che siate compagni, amanti, amici e chissà cos'altro. Altre persone quando le conosci ti squarciano per il dolore da dentro, e se accade è solo per due motivi: hai paura di diventare come loro oppure senti la loro umanità ferita.
Ne conosco due di persone così, una direttamente, l'altra indirittamente... di quest'ultima ho una pena infinita: alla fine, non sembra vivere peggio di molti altri... ieri qualcuno lo ha definito parassita: per me è un uomo che non voleva nascere e che è stato strappato all'oblio da mani crudeli. E ora soffre e non può fare altro che soffrire, perchè è già nato con la Verità che gli scorreva dentro... il suo dolore a volte diventa genio di parole, ma immagino, senza illudermi, che il più delle volte rimanga dolore inespresso. Per lui provò pietà, quella vera, quella straziante, quella che ti rode quando sai che nulla puoi fare quando vorresti fare realmente qualcosa. E allora piangi per lui.
L'altra persona, quella di cui ho paura, è piacevole, simpatica, intelligente e acuta come ben poche persone, ma sola, infinitamente ma soprattutto volutamente da sola in questo mondo: lo guardo e vedo me stesso con più coraggio in corpo. E ho paura, perchè contrariamente a quanto si può dire, nessuno vuole davvero rimanere solo. E comunque, una cosa sono le parole, ben altro la scelta della solitudine.
Ho paura pensando a lui perchè vedo me e a volte lo desidero veramente di essere lui: anche allora piango.

martedì, maggio 20, 2008

melodie del dharma

"Gli amici non vivono semplicemente in armonia, come alcuni dicono, ma in melodia." (parole di David Henry Thoreau)

Le parole in questo periodo non bastano... sono incomplete e a volte celano... a volte ingannano... quindi, meglio tacere, piangere e godere di un abbraccio sincero.

giovedì, maggio 15, 2008

Eppure c'è vita...

I miei saluti e il mio affetto al figlio del mio caro compagno del dharma: benvenuto in questo mondo.
E ricorda:

"La vita non è dolce, non è di morbido velluto – ma raspa la schiena come la striglia il cavallo, fino a che l'uomo non caccia il proprio sangue." (parole di W.Reymont)

mercoledì, maggio 14, 2008

Solo un abbraccio...

...e il mondo per un attimo smette di correre, di muoversi, di rimbalzare, di urtare con me e con tutto.
Solo un abbraccio e il cuore smette di fare male.

martedì, maggio 13, 2008

il silenzio del pazzo

"Che peccato che ai matti non sia permesso di parlare saggio di ciò che i saggi fanno pazzamente!" (parole di W.Shakespeare)

E ancora una volta mi ritrovo sospeso fra il silenzio e l'azione, partecipe della falsità del mondo, consapevole spettatore della peggiore delle illusioni... ancora una volta, come sempre, perchè non ho il coraggio di gridare e allora sto zitto... perchè non ho il coraggio di agire e allora sto fermo... solo sudore e lacrime per me, ma senza nessun premio, senza nessuna gratificazione... sudore e lacrime per me, e nulla più.

lunedì, maggio 12, 2008

eterno istante di illusione

Per te, con il rischio che mi mancherai come l'aria.

"E' ritrovata. Che cosa? L'Eternità. E' il mare andato col sole.
Anima sentinella, mormoriamo la confessione della notte cosi nulla e del giorno infuocato.
Dagli umani suffragi, dagli slanci comuni là ti liberi e voli a seconda...
Poiché soltanto da voi, o braci di raso, il dovere si esala senza che si dica: finalmente.
Là, nessuna speranza, nessun orietur. Scienza con pazienza, il supplizio è sicuro.
E' ritrovata. Che cosa? L'Eternità. E' il mare andato col sole."
(da Le Illuminazioni di Arthur Rimbaud)

domenica, maggio 11, 2008

sulla felicità (parte 2)

"Quando la felicità ci viene incontro non è mai vestita come pensavamo. Spesso ci passa accanto silenziosa e non sappiamo riconoscerla." (parole di Romano Battaglia)

Riflettendo (e ancora ne ho di riflessioni da fare...) ritengo che la felicità sia strettamente (ovviamente per me) collegata al concetto di libertà... certo, direte voi, ho spostato l'attenzione da una semantica all'altra, non risolvendo alcun problema, ma distraendo un poco l'attenzione... ma alla fine si sa com'è il linguaggio: esso difende il segreto, non lo vuole diffondere...

"Non è la libertà che manca. Mancano gli uomini liberi." (parole di Leo Longanesi)

martedì, maggio 06, 2008

sulla felicità (parte 1)

"La felicità non è fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa." (parole di Friedrich Nietzsche)

Non mi convincono molto le parole di Nietzsche... Ma d'altronde non è affatto facile definire la felicità: concetto fuggevole, come lo era il tempo per Sant'Agostino o l'essere per Heidegger... ma perchè è così difficile definirla? Forse perchè in realtà, inconsciamente, definiamo la felicità in rapporto ad un altro concetto... come assenza di qualcosa... come non avesse un qualia di per sé, ma fosse la negazione di uno stato che permane nella nostra vita: il dolore.

"Il ricordo della felicità non è più felicità, il ricordo del dolore è ancora dolore." (parole di Albert Einstein)

domenica, maggio 04, 2008

di napoli, di amici e di un viaggio...

Tante emozioni tutte insieme: una città stupenda quanto ferita, un amico incredibile che questa volta parte davvero e un'amica dal cuore enorme che mi sta vicino quando più ne ho bisogno... non ci sono parole, ma una canzone (unione di Apollo e Dioniso) potrebbe avvicinarsi a rendere l'enormità delle emozioni provate...

"Di tutti i poeti e i pazzi
che abbiamo incontrato per strada
ho tenuto una faccia o un nome
una lacrima o qualche risata
abbiamo bevuto a Galway
fatto tardi nei bar di Lisbona
riscoperto le storie d'Italia
sulle note di qualche canzone.

Abbiamo girato insieme
e ascoltato le voci dei matti
incontrato la gente più strana
e imbarcato compagni di viaggio
qualcuno è rimasto
qualcuno è andato e non s'è più sentito
un giorno anche tu hai deciso
un abbraccio e poi sei partito.

Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.

Di tutti i paesi e le piazze
dove abbiamo fermato il furgone
abbiamo perso un minuto ad ascoltare
un partigiano o qualche ubriacone
le strane storie dei vecchi al bar
e dei bambini col tè del deserto
sono state lezioni di vita
che ho imparato e ancora conservo.

Buon viaggio...

Non sto piangendo sui tempi andati
o sul passato e le solite storie
perché è stupido fare casino
su un ricordo o su qualche canzone
non voltarti ti prego
nessun rimpianto per quello che è stato
che le stelle ti guidino sempre
e la strada ti porti lontano

Buon viaggio..."
(La Strada, Modena City Ramblers)

A te, hermano querido... dopo tanto tempo, queste lacrime sono per te... mi mancherai.