mercoledì, marzo 31, 2010

Alla mia nazione

"Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
.....
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo."
(parole di Pier Paolo Pasolini, voce di Vittorio Gassman)

venerdì, marzo 26, 2010

meschine finzioni

Non è accaduto molto spesso nella mia vita di ascoltare le parole di qualcuno, qualcuno di famoso, di lontano emotivamente ma vicino spiritualmente, e di rimanere a bocca aperta, con gli occhi tremanti e il cuore impazzito.
Ieri ho sentito parlare Erri De Luca e ho capito che nonostante tutto, nonostante tutte le letture, tutte le esperienze e tutte le parole, la mia è una vita di finzione, di menzogna, di bugia perpetua, di scuse insensante e comode. Ho capito, l'ho realmente compreso e il risveglio questa mattina è stato duro, aspro, doloroso.

Una meschina finzione, ecco quello che ho costruito intorno a una parte della mia vita: il senso di incompletezza, di incapacità e di impossibilità era solo una triviale, superficiale e perfida menzogna fatta tra me e me. Posso fare qualcosa? Forse posso ancora reagire. Forse. Ci provo, ci devo provare.

"Grandezza umana è un'energia non comune, unita con la dirittura, con l'intelletto agile e diretto; è incompatibile con chi mente a se stesso e indulge in meschine finzioni" (parole di Ezra Pound)

giovedì, marzo 25, 2010

Devi stare muto, basso profilo, chiappe strette e sperare in Dio.

"Alfredo, la scena è molto semplice: basito lui, basita lei, macchina da presa fissa, luce un po' smarmellata e daje tutti che abbiamo fatto!" (parole di René Ferretti)

Alla fine è così: è sempre tutto semplice. Due faccette, come quelle di Stanis. Macchina da presa nascosta ma fissa. La luce è sempre smarmellata. E poi ci portiamo a casa la scena... di che cosa parlo? Della vita, è ovvio: non c'è altro. Un po' di attori, neanche tanto bravi. Un direttore della fotografia che pippa. Un regista fallito e assente. E luce smarmellata: e le scene migliori sono quelle di quando nessuno guarda e nessuno ci pensa. Sono quelle dietro la camera. Oltre la sedia del regista... vabbè, ma che sto' a dì stamattina... meglio che mi sto zitto... silenzio... ciak! e.... Azione!

"E dai dai dai che la giriamo" (parole di René Ferretti)

martedì, marzo 23, 2010

dove sei?

E' uno sfogo... ma oggi ne ho bisogno: scusate.


porco cristo offenditi
c'è una dote che non hai
non è chiaro se ci sei
sei borghese arrenditi
gli architetti sono qua
hanno in mano la città
cambia rotta
cambia stile

scopri l'anno bisestile
è volgare il tuo annaspare, sai
squarciafavole t'illudi
come notte fra le nubi
questo è l'unonovenovesei
cristo

fa che lei non sia qua
non è chiaro, si lo so
ma è una dote che non ho
estremista edile
piangi e poi gli fai le fusa
mentre ho perso la mia musa
cambio rotta
cambio stile
scopro l'anno bisestile
è volgare il mio annaspare, sai
divertente e criminale
la tua scala di sapone
questo è l'unonovenovesei
dove sei?

(parole e musica degli Afterhours)

Già... dove siamo? Dove cazzo siamo? No, perché forse non lo sapete, forse non lo sappiamo, ma ci hanno tolto tutto! Non abbiamo più dignità, niente sogni, nessuna rabbia: siamo surrogati, involucri ben vestiti, insetti che tentano di sopravvivere... dove cazzo siamo? Me lo sapete dire?! Non ci siamo, non ci siamo più: in 2 settimane ci sono stati a Roma ben 5 assalti a immigrati mentre stavano semplicemente e onorevolmente lavorando... e noi dove cazzo siamo? A manifestare per l'acqua? A chiederci se in una piazza c'erano 1 milione o 150 mila cojoni? A giocare di ruolo? A bere una cazzo di birra? Dove siamo?
Non lo so dove siamo... ma so dove dovremmo essere: in strada e se vediamo uno stronzo che picchia qualcuno, almeno dividiamo le botte in due. Cristo.

venerdì, marzo 19, 2010

Lasciamo dormire il futuro

"Ecco qual è il problema del futuro: quando lo guardi cambia perché lo hai guardato" (parole tratte da Next)

Non finirò mai di stupirmi di quanto ci attacchiamo alle cose che non esistono: ci sono persone capaci di soffrire e di perder il prezioso dono del tempo, vivendo nell'idea di un futuro che non esiste e che perdono e dal quale si allontanano ogni istante di più... invece, basterebbe semplicemente camminare insieme, perchè, come dice la mia buona e geniale insegnante Antonella, non c'è niente di più difficile nel tango che naturalmente camminare insieme... e, io aggiungo, senza chiedersi quando e come questa meraviglia avrà fine...

"L'origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere" (parole di Milan Kundera)

giovedì, marzo 18, 2010

diamanti grezzi

Una canzone che ne nasconde un'altra... chi sa, sa... chi non sa, sticazzi!

Non c'è contatto di mucosa con mucosa
eppur mi infetto di te,
che arrivi e porti desideri e capogiri
in versi appassionati e indirizzati a me;

e porgi in dono la tua essenza misteriosa,
che fu un brillio fugace qualche notte fa;
e fanno presto a farsi vivi i miei sospiri
che alle pareti vanno a dire "ti vorrei qua".

Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola.
Riesci a scorgerti? Sì che ci sei,
prima che ti conoscessi.

(Ora ho il tuo splendido sorriso da succhiare:
sfavilla di felicità.
L'osservo su dalla tua fronte vanitosa
che ai miei baci ha chiesto la priorità)

Pure frigid waters from these eyes that always miss you
Nothing but violence from my empty gun
I'm using silver to light up these blackheart faces
blinding your fingers with my skin that burns for you

Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola.
Riesci a scorgerti? Sì che ci sei,
proprio mentre ti conosco.

This song is for me
I listen like I promised you
I can see me in your words from hell
that you write for me


E ho le tue mani da lasciarmi accarezzare il cuore
immune da difese che non servono.

Ma ora ho in testa il viso di qualcuno più speciale di me,
che sa cantare ma ha più stemmi da lustrare di me...e questo è il tuo svago.
Per quel che mi riguarda sei un continente obliato.
Per quel che ho visto in fondo mi è piaciuto.

Don't, don't tell me. What you want from me
No, don't tell me. I don't wanna hear. Don't tell me


Questa è la canzone che scrivo per te:
l'ho promessa ed eccola.
Riesci a scorgerti? Non ci sei più,
dopo che ti ho conosciuta 

(parole e musica dei Marlene Kuntz)

"Molti individui, come i diamanti grezzi, nascondono splendide qualità dietro una ruvida apparenza" (parole di Giovenale)

lunedì, marzo 15, 2010

ci sta la sedia... e ci sto io?

"Le cose che desideriamo, desideriamole poco, non solo perché non meritano di essere altrimenti desiderate, ma anche perché desiderandole molto diventano fonte di mille pene" (parole di Louis Bourdaloue)

venerdì, marzo 12, 2010

Tagliategli la testa!

Alice: "Ma io non voglio andare fra i matti"
Gatto: "Be', non hai altra scelta... Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta."
Alice: "Come lo sai che sono matta?"

Già, come lo sai se sei matto oppure no? Me lo chiedo spesso: come si fa a capire se uno è matto? La sensazione che ho addosso è proprio questa: di essere matto. Alcune volte osservo il mondo intorno a me, gli ordinati e rumorosi tavoli della mensa, le fastidiose e necessarie auto in coda, i soliti e interessanti discorsi di gruppo, e allora per un istante mi viene una voglia irrefrenabile di urlare. Il mio vecchio Maestro direbbe: bene, urla pure, bravo. Ecco l'Agguato. Agire come un folle, non è essere folle... oppure lo è? Agire come se tutto l'Assurdo nascondesse una Legge, ma sapere che in realtà dietro di esso c'è solo e ancora... esso.

"Come lo sai che sono matta?"  disse Alice.
"Per forza," disse il Gatto, "altrimenti non saresti venuta qui."

martedì, marzo 09, 2010

Vi invidio signori!

"Che straordinario odore di set, mi sento a casa, e vi invidio signori. Voi artigiani che lavorate con mano e con occhio, con sapienza ed è per rispetto profondo della concretezza che trasuda da queste pareti che io mi sento di esprimere un mio umile pensiero: andatevene affanculo tutti!" (parole del grande Stanis La Rochelle)

E non dico altro.

venerdì, marzo 05, 2010

bluebird

there's a bluebird in my heart that
wants to get out
but I'm too tough for him,
I say, stay in there, I'm not going
to let anybody see
you.
there's a bluebird in my heart that
wants to get out
but I pour whiskey on him and inhale
cigarette smoke
and the whores and the bartenders
and the grocery clerks
never know that
he's
in there.

there's a bluebird in my heart that
wants to get out
but I'm too tough for him,
I say,
stay down, do you want to mess
me up?
you want to screw up the
works?
you want to blow my book sales in
Europe?
there's a bluebird in my heart that
wants to get out
but I'm too clever, I only let him out
at night sometimes
when everybody's asleep.
I say, I know that you're there,
so don't be
sad.
then I put him back,
but he's singing a little
in there, I haven't quite let him
die
and we sleep together like
that
with our
secret pact
and it's nice enough to
make a man
weep, but I don't
weep, do
you?


(parole di Charles Bukowski)

martedì, marzo 02, 2010

Risposta: "Fuori dal bar c'è fuori dal bar"

Mi succede spesso quando ho un momento di tranquillità dell'animo, immotivato e casuale, di fermarmi ad osservare un po' meglio il mondo intorno a me: rifletto allora sul fatto che l'Agguato è veramente fondamentale nella vita di ogni uomo, non solo in quella di uno sciamano (fallito). Il mondo che ci circonda ci ruba energia, costantemente, continuamente, ma non inevitabilmente: occorre combatterlo per poter diminuire (non dico vincere... siamo esseri ormai troppo inferiori spiritualmente) questa perdita energetica.
Il guerriero deve fare questo e nel farlo utilizza proprio l'Agguato (il ripasso lo faccio per me stesso ovviamente): interessante è l'aspetto della follia controllata della quale Don Juan dice:
"...dobbiamo sapere prima di tutto che le nostre azioni sono inutili e tuttavia dobbiamo procedere come se lo ignorassimo..."
Non è facile, ma forse diventa più chiaro se aggiungo altre parole di Don Juan a Carlos:
"Le mie azioni sono sincere, ma sono solo gli atti di un attore"
Ed ecco che appare evidente allora: la follia nasconde la realizzazione dell'assurdità del mondo, come sostiene Camus quando dice che una delle maschere da indossare è proprio quella del Commediante... la mia maschera migliore.
Attenzione però, perchè è facile trasformarsi da attore a menefregista, quando la propria recita è uguale sempre con tutti...

"Quando un uomo ha imparato a vedere, si trova solo al mondo, con nient'altro se non la follia" (parole di Don Juan riportate da Carlos Castaneda)

lunedì, marzo 01, 2010

Domada: "Cosa c'è fuori dal bar?"

"Il giorno dopo è sempre così. Il giorno dopo qualsiasi cosa. Un anno bisestile, una passione non corrisposta, una sbornia di liquore dolce. Non riesci ad abituarti all'idea di essere già al giorno dopo. Ti ritrovi nel tuo primo pomeriggio del tuo primo di gennaio a metà novembre e ti accorgi di essere stonato, perché fuori tempo. Per gli altri è un giorno come un altro. Per te, è un giorno come te. Sei in ritardo. Non sei ancora uscito da ieri ed è già domani, anche se gli altri lo chiamano oggi" (parole di Andrea G. Pinketts)

Pensieri in libertà che trovano sfogo in parole di altri, come mi accade spesso... perchè alla fine si è detto tutto, ma nulla vale mai più della sana esperienza... peccato che nessuno te la può passare e così errori si cumulano ad errori, nuovi si mischiano a vecchi e la vita si ripete ciclica, nel tempo sfortunato di Kairòs ma senza che mai nulla realmente cambi. Perchè come dice il saggio ubriaco: non c'è niente che debba cambiare. Tutto è così come è: assurdo.