venerdì, aprile 29, 2011

Denn Wort ist Waffe!

"Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono. Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi quando lo dicevate. Questa è la cosa peggiore, secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare" (parole di Stephen King)

E stamattina guardarsi allo specchio e non riconoscersi è stata la sorpresa minore.

giovedì, aprile 28, 2011

marchio

...col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità...

(parole e musica di Fabrizio De André)

mercoledì, aprile 27, 2011

il bisbiglio

Give sorrow words: the grief that does not speak
whispers the o’er-fraught heart and bids it break

(parole di Shakespeare, tratto da Macbeth, Atto IV scena III)

Dove non v'è pietà, non può star felicità.

"Le uniche persone che conoscono la pietà sono quelle che ne hanno bisogno" (parole di Charles Bukowski)

Non dimentico nulla, non perdono nulla. Tengo tutto dentro e lì la rabbia e la delusione si mescolano, si alimentano l'una con l'altra e mi lacerano in continuazione... e non vi è pace per questo meccanismo infernale... non vi è possibilità di fuga da tutto questo...

Lei: Lo sai che sei tu l'ago della bilancia, vero?
Lui: Perchè devo essere sempre io l'ago della bilancia?
Lei: Perchè sei tu che permetti al mondo di comportarsi così...

Perchè non c'è pietà verso di me? Ora lo so... perchè sono io che non ho pietà verso me stesso, per primo... Non riesco a formulare una frase del tipo "io voglio che..." senza che i sensi di colpa mi assalgano... faccio sempre finta che vada tutto bene, incapace di desiderare, con la paura addosso, con le parole che pesano come macigni e che mi schiacciano l'anima... Non vale scusarsi con me, perchè non perdono nulla... perchè prima di perdonare gli altri, dovrei essere in grado di perdonare per primo me stesso... e non ci riesco... sono sempre e sempre sarò manchevole verso quel piccolo bambino... cazzo!

"It is not because angels are holier than men or devils that makes them angels, but because they do not expect holiness from one another, but from God alone" (parole di William Blake)

martedì, aprile 26, 2011

ma che razza di buio c'è nel cielo

L'infinito silenzio sopra un campo di battaglia quando il vento ha la pietà di accarezzare;
l'inspiegabile curva della moto di un figlio che a vent'anni te lo devi scordare...
Sentire d'essere noi le sole stelle sbagliate in questa immensa perfezione serale;
e non capirci più niente nel viavai di messia discesi in terra per semplificare.
Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
Ma che razza di Dio c'è nel cielo?Ma che razza di guitto mascherato da Signore sta giocando col nostro dolore?
Ma che razza di disperato, disperato amore,
lo potrà mai consolare?

Aprire gli occhi e morire in un fruscio di farfalla
neanche il tempo di una ninna nanna;
l'idiozia della luna, la follia di sognare,
la sterminata noia che prova il mare;
e a questa assurda preghiera di parole, musica, colori,
che Gli continuiamo a mandare,
non c'è nessuna risposta,
salvo che è colpa nostra e che ci dovevamo pensare.

Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
Ma che razza di Dio c'è nel cielo?Ma che razza di disperato, disperato amore,
può tagliare la notte e il dolore?
Ma che razza di disperato, disperato amore più di questo
respirare, più di tutto lo strisciare?
più di questo insensato dolore?

Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
Ma che razza di buio c'è nel cielo?
Ma che razza di disperato, disperato amore
più di questo insensato dolore?
Ma che razza di Dio c'è nel cielo?
Ma che razza di buio c'è nel cielo?
Ma che razza di disperato, disperato amore più
di questo non capire, non sapere sbagliare e lasciarsi perdonare?
Ma chi è l'altro Dio che ho nel cuore?
Ma che razza d'altro Dio c'è nel mio cuore,
che lo sento quando viene,
che lo aspetto non so come
che non mi lascia mai,
non mi perde mai e non lo perdo mai.

 (parole e musica di Roberto Vecchioni)

scarpe impolverate e usate

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: (silenzio)

Non ho dato ancora risposta a questa domanda...

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: (silenzio)

Non lo so... non ne ho idea...

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: (silenzio)

Il silenzio nasconde la risposta, l'imbarazzo generato da occhi che sanno la risposta e ti fissano aspettando solo che tu lo dica... ma tu non lo dici, perchè non vuoi sentire il suono di quella parola, la verità della tua intera vita, fatta di cose da fare, di rimorsi, di sacrifici, di rinunce e di rinvii...

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: (silenzio)

Il rumore dei sogni che vanno in continuazione in frantumi è assordante, quanto il silenzio che urla dentro e fuori di te... e pensi a quel piccolo bambino, lo vedi accanto a te ogni giorno, che risponde lui al posto tuo... è vero: quelle persone non esistono più, sono diventati dei vecchi, pieni di rimorsi, di paura e di solitudine. Ora sembrano brave persone, bisognose di parole di affetto, di gesti e di cure... ma il bambino dagli occhi tristi è sempre accanto a te, che ti guarda, che vorrebbe giocare con qualcuno che non c'è, vorrebbe fare cose che non ha mai fatto e che mai farà... è accanto a te e non vale ignorarlo, non conta non guardarlo, perchè lui parla sempre al posto tuo e fa tutto quello che tu non vorresti fare o dire.

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?
Lui: nessuno.

Già. Ecco il suono che non volevo sentire. L'unica parola che non volevo usare ed eccolo quel bambino, gonfio di rabbia, pieno di paure, che vive nell'insicurezza. Eccolo lì. Fra me e lui solo un paio di scarpe vecchie e impolverate... pensavo fossero le scarpette rosse di Dorothy... lo speravo con tutto il cuore... con tutta l'anima...

Lei: ma ad alessandro chi ci pensa?

giovedì, aprile 21, 2011

il dolore che uno ha

Quando tutte le parole sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che
che nessuno se lo spiega perché sia successo a te
quando tira un po' di vento che ci si rialza un po'
e la vita è un po' più forte del tuo dirle "grazie no"
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha.
Tu tu tu tu tu tu...

Quando indietro non si torna quando l'hai capito che
che la vita non è giusta come la vorresti te

quando farsi una ragione vora dire vivere
te l'han detto tutti quanti che per loro è facile
quando batte un po' di sole dove ci contavi un po'
e la vita è un po' più forte del tuo dirle "ancora no"
quando la ferita brucia la tua pelle si farà.

Sopra il giorno di dolore che uno ha.

Quando il cuore senza un pezzo il suo ritmo prenderà
quando l'aria che fa il giro i tuoi polmoni beccherà
quando questa merda intorno sempre merda resterà
riconoscerai l'odore perché questa è la realtà
quando la tua sveglia suona e tu ti chiederai che or'è

che la vita è sempre forte molto più che facile
quando sposti appena il piede lì il tuo tempo crescerà

Sopra il giorno di dolore che uno ha
 

Tu tu tu tu tu tu tu tu tu...

(parole e musica di Ligabue) 

Dedicato a te, perchè non ho più parole mie da regalarti e il cuore fa male e la testa rischia di impazzire...

lunedì, aprile 18, 2011

limoni in bocca

Kid A, Kid A
Everything in its right place
(In its right place)
Yesterday I woke up sucking a lemon
Everything in its right place
(In its right place, in its right place)
There are two colours in my head
What, what is that you tried to say?
What, what was that you tried to say?

Everything in its right place...

(musica ipnotica dei Radiohead)

Ci sono parole e pensieri che continuano a morirmi in gola e cadono pesanti fin dentro il petto... in quel luogo oscuro dove tengo tutto dentro, custodito e protetto chissà da chi e chissà da che cosa... ogni tanto qualcosa esce, fa danno e poi rientra, con la sua preda, con il suo cibo preferito, lasciandomi senza forze e senza volontà... e intanto la mente vaga e sogna, ma la realtà che mi circonda fa presto a distruggere tutto, a soffiare via quel poco di polverina magica che potrebbe portarmi per un po' chissà dove... giusto tre minuti buoni mi salvano in questi giorni... giusto tre minuti buoni, per non sentire il sapore di limone in bocca... vabbè scusate... il lunedì è sempre duro, lo dico sempre...

Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior...
(parole di Fabrizio De Andrè)

venerdì, aprile 15, 2011

...fuoco di rabbia...

Dicevi ca
L’amuri miu è galera
Ora si ‘ncatinatu ‘nta sti ranni vaji
Non fu pi dinaru
Ne’ pi dispettu
Focu di raggia a lu pettu
Raggia

Rit.

Allura dimmi tu
Dimmi dimmi com’è?
Fossi fossi pirchì
Avi la vesti stritta
Ca ci avvampa , maliritta!

Allura dimmi tu

Dimmi dimmi com’è
Fossi fossi pirchì
‘nte minni ventu furria
e ‘ntra li cosci mavaria

Pinsannu a tia

Passu li me jurnati
Sula dintra stu lettu abbruciu ju
Lu cori to’ è marturiatu
È ‘ntrubbulatu
Idda ti ferma lu ciatu
Raggia

Rit.

Allura dimmi tu
Dimmi dimmi com’è?
Fossi fossi pirchì
Avi la vesti stritta
Ca ci avvampa , maliritta!

Allura dimmi tu

Dimmi dimmi com’è
Fossi fossi pirchì
‘nte minni ventu furria
e ‘ntra li cosci mavaria


(parole di Carmen Consoli, musica di Goran Bregovic)

martedì, aprile 12, 2011

squarciare il cielo


E’ piovuto il caldo
Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore

Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi

Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai

Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento
Che mi porti dritta
Dritta a te

Che freddo sentirai
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…

Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di tempo
E spazio non ne ho
Dato mai
 (parole di Giuliano Sangiorgi, voce di Malika Ayane)

lunedì, aprile 11, 2011

sostanziale prevedibile incoerenza

"La vita è sostanzialmente incoerente e la prevedibilità dei fatti un'illusoria consolazione" (parole di Alessandro Baricco)

Sono tornato in un posto che tanto tempo fa sembrava essere il più bello che avessi mai visto. Non ero già più piccolo allora, forse, anzi no, sicuramente, ero meno severo con me stesso, più sognatore e certamente non ero ancora stato deluso dall'aria stantia della vita.
Ho visto qualcosa in cui sinceramente credevo, forse l'ultima cosa in cui ho mai creduto: era lì, acciaio e plastica, rame e fibre ottiche, riempito da quel liquido ribollente e trasparente che ben conoscevo. Sotto 1400 metri di pura roccia calcarea, c'era l'ultimo oggetto in cui avevo creduto, il simbolo della vita che non fu mai.
Avevo paura di vederlo, devo essere sincero: pensavo che la strada non percorsa sarebbe potuta sembrare più bella della strada effettivamente percorsa. Non è stato così brutto, anzi: quel luogo non aveva più nessun significato per me. Un altro velo staccato dai miei occhi o un'altra pagina veramente girata della mia vita. E' stato soprendentemente liberatorio.

L'unica cosa che ho invidiato di quel posto? La piccola piazza sotto il grande monte, piena di odori e di fumo... il panino con la salsiccia e il pecorino... l'aria fresca e pungente... insomma, ciò che si invidia di ogni altro posto un po' lontano dall'amata Città Eterna...

mercoledì, aprile 06, 2011

Il tuffatore e la perla

Si dice che se il tuffatore pensasse sempre allo squalo, non metterebbe mai le mani sulla perla. L'essenza della vita è custodita in un'ostrica, nel mare della Paura che ci circonda. E lo squalo si chiama morte, o meglio, Paura della Morte, ovvero Paura della Paura. Non abbiamo molta scelta in questo caso: o rischiamo e cerchiamo di impossessarci della perla oppure viviamo nel rimpianto di non averci provato. La vita è una sola, un solo tuffo, un solo tentativo, una sola perla, un solo squalo... e la cosa peggiore non è tanto rassegnarsi a non provarci nemmemo, ma vivere in modo tale da giustificare costantemente questo rimpianto.

Temer si dee di sole quelle cose
c'hanno potenza di fare altrui male;
de l'altre no, ché non son paurose.
(parole di Dante Alighieri)

lunedì, aprile 04, 2011

Vivere non è difficile

Vivere non è difficile potendo poi rinascere
cambierei molte cose un po' di leggerezza e di stupidità.

Fingere tu riesci a fingere quando ti trovi accanto a me
mi dai sempre ragione e avrei voglia di dirti
ch' è meglio se sto solo...
Ma l' animale che mi porto dentro
non mi fa vivere felice mai
si prende tutto anche il caffè
mi rende schiavo delle mie passioni
e non si arrende mai e non sa attendere

e l' animale che mi porto dentro vuole te.
Dentro me segni di fuoco è l'acqua che li spegne
se vuoi farli bruciare tu lasciali nell' aria
oppure sulla terra.

(parole di Franco Battiato, cover di Carmen Consoli)

Continuo a respirare. Sul pelo dell'acqua. A volte bevo, a volte no. Nessuna boa. Leggerezza... occorre solo pensare alla leggerezza... respira... respira... e se bevi un poco, pazienza: sputa l'acqua e continua a resistere.

venerdì, aprile 01, 2011

punteggio 21?

"Meglio sapere chi siamo realmente, conoscere le tenebre che ci abitano, accettarle e affrontarle, piuttosto che pretendere che non esistano e organizzare la vita in modo tale che le tenebre restino nascoste. In questo modo non faranno altro che aggravarsi e governeranno la nostra vita a livello inconscio fino a quando, forse, riappariranno sotto un'altra forma. Quando tocchiamo le nostre tenebre – così profonde, così terribili – ci vergogniamo talmente da voler fuggire." (parole di Jean Vanier)