domenica, gennaio 27, 2008

Psicopolitica e... lotta?!

"Dal punto di vista dell'ordine costituito, è forse legittimo considerare le droghe psicodeliche come agenti sovversivi. Esse sono in grado di spalancare le "porte della percezione", spesso potenziando una capacità di penetrazione che permette di vedere oltre la miriade di pretese e d'illusioni, che costituiscono la mitologia della Posizione Sociale. Le sostanze psichedeliche, quindi, nella misura in cui le strutture del potere, per puntellare e stabilizzare le loro egemonie, poggiano sulla accettazione popolare controllata dei mito della Posizione Sociale, rappresentano veramente una sorta di minaccia politica" (David Solomon)

"Dal punto di vista dei valori stabiliti del mondo antico, il processo psichedelico è pauroso e pazzesco, è una psicotizzazione deliberata, un disfacimento suicida della stabilità, del conformismo e dell'equilibrio che l'uomo deve sforzarsi di raggiungere. L'esperienza psichedelica, che coinvolge la coscienza e fenomeni interni, invisibili e indescrivibili, e moltiplica la realtà, è spaventosamente
incomprensibile per chi aderisca ad una filosofia razionale, protestante, volta al successo, behaviorista, equilibrata, conformista" (Timothy Leary)

"Il rinnovamento profondo dei dati coscienziali di base, i veri e propri capovolgimenti interiori, che può provocare una esperienza con L.S.D., urtano dunque contro vari tipi di paura, conscia o inconscia: la paura di perdere il controllo razionale, quella del disorientamento e della confusione, la paura di compiere qualche cosa di vergognoso o di ridicolo; la paura di autoscoprirsi, ossia di scoprire, in noi stessi, qualche cosa che non vogliamo affrontare; la paura che possiamo chiamare culturale, ossia il timore di appurare certe verità circa le istituzioni con cui ci identifichiamo, di perdere molte illusioni circa talune nostre condotte o doveri sociali, ecc.; ed infine la paura ontologica, cioè di scoprire un mondo assolutamente nuovo e sconvolgente a cui non siamo preparati, e che potrebbe forse assorbirci al punto di non poter tornare più indietro" (Emilio Servadio)

lunedì, gennaio 21, 2008

Dire sì!

"Io vivo ancora, io penso ancora: io devo vivere ancora perché ancora devo pensare. Sum, ergo cogito: cogito, ergo sum.
Oggi ognuno si permette di esprimere il suo augurio e il suo più caro pensiero: ebbene, voglio dire anch'io che cosa oggi mi sono augurato da solo e quale pensiero quest'anno, per la prima volta, m'è venuto in animo - quale pensiero deve essere per me fondamento, garanzia, dolcezza di tutta la vita futura! Voglio imparare sempre di più a vedere il necessario nelle cose come fosse quel che v'è di bello in loro - così sarò uni di quelli rendono belle le cose.
Amor fati: sia questo d'ora innanzi il mio amore! Non voglio muovere guerra contro il brutto. Non voglio accusare, non voglio neppure accusare gli accusatori.
Guardare altrove sia la mia unica negazione! E, insomma: prima o poi voglio soltanto essere uno che dice si!" (da La Gaia Scienza di Friedrich Nietzsche)

lunedì, gennaio 14, 2008

la crepa...

"L'uomo che ritorna dalla Breccia nel Muro non sarà mai lo stesso dell'uomo che era andato: sarà più saggio ma meno presuntuoso, più felice ma meno soddisfatto di sè, più umile nel riconoscere la sua ignoranza, eppure meglio attrezzato per capire il rapporto tra parole e cose, tra ragionamento sistematico e Mistero insondabile che egli cerca, sempre invano, di comprendere". (di Aldous Huxley)

Questa citazione l'ho scovata oggi sul sito di un compagno del dharma: bella, bellissima, non c'è che dire. E non c'è da commentare.

venerdì, gennaio 11, 2008

Non vi capisco!

A volte non vi capisco: mi parlate, mi ascoltate, vi parlo e vi ascolto. Ma non ci capiamo: linguaggi differenti, diversi significati dietro i medesimi suoni. Non è che non mi importa di voi, ma semplicemente non ci possiamo capire se prima non cerchiamo un comune linguaggio: allora mi chiedo chi dovrebbe sostenere questo sforzo... io... voi... entrambi?
Poi però mi rendo conto che prima ancora di un problema di linguaggio si dovrebbe affrontare uno di logica: perchè anche sforzandomi di usare il vostro linguaggio, mi rendo conto che le affermazioni risultano comunque prive di una valenza logica. Dire e contraddire nella stessa frase, senza accorgersi del paradosso logico nel quale ci si sta imbattendo... mentire a se stessi... essere convinti di usare un linguaggio, mentre in realtà si ha solo paura...
Nessun giudizio morale, amico mio. E' solo un'osservazione... non vi capisco...

mercoledì, gennaio 02, 2008

Azione... illusione... Lotta spirituale!

"Basta ai giovani contestatori staccarsi dalla cultura, ed eccoli optare per l'azione e l'utilitarismo, rassegnarsi alla situazione in cui il sistema si ingegna ad integrarli. Questa è la radice del problema: usano contro il neocapitalismo armi che in realtà portano il suo marchio di fabbrica, e sono quindi destinate soltanto a rafforzare il suo dominio. Essi credono di spezzare il cerchio, e invece non fanno altro che rinsaldarlo." (Pier Paolo Pasolini)
L'altra sera una lunga riflessione è nata fra me e la mia lei, partendo dalla storia di RadioAlice: perchè la nostra generazione non agisce? Con "azione" intendo il lasciar un segno indelebile nella nostra società, come le rivoluzioni del '68 hanno fatto... o forse non è poi così vero? Cosa ci è rimasto di quei tempi? Riflettendoci un po' su ci siamo resi conto che è rimasto ben poco, forse la parte più inutile. E allora mi chiedo come si facca a fare la vera lotta: forse inizia tutto nel nostro animo e nel nostro spirito. Lì dobbiamo vincere per cambiare il Mondo, riflesso pallido del nostro universo interiore? Può darsi... lotta, sì, ma spirituale!
"La rivoluzione si fa attraverso l'uomo, ma l'uomo deve forgiare giorno per giorno il suo spirito rivoluzionario." (Che Guevara)