giovedì, ottobre 29, 2009

Preghiera per gli uomini

"O Signore, accresci in noi la fratellanza con i nostri piccoli fratelli; concedi che essi possano vivere non per noi, ma per se stessi e per Te; facci capire che essi amano, come noi, la dolcezza della vita e ti servono nel loro posto meglio di quanto facciamo noi nel nostro" (parole di San Basilio Magno)

Che uomini siamo? Siamo abituati al dolore altrui, all'illegalità e perfino alla morte: non dico la morte che avviene in telivisione, no, siamo abituati alla morte che ci avviene accanto ad un metro quasi... siamo capaci di voltarci, vederla e poi ignorarla ed andare via con tutta la calma serafica di quando ci corichiamo la sera a letto... siamo abituati a considerare normale l'indifferenza con la quale osserviamo il mondo, nascosti e trincerati nell'assurde posizioni del tutto-è-bene, che poi alla fine sa tanto di non-mi-frega-niente: a stento esiste il nostro mondo, quando riusciamo a dargli un significato, e il mondo di quelli vicini a noi ogni giorno appare come una nebbiolina vaga che non intendiamo minimamente indagare... allora, il resto non può che essere pura fantasia, pure irrealtà, pura narrativa... Che razza di uomini siamo?

"Uomo, non ti esaltare al di sopra degli animali: essi sono senza peccato, mentre tu, con tutta la tua grandezza, contamini la terra" (parole di Fëdor Michajlovič Dostoevskij)

mercoledì, ottobre 28, 2009

Siamo quel che facciamo, non c'è niente da fare!

Vorrei tanto avere la memoria per riportare qui li mio lungo sproloquio di ieri sera, impreziosito da occhi da sogno e friarielli da orgasmo... ma non ce l'ho e alla fine ho semplicemente detto, con più passione e con più forza, quello che sempre continuo a ribadire al piccolo mondo che mi circonda, quello fatto di pranzi e film sul divano, di pause sigaretta-caffè-sigaretta, di spostamenti in macchina e di post criptici.
Siamo quello che facciamo, non quello che diciamo di essere.
Semplice. Elementare. Ovvio. Ma anche, ignorato, banalizzato e sublimato.

"La realtà, guardata fissamente, è insopportabile" (parole di Clive Staples Lewis)

martedì, ottobre 27, 2009

Essere/Niente

Ho questa foto di pura gioia
E' di un bambino con la sua pistola
Che spara dritto davanti a se
A quello che non c'è
Ho perso il gusto, non ha sapore
Quest'alito di angelo che mi lecca il cuore
Ma credo di camminare dritto sull'acqua e
Su quello che non c'è
Arriva l'alba o forse no
A volte ciò che sembra alba
Non è
Ma so che so camminare dritto sull'acqua e
Su quello che non c'è
Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo
Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello
La chiave della felicità è la disobbedienza in se
A quello che non c'è
Perciò io maledico il modo in cui sono fatto
Il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco
Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia
Quello che non c'è
Curo le foglie, saranno forti
Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti
Ma questo è camminare alto sull'acqua e
Su quello che non c'è
Ed ecco arriva l'alba so che è qui per me
Meraviglioso come a volte ciò che sembra non è
Fottendosi da se, fottendomi da me
Per quello che non c'è.

(Quello che non c'è degli Afterhours)

lunedì, ottobre 26, 2009

Celebrando la semplicità

"Amo gli alberi più di ogni altra cosa per il semplice fatto che accettano la loro condizione di vita con solenne rassegnazione" (parole di Willa Cather)

Alla fine quello che si cerca è sempre estremamente semplice, o meglio è soltanto la disarmante semplicità della vita. Respirare, sorridere, parlare. Niente di particolarmente complesso che però alla fine riesce ad assorbire ogni difficoltà. L'aria fresca di queste mattine invernali rubate all'autunno sembra portare ossigeno direttamente all'anima. E ci voleva proprio.

"Quali che siano la durata e l'ampiezza dei nostri movimenti, noi – immobili tra due infiniti – restiamo sempre allo stesso punto nello spazio e nel tempo" (parole di Maurice Maeterlinck)

venerdì, ottobre 23, 2009

Mundum Divinae Naturae necessarium effectum eumque fortuitò non esse factum.

Se fossimo stati nel 1600 la forma del pranzo letterario di oggi sarebbe stata la seguente, ma il contenuto non sarebbe affatto cambiato... ormai non capisco neanche più perchè il razionalismo appaia così rassicurante all'uomo...

Lettera LI
Hugo Boxel. All'acutissimo filosofo Baruch Spinoza
Eccellentissimo signore,
La ragione per la quale vi scrivo è la seguente: vorrei conoscere la vostra opinione in merito alle apparizioni, agli spettri e agli spiriti. Pensate esistano realmente? E se esistono, qual è la durata della loro vita? Alcuni riengono che siano immortali, secondo altri invece sarebbero soggetti a morte. Non voglio insistere oltre, dal momento che non so se per voi sia lecito parlare di queste cose...


Lettera LII
Baruch Spinoza. All'illustrissimo signor Hugo Boxel
Illustrissimo signore,
La vostra lettera, ricevuta ieri, mi ha fatto grande piacere, sia perché desideravo avere vostre notizie, sia perché mi accorgo che non vi siete del tutto dimenticato di me. Qualcuno potrebbe forse interpretare come cattivo augurio il fatto che siano stati gli spiriti a indurvi a scrivermi. Io al contrario la considero un'occasione propizia, e penso che non soltanto le cose vere, ma anche le chimere e le bazzecole possano risultarmi utili in qualche modo...

giovedì, ottobre 22, 2009

E poi a un tratto l'amore scoppiò dappertutto.

Oggi avrei voglia solo di stare fermo, senza rumori intorno, senza parole, senza movimento, senza luce e senza buio. Oggi avrei bisogno solo di poter galleggiare in una grigia nebbia, semplicemente respirando quel tanto che basta per mantenermi vivo. Non di più e non di meno.

She calls out to the man on the street
"Sir, can you help me?
It's cold and I've nowhere to sleep,
Is there somewhere you can tell me?"

He walks on, doesn't look back
He pretends he can't hear her
Starts to whistle as he crosses the street
Seems embarrassed to be there

Oh think twice, it's another day for
You and me in paradise
Oh think twice, it's just another day for you,
You and me in paradise

She calls out to the man on the street
He can see she's been crying
She's got blisters on the soles of her feet
Can't walk but she's trying

Oh think twice...

Oh lord, is there nothing more anybody can do
Oh lord, there must be something you can say

You can tell from the lines on her face
You can see that she's been there
Probably been moved on from every place
'Cos she didn't fit in there

Oh think twice...

(Another Day In Paradise di Phil Collins)

martedì, ottobre 20, 2009

condizioni di indifferenza

"Nel campo delle reti logiche e dell'algebra booleana le condizioni di indifferenza (don't care, in inglese) sono delle configurazioni degli ingressi di una rete (o funzione) che per un qualche motivo possono venire ignorati. Ciò solitamente avviene quando gli ingressi della rete in questione sono filtrati da un circuito più a monte che per costruzione non restituirà mai il valore di indifferenza. In tal caso si dice che la condizione non è osservabile. Se invece ad essere filtrata è l'uscita del circuito, può avvenire che qualora si presentasse la condizione di indifferenza in input, l'output sarebbe ignorato dal resto del sistema. In questo caso si definisce non misurabile" (definizione di "Condizione di indifferenza" in Wikipedia)

E' così che viviamo: siamo circuiti in perenne condizione di indifferenza. Non ci smuove nulla, nulla ci distoglie dall'attenzione che abbiamo sempre centrata su noi stessi. Chiediamo decine di volte le stesse cose alle persone, incuranti delle loro risposte che subito dopo dimentichiamo. Chiediamo alle persone come stanno e alla fine che esse dicano bene o male, la nostra reazione cambia di poco. Camminiamo per strada senza curarci di incrociamo, dritti per la nostra strada, senza deviare mai, senza mai sentire la posizione degli altri nel mondo: perchè alla fine il mondo lo pensiamo tutto nostro. Non indossiamo nessuna maschera: siamo tutto e niente, nessuna posizione che valga la pena di mantenere, nessuna idea per la quale siamo pronti ad andare fino in fondo. Professiamo e smentiamo al tempo stesso il grigio razionalismo nel quale siamo sprofondati: sogniamo un mondo e agiamo per farne un altro. Non ci muoviamo, non ci evolviamo, non cambiamo. Siamo totalmente indifferenti alla vita, questa è la verità del nostro mondo.

"Preferisco gli errori dell'entusiasmo all'indifferenza del discernimento" (parole di Anatole France)

lunedì, ottobre 19, 2009

e alla fine il freddo...

"Dalle mie parti
c’è ancora qualche vecchia osteria
coi quarti di vetro
ed il vino freddo di cantina.
Nel giro di panche, nell’angolo,
attorno a un fuoco di faggio,
i vecchi sono sempre gli stessi,riscaldano il vino
parlano di storie passate,
e perdono nella fiamma lo sguardo"
(parole di Eligio Nassivera)

venerdì, ottobre 16, 2009

Chi è il terzo che sempre ti cammina accanto?

Se vi fosse acqua
E niente roccia
Se vi fosse roccia
E anche acqua
E acqua
Una sorgente
Una pozza fra la roccia
Se soltanto vi fosse suono d'acqua
Non la cicala
E l'erba secca che canta
Ma suono d'acqua sopra una roccia
Dove il tordo eremita canta in mezzo ai pini
Drip drop drip drop drop drop drop
Ma non c'è acqua
(parole di Thomas S. Eliot)

Se anche i giganti vengono piegati dal peso della vita, che possibilità ho io, che sono solo un piccolo uomo?

"Chissà cosa avrebbe scoperto Colombo se l'America non gli avesse sbarrato la strada" (parole di Jonathan Swift)

lunedì, ottobre 12, 2009

La preghiera muta

"Il vero contatto fra gli esseri si stabilisce solo con la presenza muta, con l'apparente non-comunicazione, con lo scambio misterioso e senza parole che assomiglia alla preghiera interiore" (parole di Emil Cioran)

Come è difficile vivere: se ci pensate bene, è la cosa più difficile che c'è. Ogni sua singola parte, ogni sua atomica manifestazione, è fatta da una complessa rete di azioni, intepretazioni, comunicazione, interazione.
La parola chiave è "interazione": la vita è una continuo tessere rapporti l'uno con l'altro, l'uno sull'altro, l'uno nell'altro. Non c'è altro, non esiste altro: non esiste un problema che non sia risolvibile, ma esistono tantissime relazioni che non sono facilmente districabili e come una matassa si aggrovigliano sempre più... ultimamente ho avuto fra le mani un sottile filo di rame da districare: 2 metri di filo, sembrava impossibile riuscirci... ho impiegato 2 ore per farlo: magari fosse così facile districare le relazioni... magari bastasse solo stare vicini senza parlare per dirsi tutto: certe volte è così ed è una vera magia...

venerdì, ottobre 09, 2009

Il vetro è freddo o rovente?

"Molti individui, come i diamanti grezzi, nascondono splendide qualità dietro una ruvida apparenza" (parole di Giovenale)

Ho uno strano rapporto con "l'apparire": al tempo stesso lo uso e lo nego per il mio giudizio, ma non posso dire di non esserne, come tutti, vittima (in)cosapevole. Spesso, come tutti, mi faccio un giudizio di una persona in base a come si muove e a come si veste: sicuramente utilizzo un canone inverso, ma indubbiamente sono vittima anch'io dei pregiudizi. L'apparenza è un'arma a doppio taglio: apparire ed essere non sono sempre allineati, in accordo, in sintonia. In ogni caso, quando non c'è questo allineamento fra essere e apparire, innegabilmente c'è qualche problema: il problema del collasso, lo chiamo io. Forse l'ho già scritto o forse no... comunque sia, se apparenza e essenza non si allineano c'è qualcosa che non va, che non funziona: chi siamo allora? Ciò che sembriamo agli altri o ciò che serbiamo nel cuore? A chi sostiene la prima ipotesi, ricordo che siamo più di un'insieme di codici di interazione e di massa di carne più o meno piacevole, ma ai secondi ricordo che se nascondiamo il nostro essere agli altri, qualcosa non ci deve convincere di noi stessi... Mah, ancora una volta riflessioni confuse di una settimana confusa...

"Il vetro rovente ha esattamente lo stesso aspetto del vetro freddo" (parole di Arthur Bloch)

giovedì, ottobre 08, 2009

Fantasmi intrappolati

"Che siano esperienze simulate o sogni, le informazioni sono al tempo stesso realtà e fantasia. E, in ogni caso, tutti i dati che una persona accumula durante il corso della propria esistenza non sono che una goccia nel mare" (parole di Bateau)

Vi capita mai di chiedervi: ma alcune azioni le rifarei comunque con la coscienza attuale? A me spesso, soprattutto ultimamente: risparmio a tutti, compreso me stesso, parlare di quali azioni sto ricompiendo, ma è interessante notare, quantomeno per me, che quelle azioni ri-fatte, cioè fatte nuovamente, evidentemente non le ritenevo sbagliate... credo sia difficile seguirmi: di che azioni starò parlando? Mangiare? Dormire? Mah, sì, alla fine qualcosa di vitale quanto queste due... comunque sia, non è così banale, perchè altre persone non rifanno le stesse azioni perchè la prima volta sono andate male: a volte vorrei essere stato il suo primo e unico errore... Mah, questi pensieri mattutini sono davvero confusi... meglio dedicarsi a codici e frammenti vari...

martedì, ottobre 06, 2009

Hýbris

Tracotanza, eccesso, superbia, orgoglio e prevaricazione... ecco perchè gli Dei ci puniscono: abbiamo tutti peccato di ùbris!

"La giustizia, quando ha raggiunto il suo termine, trionfa nella ubris: lo sciocco comprende soltanto quando ha sofferto..." (parole di Esiodo)

lunedì, ottobre 05, 2009

Progresso... viva i Bonobo!

"Il progresso tecnologico non comporta una superiorità sul piano dei valori morali e sociali" (parole di Tzvetan Todorov)

Abbiamo tutto, non neghiamolo: non ci manca il cibo, la casa e gli altri beni superflui se non in rari casi. Mi guardo intorno e vedo ristoranti sempre pieni, telefonini sempre nuovi, macchine con targhe scintillanti, borse firmate, scarpe tante scarpe... insomma, è evidente che il problema "materiale" per gran parte di "noi" non esiste più: eppure siamo aridi, vuoti, superficiali, senza idee, senza consapevolezza.
Siamo la civiltà più tecnologicamente avanzata nella storia dell'umanità (con l'esclusione di Atlantide e Mu, ovviamente...) ma anche e soprattutto la più arretrata moralmente e socialmente... di gran lunga meglio i bonobo!

"Bonobo Power evolvin society we improve the community and human eat the banana bonobo power abscence of authority no more cruelty we just play and come with love and human sucks" (parole di Caparezza)

venerdì, ottobre 02, 2009

Imitazioni

"La maggior parte della gente è altra gente. Le loro idee sono opinioni altrui, la loro vita un'imitazione, le loro passioni una citazione" (parole di Oscar Wilde)

Specchi d'acqua, montagne di sale e pensieri nel cuore

Tutto scorre. Panta rei, diceva Eraclito: io ora direi piuttosto che tutto corre. Se l'importante è camminare in questa vita, allora per prima cosa devo imparare a rallentare: troppe cose da fare, siamo tante piccole formiche operose e stupide, che fanno, fanno, fanno, ma perchè? Intanto intorno a noi i tramonti continuano ad esserci e spesso non li osserviamo, gli amici continuano ad aver bisogno di noi e noi spesso non ce ne accorgiamo, le emozioni ci salutano e spesso noi le ignoriamo... sciupiamo il tempo, pieni zeppi di cose da fare ma senza nessun senso nelle cose che facciamo: intanto i giorni passano, le energie si consumano e tutto rimane privo di senso, per quanto noi ci sbattiamo dalla mattina alla sera a dare un qualche significato. Non c'è nessun significato, l'unica verità che abbiamo è il macigno che dobbiamo portare su... nulla di più, semplice e terribile come solo le cose vere sanno esserlo. Un tramonto magico di mille colori fatto di pozze d'acqua mutevoli e cumuli bianchi di sale vale molto, moltissimo: mi chiedo perchè troviamo un senso in quel tramonto e non in uno di sangue sul cemento della Città Eterna... il sole è lo stesso, le persone sono le stesse, le emozioni dovrebbero essere uguali... eppure pare che ci sia un tempo più prezioso di un altro, un tempo che rubiamo o che paghiamo con il sangue ma che ci sembra oro puro in confronto al tempo che abbiamo sempre intorno, che sciupiamo, che roviniamo, che ignoriamo... sogno un tramonto di sale sul raccordo e intanto ingoio il dolore che è intorno a me, tornando a indossare l'unica maschera che so portare bene, quella del commediante... a presto, mio adorato Sole!

"La commedia è una fuga, non dalla verità ma dalla disperazione" (parole di Christopher Fry)