giovedì, maggio 28, 2009

Quella sensazione lì...

"Quella del mistero è la migliore esperienza che possiamo avere. È l'emozione fondamentale che veglia la culla della vera arte e della vera scienza" (parole di Albert Einstein)

Alla fine è il mistero ciò che più mi affascina della vita: la certezza ormai che nulla può essere realmente compreso, inquadrato, catalogato, omologato. Il mistero c'è, fa parte della vita, è la vita, la parte migliore alla fine. E allora è bello pensare che stai bene mentre torni a tarda notte a casa e ti sembra che manchi qualcosa, ma non sai bene cosa, e al tempo stesso pensi di essere completo, ma non sai perchè...
E il mistero di questa realtà che ti avvolge, ti culla e ti fa addormentare con un dolce pensiero in testa e uno nel cuore...

martedì, maggio 26, 2009

Urlando

Come vedi sono qua:
monta su, non ci avranno
finche' questo cuore non crepera'
di ruggine, di botte o di eta'.
C'e' una notte tiepida
e un vecchio blues
da fare insieme,
in qualche posto accostero'
e quella la' sara' la nostra casa, ma
credo che meriti di piu'
e intanto son qua io
e ti offro di ballarci su:
e' una canzone di cent'anni almeno.
Urlando contro il cielo.
Non saremo delle star
ma siam noi, con questi giorni
fatti di ore andate per
un weekend e un futuro che non c'e'.
Non si puo' sempre perdere
per cui giochiamoci
certe luci non puoi spegnerle.
Se e' un purgatorio e' nostro perlomeno.
Urlando contro il cielo.
Fantasmi sulla A14.
Dai finestrini passa odor di mare, diesel,
merda, morte e vita.
Il patto e' stringerci di piu'
prima di perderci.
Forse ci sentono lassu'.
E' un po' come sputare via il veleno.
Urlando contro il cielo.
(Urlando contro il cielo di Luciano Ligabue)

lunedì, maggio 25, 2009

Non ci si fa neanche molto caso

...ma alla fine hanno ragione i poeti e gli scrittori, quando dicono che le parole sono eterne: una volta dette rimangono comunque scolpite nella testa di chi le sente e se raggiungono il cuore rimangono lì, per sempre... e può fare davvero molto male quando per caso o per ragione la ferita che hanno generato viene anche solo sfiorata... eppure mi sforzo di credere a chi dice che...

"Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono. Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto..."
(parole di Stephen King)

mercoledì, maggio 20, 2009

Non c'è modo...

Non c'è modo di provare che è preferibile essere al non essere. (parole di Emil Cioran)

lunedì, maggio 18, 2009

Piacere, Lapo...

"Piacere, Lapo."
Un ragazzo sulla trentina, forse, sicuramente, qualcosa di meno: magro, con una leggera pancetta da bevitore (confermata poi durante la serata), jeans dal risvolto perfetto con sotto delle scamosciate (un esperto avrebbe riconosciuto un paio di scarpe da almeno 200 euro... io l'ho dedotto) e sopra una magliettina mezze maniche, color sabbia, con una scritta in inglese (citazione che non conosco e non ho individuato) che più o meno recitava così: "la vita è fatta di attimi: se non ti fermi per un po' ti lasci sfuggire quello giusto".
Il ragazzo ha avuto sempre, per tutta la sera, in mano una birra e una sigaretta: il suo pomo d'adamo pronunciato e il collo lungo gli concedeva un'aria quasi da pollastro. Non aveva accenti particolari, il che tradiva l'aver lavorato all'estero per molto tempo e, prima ancora, aver girato parecchio in Italia. Comunque, mi trovavo davanti ad un Insead classe 2007, il fiorfiore della financial consulting italiano, il gotha del rampantismo del nuovo millennio, probabilmente, ahimé, la nuova classe dirigente del futuro (non tanto remoto).
Il ragazzo era piuttosto anonimo, ma mostrava, ostentava sicurezza, di quella vera però: nel tentativo di sembrare gentile o comunque di considerarmi almeno in virtù dello spazio occupato accanto a lui, si voltava verso di me quando faceva una qualche battuta. Le più triviali me le dedicava con lo sguardo, le più argute erano dirette invece agli altri, a quelli come lui: un piccolo gruppo di pompelmi, mezzi spremuti da una vita di inutile ma remunerativo stress, tra i quali c'era il mio povero fratello pompelo... Non ricordo molto altro della serata, se non la costante domanda che mi facevo: "ma il mio compadre pompelmo come fa ad essere anche mio amico?" e la grande stanchezza che aveva addosso.
Ultima cosa, quasi dimentico: Lapo ha perso il suo lavoro di consulente finanziario (probabilmente c'è un nome più cool per dirlo) ma non so perchè non mi dispiace affatto.

"Fate soldi, se potete in maniera onesta, se no comunque" (parole di Orazio)

venerdì, maggio 15, 2009

Sulla spiaggia dei mondi sconfinati

"I bambini s'incontrano con grida e danze sulla spiaggia di mondi sconfinati costruiscono castelli di sabbia e giocano con conchiglie vuote, con foglie secche intessono barchette e sorridendo le fanno galleggiare sulla superficie del mare, i bambini giocano sulla spiaggia dei mondi non sanno nuotare né sanno gettare le reti" (parole di Rabindranath Tagore)

Ma alla fine di cosa stiamo parlando? Intendo tutti, tutti noi: di cosa stiamo parlando? Cosa definiamo reale e cosa immaginario? Vorrei proprio saperlo di cosa stiamo parlando: un gesto ha mille interpretazioni e nessuna è più reale delle altre. Non esiste un oggettività nel mondo: ogni azione può essere nata in mille modi differenti. E allora chi è che definisce il reale? Domanda inutile. Dove è la realtà? Domanda giusta per me: è il luogo del reale a interessarmi, non la sua definizione, che muta con il vento e con la sabbia. Dove si trova la realtà? Mi vengono in mente le parole di Guccini "voi materialisti, con il vostro chiodo fisso che dio è morto e l'uomo è solo in questo abisso... le verità cercate per terra fra maiali... vi lascio le ghiande, lasciatemi le ali..." credo di ricordare bene... ma non voglio controllare perchè tanto questa canzone nella mia testa è così, e quindi essa esiste così... solo nella mia testa... il luogo del mio reale... e alla fine di cosa stiamo parlando se non di questo?

giovedì, maggio 14, 2009

Téchne d'anánkes asthenéstera makrô

Tutto quanto il futuro io conosco perfettamente fin d'ora, né mi giungerà inatteso alcun dolore. Bisogna sopportare il meglio possibile la porzione di sorte che ci è assegnata, sapendo che invincibile è la forza della necessità. (da Prometeo Incatenato di Eschilo)

Mi stupisco, anche se ormai lo so, ma continuo a stupirmi: ogni cosa è già stata detta, ogni problema è già stato affrontato... abbondiamo di soluzioni, ma non abbiamo più la forza di applicarle e allora ci illudiamo che non ci siano, non le guardiamo e cerchiamo altrove, morendo nell'illusione che filosofie lontante, aliene nella forma e nella lingua, possiamo aiutarci... siamo tutti, in fondo, solo dei piccoli bambini: purtroppo in quest'epoca Nostro Padre non ci aiuta. Continuamo allora a fare solo quello che i bambini sanno fare: giocare e così sia. Amen.

mercoledì, maggio 13, 2009

Non Creonte: sei tu la tua rovina!

TIRESIA: Tu: che contro mia voglia a dir m'hai spinto.
ÈDIPO: Che mai? Vo' meglio apprenderlo. Ripetilo!
TIRESIA: Che mi cimenti a dir? Non hai compreso?
ÈDIPO: Non tanto ch'io creda sapere. Parla!
TIRESIA: Dico che tu sei l'uccisor che cerchi.
ÈDIPO: L'oltraggio addoppi? Ah, non ti farà pro'!
TIRESIA: Vuoi sdegnarti ancor piú? Ti dico il resto?
ÈDIPO: Fin che tu vuoi: saran parole al vento!
TIRESIA: Coi tuoi piú cari in turpe intimità
vivi, e nol sai: né il male ove sei scorgi.
ÈDIPO: Pensi ancora insultarmi, e andarne lieto?
TIRESIA: Certo: se pure ha qualche forza il vero.
ÈDIPO: Sí, l'ha; ma non per te: tu ne sei privo:
cieco di mente sei, d'occhi e d'orecchi.
TIRESIA: Misero te, che a me rinfacci quanto
presto ciascuno a te rinfaccerà!
ÈDIPO: Tutta una notte è la tua vita: e me
danneggiare non puoi, né alcun veggente.
TIRESIA: Fato non è che per mia man tu cada:
Apollo basta, ch'à di ciò pensiero.
ÈDIPO: È di Creonte questa trama, o tua?
TIRESIA: Non Creonte: sei tu la tua rovina!
(da Edipo Re di Sofocle trad. di E.Romagnoli)

martedì, maggio 12, 2009

E dunque, in lor balía mai non m'avranno.

ÈDIPO: Speravi dunque che riguardo i Numi
avessero di me, che mi salvassero?
ISMENE: Sí, pei recenti vaticinî, o padre.
ÈDIPO: Quali? Di me che fu predetto, o figlia?
ISMENE: Che dai Tebani un dí sarai bramato,
per la salvezza loro, o morto o vivo.
ÈDIPO: Chi potrà d'un tale uom trarre profitto?
ISMENE: In te risiede la lor possa, dicono.
ÈDIPO: Quando nulla piú sono, allor son uomo?
ISMENE: T'esaltano or gli Dei: pria t'abbatterono.
ÈDIPO: Vano è, vecchio innalzar, chi cadde giovane.
ISMENE: Eppur, fra breve, non fra molto, qui
verrà Creonte a questo fine, sappilo.
ÈDIPO: A far che cosa, o mia figliuola? Spiegami.
ISMENE: Per collocarti presso Tebe, e averti,
senza che il suo confin però tu valichi.
ÈDIPO: Che gioverà che alle lor porte io stia?
ISMENE: Se tristo avello hai tu, male essi avranno.
ÈDIPO: Questo, pur senza auspici, ognun l'intende.
ISMENE: Per questo, dunque, presso Tebe, ove arbitro
tu di te stesso piú non sii, ti vogliono.
ÈDIPO: Per poi coprirmi di tebana polvere?
ISMENE: Lo vieta, o padre, il parricida scempio.
ÈDIPO: E dunque, in lor balía mai non m'avranno.
(da Edipo a Colono di Sofocle trad. di E.Romagnoli)

lunedì, maggio 11, 2009

In un giardino... lontano lontano...


"La vita è un gioco di carte.
Noi siamo nati senza conoscere le regole.
Dobbiamo giocare la nostra mano.
Attraverso gli anni poeti, filosofi, alchimisti, artisti, hanno studiato il loro significato"
(da un pezzo di pietra nel Giardino di Tarocchi)

mercoledì, maggio 06, 2009

Pensieri sospesi

Ieri sera mi è capitato di veder prolungato dagli dei il tempo che intercorre fra la veglia e il sonno... è un tempo prezioso, uno stato di coscienza differente dal sonno, dalla veglia ma anche dai sogni: è uno stato sospeso anch'esso nel tempo eterno fatto di pochi istanti, uno stato squisitamente del presente, del qui e ora, dove la mente è in se stessa eppure è altro da se... se non vi è capitato almeno una volta, non potete capire.
Cmq ero in quello stato che perdurava più del normale e questo mi permetto oggi di ricordare, almeno in parte quello stato: ricordo la sospensione del tempo, ricordo il distacco del Sé dall'Io che ti permette di guardarti dall'esterno come fossi un altro, come fossi Altro-Da-Sé... è una sensazione terribile e fantastica: è la sensazione che precedere l'estasi e che spesso la accompagna nel suo corso e verso la fine. La sensazione di essere sospeso, dicevo, ma non solo nel tempo: si è sospesi emotivamente, nè inquieti nè quieti, e lo si è fisicamente, percependo il corpo quel tanto che basta per sapere di non essere morti ma sentendo anche altro dal se stessi fisico, forse ciò che si chiama coscienza o forse quello che i poeti chiamano anima...
I pensieri in questo caso particolare sono come tante palline che cadono in contemporanea lungo una discesa fatta di paletti e biforcazioni: ognuna fa il suo percorso, senza troppo soffermarsi, senza troppo esitare, e alla fine trova il posto che fin dall'inizio, dall'inclinazione iniziale, dalla velocità iniziale, era già suo, scelto dalla Necessità e derminato nella corsa dal Caso. Ancora e sempre è tutto dispiegato.
Un pensiero conservo, forse ho seguito meglio degli altri, ed un pensiero dolce: ma è vero che in realtà due mani non si toccano mai? Questo sosteneva un programma televisivo sulla Scienza: due mani non si toccano mai in realtà perchè le tiene separate la repulsione elettromagnetica delle nuvole elettroniche della superficie... due mani non si toccano mai... non credo questo, anzi voglio credere che sia vero, che normalmente questa repulsione le tenga lontane... ma voglio pensare anche, voglio credere qualcosa di diverso: che due mani si possono incontrare, che esiste una realtà in questa e oltre questa nella quale due mani si toccano, anzi, due mani si compenetrano... elettroni in elettroni: sapete, due elettroni sono indistinguibili fra loro... è bello allora pensare che quando due mani si toccano davvero, vincendo la naturale repulsione, allora rimane e sempre rimarrà un po' dell'altro in se stessi... indistiguibili e per sempre mescolati... ecco un pensiero sospeso della sera, recuperato per caso e per ragione.

lunedì, maggio 04, 2009

Privati dell'Eterno

"Questo compromesso si chiama accettazione. Ma a me ripugna tale termine e voglio essere tutto o nulla. Se scelgo l'azione, non crediate per questo che la contemplazione sia per me come una terra sconosciuta. Soltanto essa non può tutto darmi, e, privato dell'eterno, voglio allearmi al tempo" (da Il Mito di Sisifo di A.Camus)

Ho davvero tanti pensieri in testa, tante domande e tante risposte... il problema come sempre è che ho risposte a domande che non mi sono fatto, mentre tutti i miei quesiti irrisolti rimangono tali... davvero tante cose accadono in pochi giorni ma spesso anche in poche ore e mi fanno oscillare, pericolosamente, fra un tutto e un niente, fra un sorriso e un urlo, fra un mondo e un non-mondo... troppi pensieri in testa, troppe poche parole ha inventato l'uomo per comunicare: non possiamo cogliere le sfumature di noi stessi con le parole e quindi, prima ancora che agli altri, non possiamo essere sinceri nel raccontarci neanche a noi stessi... ma se non possiamo raccontorci, non ci capiamo e quindi non possiamo "risolverci": i problemi di comunicazione nascono già dal percorso dalla coscienza, ovunque essa sia, alla parola non pronunciata, al pensiero che riconosce se stesso... ancora pensieri in libertà e un'immagine che domina su altre... un abbraccio senza parole, un calore senza fuoco, un bacio senza labbra...

"Viene sempre il momento in cui bisogna scegliere fra la contemplazione e l'azione. Ciò si chiama diventare un uomo" (da Il Mito di Sisifo di A.Camus)

domenica, maggio 03, 2009

Sleep to dream her

I know Ill miss her later
Wish I could bend my love to hate her
Wish I could be her creator
To twist her arms now
She stares up at the stars when

The stars fell from her hair then
I bent down to collect them
And then she was gone
Oh I sleep just to dream her

I beg the night just to see her
That my only love should be her
Just to lie in her arms
Oh I came there to find out

Find out she made up her mind ohhhh
My arms are all tied up
To me she was blind
Mmmm this space between us

Where wingless dreams fall earless
Will you not bear me witness
With your back to me now
It seems so unnerving
Yet still somehow deserving
That she could hold my heart so tightly
And still not see me here
Oh I sleep just to dream her

Beg the night just to see her
That my only love should be her
Just to lie in her arms
I know Ill miss her later

I wish I could bend my love to hate her
Wish I could be her creator
To be the light in her eyes
(Sleep to dream her dei Dave Matthews Band)